Prologo

2K 62 38
                                    

Loro sono qui.

Con i loro visi perfetti, a braccetto con il loro ego e le loro grandi famiglie che li proteggono da ogni accusa che il Mistero della Magia fa a loro carico.

Mattheo Marvolo Riddle, Theodore Nott, Tom Marvolo Riddle e Draco Malfoy, sono i ragazzi più popolari della scuola.

Elogiati dai Serpeverde, amati dalle quindicenni e dalle giovani adulte, e i servitori preferiti, nella fascia dei giovani Mangiamorte, del signore oscuro.

Ma tutti sappiano che il giovane Tom ha sempre voluto e preteso di prendere il posto di suo padre.
Tutti vogliono il potere, in fin dei conti.
Ma il signorino in questione lo brama, lo desidera a tutti i costi. Ucciderebbe per essere il migliore.

E sappiamo anche che il signorino Draco Malfoy non voglia veramente stare tra i Mangiamorte.
A lui non divertono le azioni che commette, ma sta comunque in silenzio a servire ogni capriccio di Lord Voldemort e dei suoi genitori.

Debole di cuore dentro, cattivo come Lucius Malfoy al di fuori.

Theodore Nott, invece, è una via di mezzo tra questi due soggetti. Una copia di Tom e Draco, ma con un pizzico di finto buon cuore quando deve manipolare le menti altrui, per ricavare ciò di cui ha bisogno in quel momento: segreti, scappatelle di poco valore o qualunque altra cosa.

Mattheo Marvolo Riddle non l'ho lasciato per ultimo perché di poco valore o troppo banale come persona.
Lui è un giovane uomo con poteri, per mia sfortuna, straordinari, con tanti segreti che tiene all'oscuro di tutti, ottimo a nascondersi in mezzo alla folla e con un' ammirevole capacità di infastidirmi.

Per quanto ci parli e lo frequenti da anni, io di lui non so quasi niente e, ahimè, questo va a mio svantaggio.

«Ciao, bellissima». Il ricciolo si siede affianco a me, ignorando l'accaduto spiacevole di ieri.

«Sparisci. Sono ancora arrabbiata con te», ribatto, innervosita. Mi do una piccola spinta, facendo strisciare rumorosamente la sedia al lato sinistro, così da stare il più possibile lontana da lui e dal suo atteggiamento.

Sposta nuovamente lo sguardo su di me e sento una piccola risata uscire dalle sue labbra.
Non è il caso di ridere, Riddle.

«Non ridere», dico, con freddezza. Incrocio le braccia e allungo le gambe sotto il tavolo per mettermi comoda.

«Scusa, madame». Mi si avvicina leggermente con la sua sedia e appoggia gli avambracci sul banco di legno.

Il baccano della classe riempie ogni angolo della nostra aula, attendendo l'arrivo di Piton e l'inizio della lezione sulla Difesa contro le Arti Oscure. Oggi, noi Serpeverde e Grifondoro, dovremo sopportare queste due ore in compagnia dell'uno e dell'altra.

Elettrizzante.

«Hai una bella faccia tosta a presentarti a lezione dopo quello che hai fatto ieri», sputo fuori, dopo vari minuti che nessuno dei due accennava parola.

«E che cosa avrei fatto ieri», si allunga con il busto per avvicinarsi al mio pallido viso.

Socchiudo gli occhi. «Mi hai sputtanata davanti a tutti. Mi hai seriamente messa a rischio, i professori potevano iniziare a dubitare di me», sussurro, alterata.

«Dillo più ad alta voce», mi provoca.

Mi mordo violentemente il labbro per sfogare la rabbia che mi logora dentro, intenzionata a mantenere il minimo autocontrollo che possiedo.

«Ho fatto quello che meriti». Prende la penna appoggiata sul mio banco, ed inizia a scrivere qualcosa sulla pagina bianca del mio quaderno per gli appunti.

My End | Mattheo Riddle Donde viven las historias. Descúbrelo ahora