Come nasce un mostro

Tempi Soffici

"è strano, non è vero?"

"che cosa?" chiese Norno

"come sia silenziosa la foresta oggi" rispose Nikki

"non ci avevo fatto caso, sinceramente"

Nikki tacque, torcendo le orecchie prima indietro, poi avanti, poi a lato, come se cercasse qualcosa.

"qualcosa ti preoccupa?" chiese Norno

Nikki continuò il suo silenzio, mentre il volto le veniva rigato da un'espressione preoccupata.

"Hei, che succede?" domandò nuovamente lui, con aria preoccupata

"Mmphf, niente, niente di interessante almeno" rispose lei

"In che senso?"

"Non lo so, è che... questa foresta, sembra tutto così strano"

"Non capisco, viviamo qui da tutta la vita, è sempre stata così, cos'ha oggi che non va?"

Nikki, dopo aver guardato per qualche secondo verso il terreno, spostando un fiore con lo zoccolo della sua gamba destra, estese velocemente il volto verso l'alto, scorgendo il sole del primo pomeriggio che si affacciava tra le chiome degli enormi alberi di melliflua che dominano la foresta.

"Non è oggi, è sempre"

Queste parole arrivarono alle orecchie di Norno come un sasso al centro di un lago, rompendo un silenzio all'interno dei suoi pensieri a cui non riusciva a dare un senso, domandandosi se la sua amica di sempre stesse nascondendo qualche pensiero, e da quanto questo stesse succedendo, che lui, nella sua leggerezza, non era riuscito a percepire.

Ci fu un silenzio profondissimo di alcuni secondi, mentre Norno rifletteva e studiava quelle parole, ripensando a tutti i comportamenti della satira degli ultimi giorni, chiedendosi come mai non avesse notato niente di strano che potesse annunciare un'affermazione simile.

Fu proprio Nikki ad interrompere questo silenzio, chiedendo a cosa dovesse questo silenzio, poichè era convinta di non aver detto niente di così tanto incomprensibile, ma Norno non aveva modo di capire bene questa domanda, tanto era concentrato nell'analisi dei comportamenti della sua amica negli ultimi giorni.

Era strano per Norno doversi fermare a riflettere su argomenti che lo preoccupavano così tanto, "i satiri non si preoccupano", gli ripeteva sempre suo padre, un motto che nei suoi 12 anni di vita aveva sentito così tante volte che ormai non rifletteva neanche più sul significato.

Qualsiasi pensiero che non riguardasse cibo, bevande, giochi, balli e feste non sono argomenti da satiro, che vivono nelle foreste proprio per fuggire dalle preoccupazioni della città, dal lavoro, dal denaro e da tutte quelle cose normali per Umani, Elfi, Gnomi e Nani. L'unico pensiero di un Satiro è quello di inventarsi qualche nuovo trucco per rendere interessate il proprio ballo o spettacolo, per far si di accaparrarsi qualcosa da mangiare o da bere in più per gli spettatori delle esibizioni che si tengono ogni sera nell'anfiteatro situato ad ovest, appena fuori dalla foresta di WonderWood, dopo il quarto incrocio della sesta via, a sinistra, alla fine della nebbia, nell'estremo est della città di CometStone, importante crocevia commerciale senza padre e senza padrone, enorme metropoli con una popolazione residente infima, bassissima, formata solo dai proprietari e lavoratori delle attività commerciali, che vivono grazie alla smisurata quantità di mercanti itineranti, avventurieri e mercenari che passano da lì per raggiugere il sud o il nord.