Night Changes

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Il giovane Harry Styles era orgoglioso della sua famiglia.

Sua madre lavorava in una panetteria, lo stipendio non era alto ma, nonostante questo, riusciva sempre a non far mancare nulla a lui e a sua sorella Gemma.

Anche suo padre aveva un impiego modesto, era capo area di un call center al servizio di una delle più importanti reti televisive del paese e, anche se sembrava una posizione imponente, non lo era affatto. Ma anche lui, come sua moglie, riusciva sempre a non far mancare nulla ai suoi figli.


L'orgoglio più grande di Harry, però, era la sua adorabile nipotina di sei anni, che venerava come una figlia, e per la quale si sarebbe gettato nel fuoco.

Si chiamava Molly, e Harry poteva giurare che sua sorella non avrebbe potuto fargli regalo più grande.

Adorava i bambini, ma sapeva che non avrebbe mai avuto l'opportunità di averne uno tutto suo, quindi per questo aveva deciso di riversare tutto il suo affetto paterno su quel frugoletto dai capelli biondo cenere e gli occhi azzurri che lo guardava in un modo che gli apriva il cuore.

Avrebbe fatto di tutto, per lei, e qualcosa lo aveva già fatto, anche quello di cui non era capace, come il ritrovarsi a pattinare sul ghiaccio pur di vedere il suo sorriso radioso comparirle sul viso.


Gemma, purtroppo, era una mamma single. Il suo ragazzo, che le aveva promesso di sposarla, col quale stava da sempre, l'aveva abbandonata appena aveva saputo che sarebbe diventato padre. Tipico. Harry gli aveva anche spaccato la faccia, una volta, senza preoccuparsi di eventuali denunce che, per fortuna, non erano arrivate.

E Gemma aveva pianto per settimane tutte le sue lacrime perché non aveva idea di come avrebbe fatto a crescere un bambino tutta sola e senza un lavoro.

Aveva solo diciannove anni, e di certo non aveva in programma di abbandonare gli studi all'accademia di moda per fare la mamma, ma aveva Harry con lei. Ed era per questo che lui era orgoglioso anche di sua sorella: aveva scelto sua figlia, l'aveva messa davanti anche a se stessa, perché Harry le aveva promesso che, se fosse stato necessario, le avrebbe fatto sia da padre che da zio.


Era un doppio ruolo che a Harry veniva benissimo, la bambina ormai lo chiamava per nome per non offenderlo, perché la parola zio non le piaceva, e perché non aveva mai avuto nessuno da chiamare papà.

Era intelligente, Molly, proprio come sua madre.


Quel giorno faceva parecchio freddo, a Londra, ma lei era stata irremovibile: dato che la mamma era occupata col tirocinio di trucco sempre più spesso e stavano rimandando continuamente, quel giorno sarebbe andata a pattinare anche con Harry che non ne era capace, altrimenti non avrebbe mangiato.

Come ho detto, Molly era davvero intelligente.


Harry aveva, così, acconsentito a coprirsi per bene, aggiungendo un altro maglione di pile a quello che stava indossando, e cambiando cappotto, nella speranza che non si mettesse anche a nevicare, altrimenti su quella pista ghiacciata ci sarebbe rimasto per sempre.

Come Gemma potesse stare tranquilla nel far fare quella cosa alla sua bambina proprio non lo capiva ma, considerando come andò a finire quella giornata, molto probabilmente avrebbe rimpianto a vita l'essere rimasto a casa al calduccio.


Quando erano arrivati in quel posto da incubo, Harry aveva impiegato dieci minuti buoni per capire quale fosse il pattino destro e quale quello sinistro sotto lo sguardo divertito di alcuni dei presenti e del suo piccolo raggio di sole che aveva delle enormi scocche rosse al posto delle guance per il freddo. E ora si stava preoccupando di non farle venire la bronchite, assicurandosi che la sciarpa la coprisse per bene, che il berretto di lana fosse ben calato sulla fronte e, soprattutto, che si allacciasse il casco come si deve.

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