Capitolo 28

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PUNTO DI VISTA LEYLA

Sono addormentata quando la luce mi colpisce diritto in faccia, interrompendo il mio sonno.
Mi strofino gli occhi contrariata per poi rimettermi a dormire, ma il ricordo di ieri notte mi fa saltare come una molla...mi siedo guardandomi intorno, l'ora segna le 5:40 del mattino, guardo alla mia destra ma non c'è traccia di Markus, come un fulmine mi ricordo subito delle raccomandazioni di Amy...<<Accidenti!!!>> mi alzo in fretta per poi vestirmi,  rischiando anche di rompermi il naso. <<Buongiorno a te!>> dice una voce fin troppo conosciuta, mi giro di scatto e lo vedo sulla porta del bagno...indossa solo i pantaloni della divisa.
<<B-buongiorno...>> dico osservandolo da testa a piedi, per poi continuare a prepararmi...<<Che stai facendo?>> chiede osservando ogni mio gesto, mentre io non faccio altro che pensare al suo torace scolpito, e a quelle sue possenti braccia che mi stringevano a lui fino a poche ore prima...<<Sei ancora qui?>> chiede ironico, scuoto la testa come risvegliandomi da un sonno...<<Si.>> balbetto, <<Si...>> ripeto imbarazzata, per poi infilare in fretta le scarpe.
Mi rigiro per poi ritrovarmelo a pochi centimetri dalla mia faccia <<Perché sei così di fretta?>> chiede piegando la testa di lato, come quando ci siamo visti la prima volta...<<Io devo tornare prima che scoprano che sono uscita!>> spiego senza riuscire a guardarlo in faccia, <<Sicura di voler andare?>> chiede, lo guardo e sono combattuta dal restare ma penso ad Amy e alla sua fiducia...<<Si, devo andare.>> dico, <<Okay...>> mi dice tranquillo, per poi sedersi sul letto e osservarmi...<<Ma così non è giusto!>> dico seria incrociando le braccia, <<Che ho fatto?>> chiede, <<Non puoi guardarmi cosi.>> dico lamentandomi...<<Così come?>> chiede tenendosi sui gomiti stendendosi sul letto, mentre mi osserva... <<No, non funzionerà.>> dico sicura cercando la borsa, <<Cosa?>> chiede ancora...<<Non pensare di  convincermi a restare.>> dico mentre scoppia a ridere, per poi alzarsi e alzare le mani...mentre si avvicina al suo armadio prendendo una camicia bianca. Mette le scarpe,  dopodiché indossa il resto della divisa...per poi mettersi davanti allo specchio per sistemare i capelli.
<<Pronta?>> chiede, <<Si.>> dico per poi seguirlo, usciamo e una volta chiusa la porta entriamo in macchina...dando le indicazioni all'autista.
Una volta giunti fuori la casa di Amy, mi aiuta a scendere dalla macchina...<<Così va meglio?>> chiede, <<Si, grazie.>> dico...<<Andrai alla biblioteca?>> chiede, <<Si, dovrei andarci tra un paio d'ore...>> spiego, <<Allora ciao.>> dice osservandomi...<<Ciao.>> rispondo, mentre lui si avvicina per darmi un bacio, dopodiché aspetta che rientro in casa prima di rimettersi in macchina e andare via.

Una volta dentro per fortuna mi rendo conto di essere ritornata in tempo, dato che stanno dormendo.
Così senza fare rumore, mi reco nella stanza di Amy e la trovo che dorme come un ghiro...dopo aver tolto le scarpe mi sdraio sul letto, con un sorriso da stupida sulla faccia...so che tutto questo porterà guai, ma per il momento non voglio pensare alle conseguenze che verranno.

