4 - Lezioni da Re

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e di un attento ascoltatore,
che ha fatto della pazienza
la chiave per aprirgli il cuore.

e di un attento ascoltatore, che ha fatto della pazienzala chiave per aprirgli il cuore

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Giunto davanti ai cancelli del palazzo reale, Baset aveva emesso un sonoro sbuffo.

Jungkook, ora intento a legare la corda attorno alla staccionata con molta più concentrazione di quella che sarebbe servita, non avrebbe potuto esprimersi meglio del suo cavallo.

Il giorno precedente, dopo essere tornato alla fattoria Jeon, aveva liberato Baset da sella e finimenti e, assicuratosi che l'abbeveratoio fosse pieno, aveva iniziato il solito giro degli animali.
Alle galline aveva dato un secchio con rimasugli dei pasti della famiglia ed erba di campo, in cui proliferavano lombrichi e chioccioline; poi, aveva controllato che sua madre o un aiutante, spesso il figlio dei vicini in cambio di qualche spicciolo, avessero già raccolto le uova; e, infine, era passato al recinto che ospitava le mucche.
Si era accertato che avessero mangiato, che l'acqua non fosse evaporata del tutto dal grosso catino in legno ed era corso nel fienile, giusto un attimo prima che suo padre uscisse zoppicando dalla porta di casa.

Le ore restanti della giornata, Jungkook le aveva trascorse a lavorare nei campi, il più lontano possibile dalla fattoria, e a evitare i suoi genitori.
Tutto ciò di cui aveva bisogno era tempo, tempo per inventarsi quante più bugie possibile sulla lezione tenutasi al palazzo reale, perché temeva che se i suoi genitori avessero saputo che razza di essere viscido e altezzoso era diventato il Principe, ne sarebbero morti.

«Non abbiamo altra scelta, vero Baset?» sussurrò all'orecchio del suo cavallo, prima di chiudere gli occhi e appoggiare la fronte contro il suo collo.
Il manto nero, riscaldato dai primi raggi del sole che baciavano le mura di Amàdris, gli rubò un sorriso.

A differenza del giorno precedente, questa volta Jungkook non fu colto di sorpresa dall'arrivo del Principe.
Si era appena tirato su per lasciare a Baset lo spazio necessario a sgranchirsi un po' le zampe, quando, guardandosi intorno, aveva colto la figura del Principe che camminava nella sua direzione.
Ipotizzò che lui, invece, non si fosse affatto accorto della sua presenza, poiché procedeva con lo sguardo puntato sul prato.
Ogni tanto, però, gettava rapide occhiate alla sua destra.
Nonostante Jungkook fosse distante una ventina di metri, riducendo gli occhi a due fessure ebbe l'impressione che la bocca del Principe si muovesse, come se lui fosse immerso in una fitta conversazione.
Impossibile, rifletté Jungkook, non c'è nessuno al suo fianco.
Doveva essere qualche strano gioco di luce.

Si accorse che anche quel giorno portava un mantello che gli ricadeva morbido dalle spalle e, sulla fronte, le ciocche castane che non aveva intrappolato nel codino si muovevano seguendo il ritmo della brezza marina.

Un sorriso più grande degli altri gli aprì le labbra rosee e Jungkook, che aveva appoggiato la schiena al fianco di Baset, si raddrizzò con un movimento repentino.
Deglutì a vuoto, cercando invano di scacciare una strana elettricità avvertita alla base della gola.
Senza perdere altro tempo, si girò e slacciò le fibbie che assicuravano la borsa alla sella.

Taharis - La leggenda del Principe Triste | TaekookWhere stories live. Discover now