16 Giugno.

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"Mami oggi è il compleanno di Alex." Questa è mia figlia che sta saltando sul mio letto alle 9 di mattina.

"Buongiorno anche a te amore mio."

"Dai mami alzati. Abbiamo il treno, incontriamo gli zii. Non vedo l'ora di incontrare Zio Chri e zio Matti."

"Si ma dammi qualcosa in cambio."

Mi abbraccia e mi da mille baci.

Ci alziamo, scendiamo al piano giù per fare la colazione.

Lei il biberon, la mattina cerca solo quello con i biscotti all'interno.
E io rigorosamente thè alla pesca.

"Allora amore, dobbiamo passare a ritirare il regalo di Alex."

Ho ansia? Si.

Stiamo per partire per Como. Porto con me Auri perché i miei non ci sono, sono dai miei zii a Roma.

Ho paura, rivedrò la famiglia di Ale dopo anni. E non sanno di avere una nipotina, si li ho sentiti per tutti questi anni, non ho perso rapporti con nessuno di loro. Soprattutto con Fede. Ma non sanno di Auri.

Ale non sa che stiamo andando da lui, sapeva che sarei partita per Roma con i miei anche io.

Sa solo che saliranno gli altri.
Quasi tutti certo.
Luigi, Chri, Matti, Caro, Albe e Sere. Anche gli unici che lui reputi amici stretti, o almeno questi so io, con cui ho complottato per fargli questa sorpresa.

I miei erano felici di questa cosa, hanno paura anche loro. Ma, mi hanno detto che la vita, e le scelte sono mie.

"Auri andiamo. Hai scelto i giochi da portare?"

Staremo via solo 3 giorni, ma lei porta con se sempre qualche gioco. Ho prenotato l'albergo perché non volevo disturbare e poi Auri ha i suoi spazi, e io non voglio dar fastidio la mamma e la sorella di Ale.

Sento un suono di un clacson.

È Giacomo.

Sale con noi, e adesso andremo in aeroporto.

Ci accompagnerà suo padre.

Giacomo e Alex hanno "recuperato" il rapporto.

Si sentono quasi tutti i giorni, si telefonano.
Perché Ale si sente in colpa, e Giacomo ha voluto fargli una sorpresa.

E adesso noi tre andremo a fargli una mega sorpresa, o almeno spero.

Ho paura della sua reazione, magari non vorrà far sapere ai suoi che è padre.

"Ciao vita mia, come stai?" Mi dice Giacomo ridendo.
"Mi sto letteralmente cagando addosso, e tu?" Gli rispondo mentre metto le cose in macchina.

"Bene, anch'io in ansia. Però dai pensa il lato positivo, andrà bene. Sono più che sicuro."

"Ma speriamo Jack, che sennò faccio saltare tutto."

"Buongiorno Giulio, come stai?" Dico al papà di Giacomo, che è come se fosse anche un po' il mio di papà. Ci conosciamo da anni, e poi i suoi sono grandi amici dei miei genitori.

"Bene violetta, pronti? Ciao patatina."

Violetta, è un nome che simboleggia il nomignolo del mio nome affibbiato alla serie che guardavo.

Ti ho aspettata, per sempre.Where stories live. Discover now