PUNTO DI VISTA MARKUS
Arrivo al comune puntuale come al solito, vengo fermato da un soldato che vuole mostrarmi delle mappe...ma non posso fare a meno di ascoltare una conversazione <<Ci sei uscito con quella ragazza?>> chiede uno dei due all'altro, <<Più o meno, abbiamo preso un gelato.>> spiega colui che dovrebbe chiamarsi Riley...<<Ma non ho intenzione di arrendermi.>> continua facendo ridere il compagno, <<Signor Ivanov!>> dico facendolo voltare di scatto...<<Comandante!>> dice, <<La voglio nel mio ufficio, adesso!>> dico serio...ma prima di andare via mi rivolto verso di loro, <<Qui si viene per lavorare, non per spettegolare.>> dico serio facendoli deglutire spaventati, <<Signor Ivanov...non ho tutto il giorno!>> dico camminando verso il mio ufficio, seguito da lui.
Entro e dopo essermi sistemato dietro la scrivania gli faccio segno di chiudere la porta, <<Mi dica signore.>> dice...<<Caro Ivanov, lei verrà trasferito oggi.>> dico...<<Cosa?! Ma nessuno me ne ha parlato!>> dice confuso, <<E poi perché?! Credo di aver sempre fatto il mio dovere.>> dice...<<Perché è stato deciso così.>> dico serio, <<Tra un paio d'ore, le verranno forniti tutti i dettagli.>> dico brevemente...<<Signore io non...>> ma non lo lascio finire, <<Vorresti per caso disobbedire ad un mio ordine?>> chiedo serio fissandolo, <<Io voglio seguire i suoi ordini, solo che mi sembra ingiusto...>> dice, <<Quindi pensi che io...prenda decisione ingiuste?>> chiedo, <<No!>> esclama subito, <<Beh...pare che tu mi abbia detto proprio questo Ivanov.>> dico.
<<È solo che...non ho mai dato problemi, svolgo il mio lavoro e sono bravo, il caposquadra non si è mai lamentato.>> dice, oh fidati mi stai dando molti problemi...<<Mi stai mettendo parole in bocca che non ho detto?>> chiedo facendolo deglutire, mettendolo a disagio...<<N-no.>> dice, <<E devo ricordarti chi comanda? O forse, ancora meglio...dovrei ricordarti che mi basterebbero poche semplici parole per rovinarti?>> dico calmo, <<No signore.>> risponde...<<Bene allora!>> dico sorridendo, per poi iniziare a lavorare. <<Può tornare al suo lavoro, Ivanov.>> dico, lo vedo guardarsi intorno amareggiato...per poi sospirare ed uscire dall'ufficio.
Mentre sono immerso nel lavoro qualcuno bussa alla porta, <<Avanti!>> dico senza alzare la testa dai fogli...<<Signore ne abbiamo preso un altro!>> dice, alzo subito lo sguardo per poi alzarmi di scatto...piego le maniche della camicia e faccio loro segno di seguirmi, e così mi reco nel solito posto.

Arrivato vedo un paio dei miei uomini, <<È sveglio?>>...chiedo, <<Si signore. Era già sveglio quando è stato portato qui.>> dice,  <<Ha parlato?>> chiedo, mentre loro negano con la testa...ed io mi limito ad annuire, per poi entrare nella stanza. Vedo un uomo seduto su una sedia, legato dietro a un tavolo...il tizio alza la testa appena sente la porta aprirsi, <<Allora?>> dico una volta dentro...<<Mi hanno detto che non sei un tipo di molte parole.>> dico serio camminando avanti e indietro, <<Che c'è? Sei timido?>> chiedo ironico...<<Si dia il caso, che tu sappia cosa voglio sapere.>> dico, <<Parla!>> gli ordino senza scomodarmi minimamente, posizionandomi dietro di lui...mentre continua a fissare difronte a sé, senza dire una parola.
<<Io ci ho provato!>> dico scocciato, per poi sbattergli di colpo la faccia sulla scrivania...posizionandomi davanti a lui, in attesa di risposte.

PUNTO DI VISTA LEYLA
Sono distratta nel sistemare dei libri, quando all'improvviso qualcuno mi chiama facendomi finire con la testa sotto al bancone...sussulto dal dolore, portandomi una mano alla testa per poi alzarmi per vedere chi è...ritrovandomi davanti la signora Clara.
<<Oh...perdonami cara!>> dice mortificata, mi alzo massaggiando il punto dolorante...<<Cosa posso fare per lei?>> le chiedo, per poi iniziare a servirla.

Dopo un paio d'ore, finalmente posso tornare a casa...ma prima decido di andare in panificio per prendere alcuni di quei panini ripieni deliziosi.
Dopo averli presi, mi avvio verso la strada di casa casa...e una volta arrivata saluto tutti, ripongo i panini e aiuto mia madre a rimettere a posto la soffitta...<<Puoi ridirmi perché lo stiamo facendo?>> chiedo tirandomi dietro un baule enorme, <<È una cosa essenziale se vogliamo mantenere ordine e pulizia!>> dice, mentre scava nei cassetti...alzo gli occhi al cielo, per poi aprire il baule e tossire per la quantità di polvere. Sventolo una mano per poi osservare al suo interno, <<Che cos'è?>> chiedo alzando un vestito, <<Ooh!!!>> dice lei commossa, per poi avvicinarsi e sedersi accanto a me...<<Questo è il vestito, che ho indossato quando tuo padre ha chiesto la mia mano!>> dice prendendolo tra le mani e osservandolo...<<Ma è bellissimo mamma!>> dico sincera, <<Grazie tesoro...>> dice sorridendomi, per poi lanciare un'altra occhiata nel baule.
<<Ooh guarda qui...>> dice tirando fuori  un paio di calzini fatti a maglia, <<I tuoi primi calzini!>> dice amorevole, <<Mamma...cos'è questa foto?>> chiedo prendendo tra le mani una vecchia foto... <<Questa è stata scattata subito dopo la guerra.>> dice tristemente, <<Non puoi ricordare...eri solo una bambina.>> continua, <<E ringrazio dio per questo...>> dice, per poi asciugarsi una lacrima che le riga il viso.

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