The Devil In Disguise

2.3K 84 25
                                    

Sin da quando i suoi giocattoli preferiti divennero essere semplici mattoncini colorati in gomma - da impilare l'uno sull'altro, da poter stritolare sotto i primi denti neonati senza avvertire alcun tipo di dolore alle deboli gengive rosee, e da sferrare incurantemente colpendo qualsiasi arredo - all'avvenire di ogni suo compleanno, la famiglia di Louis era solita fargli rispettare una di quelle emblematiche tradizioni conservatrici: spezzare tutte le candeline presenti sul dolce, fatte sprofondare in egual modo sulla superficie glassata della torta rigorosamente preparata in casa.

Nessuna doveva essere risparmiata, recitava l'usanza. Altrimenti, in caso contrario, la cupidità tanto ambita non avrebbe assunto le sembianze della realtà.
Allora, tanto timoroso di vedere il suo desiderio irrealizzato, nel pieno della tenera età, Louis non riponeva neppure un briciolo di pietà in quei pezzi di cera solidificata; e quand'anche una delle sue sorelline prendesse a smaniare, strepitando nelle braccia della madre o nelle fibbie del proprio carrozzino, volendo afferrarne una, lui ignorava ogni loro lamento. Stringendole tutte al petto ed insinuando un senso di pura gelosia, tentava di nasconderle agli occhi altrui nella maniera più assoluta. La maglia che portava indosso si sporcava inevitabilmente di ghiaccia e i visi più infantili assumevano un'espressione sempre più rattristita.

Ciononostante, non sembrava davvero importargli.

Indisturbato, cominciava quindi a riflettere sul suo desiderio. Un camioncino dei giocattoli; un nuovo pallone da calcio; delle racchette da pingpong o forse un mantello simile a quello di Superman. Poi, nell'esatto momento in cui la presa delle sue dita diveniva salda attorno all'estremità della cera e un rumore secco si faceva udire - paragonabile a quello di uno schiocco, timido quasi - puntava gli occhi cristallini al soffitto ed esprimeva il suo più grande sogno nella speranza di vederlo realizzarsi prima o poi. O che, magari, si materializzasse sotto il proprio naso in quell'esatto momento.

Tra una torta di compleanno e una vigilia di Natale felicemente festeggiati, il bambino crebbe, le candeline si aggiunsero una ad una e i desideri continuati ad esprimere mutarono annualmente la loro accezione.
Questa volta, all'agrodolce età di venticinque anni compiuti allo scoccare della buia mezzanotte, Louis aveva trascinato con sé quella tradizione, ripiegando i suoi angoli e sistemandola nel proprio bagaglio insieme ai suoi vestiti già ordinatamente disposti e pronti ad essere intrisi dell'urbano odore appartenente alla solenne New York, dove lui e il suo fidanzato stavano trascorrendo le vacanze natalizie.

Placidamente immerso nell'acqua calda di una maestosa vasca da bagno, poggiava la nuca su di una spalla del ragazzo. I capelli pregni erano tirati in dietro, le palpebre socchiuse e i muscoli della schiena rilassati contro il petto del maggiore che lasciava roteare il proprio indice dolcemente, in un unico punto, facendo nascere piccoli vortici mansueti tra le bolle di sapone che man mano venivano risucchiate; così, le osservava sparire sotto la debole prepotenza di quel turbinio.

«Harry..» lo aveva richiamato sorridente, sebbene con fare pigro, quando percepì quella stessa falange cominciare a solleticargli giocosamente la pelle del braccio manco.

Un'immensa lastra di vetro abbuiata sostituiva una parete della stanza. Si intravedevano gli edifici della città, le strade ridotte ad insignificanti linee parallele e i negozi indicati da cartelli luminosi, il chiaro di luna velato e i grandi schermi argentei.

Risiedevano al sedicesimo piano di un faraonico hotel situato nei pressi del nocciolo newyorkese, in un vero e proprio grattacielo con appartamenti di lusso e svago garantito. Soggiornavano in quella suite da un paio di notti ormai. Le prime ore di quella mattina le avevano trascorse vagabondando tra i vicoli della città, sorseggiando un bicchiere di cioccolata calda, stringendo nelle mani una macchina fotografica usa e getta e, soprattutto, festeggiando l'avvicinarsi del compleanno di Louis ed in secondo luogo quello della vigilia di Natale. Avevano percorso i tratti più conosciuti, attraversato alcune piazze e seduto su una panchina di Central Park con i piedi sfranti e la vescica piena.

The Devil In Disguise [L.S.]Where stories live. Discover now