Una poesia sulla laguna

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Dalle stelle ho tratto origine,

Polveri cosmiche che mi hanno dato vita,

E grazie a loro ho incontrato te,

In un luogo nascosto del mondo.


Il mio cuore ha ritrovato la pace,

E le mie ferite sono state guarite,

In un mondo dove la magia ancora esiste,

E tra le nuvole abbiamo volato insieme.


Nell'abisso trasparente del mare,

Tra fiori giganti, ci siamo amati,

E alle stelle devo la mia gratitudine,

Per questa esperienza divina e indimenticabile.


Ho assaporato ogni parte di te,

La tua essenza alienante,

E ho sentito i brividi cosmici

Che si attanagliavano nel mio cuore.


Ma la tua bellezza ha trionfato,

Ogni tuo respiro una melodia celestiale,

Ogni tua parola un incanto,

Ogni tuo sguardo una rinascita,

Così vividi da essere tessuti nell'eternità del tempo.


I tuoi odori erano il nettare della mia esistenza,

I tuoi seni un risveglio nella mia primordialità,

I tuoi baci un calore che non si estinguerà mai,

I tuoi occhi così strani un ricordo indelebile,

Le cui forze più ostiche dell'universo non saranno mai in grado di spezzare, quella seta preziosa del nostro amore.


Aurielle, tu vivrai per sempre,

Io purtroppo me ne andrò,

Ma il nostro amore sarà immortale

Come un filo intrecciato dalla Musa più ostinata.

Anche quando un giorno, il cielo, le stelle

si spegneranno nell'eterno buio,

Il nostro amore sarà l'unica cosa che brillerà per sempre.


Il giovane poeta, con un sorriso sulle labbra, chiude delicatamente il suo tesoro di parole, e si adagia contro il pino marittimo, sentendone la rugosa corteccia contro la sua schiena. La sua attenzione è rapita dalla bellezza della laguna che si estende davanti ai suoi occhi, con il sole che accarezza la sua pelle. Gli odori della natura gli parlano, mentre respira profondamente. La resina del pino gli invia un messaggio, accompagnato dal salmastro dell'acqua. La pace della natura lo circonda, gli uccelli cantano e le foglie ondeggiano al vento. Il giovane si sente parte di questo mondo, e sa che questa tranquillità è effimera, ma è determinato a catturare queste sensazioni, questi odori, questi suoni, queste visioni in poesia per conservarli per sempre.

Vede i pescatori impegnati nella cattura dei pesci, mentre le barche dondolano sull'acqua. I pescatori sono vestiti con indumenti pesanti e resistenti, con cappelli di lana per proteggersi dal sole. Alcuni di loro fumano sigari mentre altri cantano canzoni tradizionali. In lontananza, il giovane vede dei cavalli che pascolano serenamente tra l'erba alta e i cespugli di vegetazione, accompagnati dai loro cavalieri innamorati e dalle loro dame eleganti, sedute in groppa con grazia. I cavalli sono ben curati e hanno un pelo lucido al sole. I cavalieri, con i loro abiti scuri e cappelli in paglia, guidano i loro cavalli con destrezza e padronanza. Le dame, con i loro abiti sontuosi e cappelli ornati, ridono e chiacchierano con i loro accompagnatori mentre si godono la gita fuori dalla città Veneziana, lasciando alle spalle la vita frenetica della città per immergersi nella pace e nella bellezza della natura. Il giovane vede il loro sorriso e sente le loro risate, mentre si godono questo momento di felicità e serenità. La Musa si risveglia. Il suo sguardo è attratto dal castello in lontananza, il luogo da cui ha scoperto l'accesso a quel mondo misterioso. Un brivido di emozioni gli attraversa il corpo, mentre i suoi nervi si risvegliano. L'eccitazione e l'intensità del suo cuore sono anni luce più profonde e più intensi dei loro amori. Quelle sensazioni arrivano da un mondo lontano, il cui passaggio è racchiuso all'interno di quelle mura. Sorride, si alza e corre a fare l'amore un'ultima volta con quell'entità eterea del mondo, in quella che una volta era la Laguna di Caorle nel 1824.

Una poesia sulla lagunaWhere stories live. Discover now