12: "Sete"

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SHIVA'S POV

Ascolto la chiamata fra il mio ragazzo e il suo amico.

《Pronto Pasquale.》

Silenzio.

《Eh perché io e Shiva abbiamo bisogno di dormire da qualche parte, perché prenotare un hotel a quest'ora nun ha senso. Se tu potresti farci da hotel...》

Altro silenzio.

《Eh scì, abbiamo litigato.》 Risate di Vincenzo.

Si stavano riferendo a Lucrezia per caso?

Ancora silenzio.

《Grazie ammò, sei un fratello vero.》 E chiude la chiamata.

Io gli chiedo che cosa si siano detti, e il rozzanese mi risponde che sì, Pasquale ci può ospitare per questa notte, ma anche per altre notti se ne abbiamo la necessità.

Rimaniamo zitti finché non sentiamo un rumore elettronico: il suo amico ci ha aperto il cancello. Vincenzo mi fa strada davanti a me, mi fa proseguire fino alla porta d'ingresso ed essa si apre. Si para davanti a me un uomo alto, pelle abbastanza scura, capelli corti bruni e barba dello stesso colore; indossa una canottiera bianca, dei pantaloncini sportivi e delle pantofole blu.

Come fa a stare cosí?! Io sto morendo di freddo, siamo a novembre! Beh, perlomeno ha le pantafole ai piedi e non le crocs

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Come fa a stare cosí?! Io sto morendo di freddo, siamo a novembre! Beh, perlomeno ha le pantafole ai piedi e non le crocs...

Lui e Paky chiacchierano mentre io sono ancora sovrastato da Rondo da Sosa, me, il mio ragazzo e Mattia stesso in uno spazio enorme, come una piazzia, tutti e tre circondati da persone, mentre Rondo dice quella frase a voce alta, e ci ridicolizza davanti a tutti quanti, nessuno escluso. Sto già immaginando i commenti, i post che avranno fatto su di noi, vorrei assolutamente vederli, ma allo stesso tempo voglio eliminarmeli dalla testa e passare una notte tranquilla col mio ragazzo.

Pasquale ci invita ad entrare in casa. É messa decisamente male: il salotto è piccolo, ci sono soltanto un divanetto rovinato di pelle marrone, un televisore a tubo catodico poggiato su un tavolino di legno che sembra instabile, ed uno scaffale con dei libri di non so cosa e una pianta. I muri sono bianchi, ma non puliti, c'è qualche macchia.

Attraversiamo il stretto corridoio di cui il pavimento é in legno, e ci dice con voce calorosa: 《Questa è la vecchia stanza delli fratill mij, potete sta 'ca.》 E ci da la buonanotte, e poi andando in chissà quale stanza.

Accendo il cellulare per vedere che ore siano, ma quando l'accendo mi viene un colpo d'ansia improvvisa. Mi é bastata guardare una sola notifica per farmi gelare il sangue, fra mille altre.

"@rapperslives ti ha taggato in un post."

Vincenzo mi vede non molto stabile, e quindi mi accarezza la spalla.

《Nun guardà niente adesso,》 Poi si siede su uno dei due letti e mi dice ancora guardandomi negli occhi: 《dormiamo, mh?》

Spengo il cellulare maledetto, sospiro e lo poggio sul davanzale dell'unica finestra presente nella stanza. Sul davanzale c'è anche un posacenere grigio, in cui dentro ci sono due mozziconi di sigarette. Non voglio sapere da quanto tempo sono state lì ferme.

CI STAI TU NELLA MIA MENTE - paky x shivaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora