Prologo

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Quanto è importante un attimo? In una lunghissima lezione di storia della magia non conta nulla, in uno spettacolo di fuochi d'artificio è abbastanza importante. Ma in quel momento Hermione Granger aveva puntato tutta la sua vita su quell'attimo e, come una partita di poker andata male, aveva perso. Non era riuscita ad afferrare la mano di Ron e lui insieme a Dobby ed Harry si erano smaterializzati lontano da lì. Al sicuro. Avevano una missione e la grifona sperava con tutto il cuore che sarebbero riusciti a portarla a termine anche senza di lei, era quasi certa però che non avrebbe vissuto abbastanza per scoprirlo.

Giaceva tremante sul pavimento del Manor. Ormai era abituata alla freddezza delle mattonelle che le pizzicava il viso; era tutto ciò che riusciva a sentire. Il braccio su cui Bellatrix aveva inciso la scritta "Sanguesporco" aveva bruciato come l'inferno fino a quel momento. Ora anche quel dolore le sembrava ovattato. I muscoli e la testa pulsavano per il breve ma intenso Cruciatus che le era stato inflitto. Aveva messo le sue ultime forze in quel salto. Doveva raggiungere la mano di Ron, anche solo un pezzo di manica, non ce l'aveva fatta e ora ne avrebbe pagato il carissimo prezzo. Risentiva nella sua mente l'urlo dei suoi migliori amici mentre un Dobby quasi morto completava la smaterializzazione. Non sapeva che ne sarebbe stato di lei ma aveva il terrore di scoprirlo. Rimase immobile su quel pavimento ancora un po', in attesa, non tremava più, lacrime silenziose scorrevano veloci fino al pavimento e gli occhi che cercavano di rimanere aperti erano vuoti.
Non vedeva quasi nulla, solo ombre e il rumore di passi leggeri dietro di lei. L'urlo di Bellatrix le sembrava lontano quasi come fosse un ricordo eppure sapeva che lei era lì, a pochi passi dal corpo immobile di Hermione. E si stava avvicinando per lei. Per mettere finalmente fine alle sue sofferenze. In quei pochi istanti aveva accettato la morte, non pensava che sarebbe andata così, le sembrava comunque stupido non essere riuscita a salvarsi vista la possibilità ma sentiva che stava dando la sua vita per la guerra, o meglio per la pace, e non si sarebbe tirata indietro. Riuscì a chiudere gli occhi prima di sentire il vibrare di una frusta magica sulla sua schiena. Si preparò al dolore ma questo non arrivò, possibile che fosse già diventata insensibile? Sentì ancora una volta la frusta tagliare l'aria è strinse gli occhi più forte, ma di nuovo nulla. Giaceva ferma, ma le rotelle del suo cervello cercavano ancora di capire perché il dolore che avrebbe dovuto provare non arrivava. Non trovò risposta. Allora aprì gli occhi, cercando di rimettere a fuoco e scacciando le ultime lacrime si guardò intorno.
Una figura slanciata, imponente ed elegante si ergeva a pochi metri da lei. Vide i capelli biondi e indentificò Malfoy. Quando riuscì a vedere il suo volto, pallido come al solito, si accorse che muoveva le labbra, quasi impercettibilmente e teneva gli occhi fissi su un qualcosa alle spalle della ragazza e lei capì che si dovesse trattare della frusta magica in mano alla zia. Aveva allora compreso che il ragazzo stava scagliando un qualche malocchio sulla frusta che le evitava il dolore.
Sentendosi osservato però il biondo abbasso lo sguardo per un secondo e incrociò quello della grifondoro che aveva sul volto un espressione di terrore mista a curiosità. Quel momento di deconcentrazione venne pagato da Hermione che si ritrovò spiazzata dal dolore. Un respiro le morì in gola e spalancò la bocca per urlare ma non un suono uscì dalle sue labbra. Le lasciò aperte un po' per lo sforzo che richiedeva chiuderle un po' per cercare aria visto che i suoi polmoni avevamo smesso di funzionare. Il bruciore era lancinante, non fece in tempo a riprendersi che un quarto colpo le vibrò sullo stesso punto del precedente. Fece meno male, la ragazza aveva smesso di combattere e si lasciò trasportare dal giramento di testa che la portò a perdere i sensi.

Perdonami// Dramione Where stories live. Discover now