𝖈𝖆𝖕𝖎𝖙𝖔𝖑𝖔 𝖔𝖙𝖙𝖔

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CAPITOLO OTTO


«Eveline, stai bene?» Sollevo lo sguardo dal piatto. Hermione mi sta guardando con le sopracciglia sollevate, così come Ron ed Harry.

«Sì, certo» abbuisco abbassando gli occhi, «ho solo dormito un po' male.» Mostro un sorrisetto abbozzato per tranquillizzarli.

Non è una bugia ma neanche la verità.
Continuo a ripensare a ciò che è successo ieri notte, come se potessi ancora vedere le scaglie e i denti di quel mostro che strisciava nella stanza. 

Anche se vorrei sfogarmi non posso raccontare nulla di ciò che è successo, perché il serpente ha detto che avrebbe ucciso chiunque lo venisse a sapere. Non oso neanche immaginare cosa potrebbe fare quella creatura tra i corridoi del castello e di certo non voglio mettere a rischio i miei amici.

Eppure ho ancora tante domande che mi ronzano nella testa.

Il serpente ha detto che non può uccidermi e ha riconosciuto il mio sangue. Ha anche detto che alcune camere devono restare segrete a chi non ha il diritto di vederle, quindi ciò significa che a me si è presentata perché ne avevo il diritto. 

Non so cosa significhi, ma deve avere a che fare con qualcosa di me che non conosco. Con le mie origini. Con i miei genitori di cui non ho mai saputo nulla, forse.

Le domande mi divorano.

«Avete mai sentito parlare di luoghi nascosti qui ad Hogwarts?» chiedo ai tre grifondoro mentre rigiro la forchetta nel piatto. «Del tipo nascosti e pericolosi.»

«Intendi come la maggior parte del castello?» scherza Harry ed io lo guardo storto.

«Da quando ti importa di queste cose?» fa Hermione prendendo un pezzetto di frutta dal vassoio della colazione. La conosco abbastanza da capire che sta per arrivare una ramanzina.

«Da quando preferisco passare il mio tempo più fuori che dentro la mia Casa» sollevo le sopracciglia con un sorrisetto. «Vorrei evitare certe zone, se possibile.»
Hermione si rilassa.

«Ma guarda caso i posti peggiori sono proprio nei pressi di Serpeverde» spunta Fred vicino alla mia spalla.

Ron allarga le braccia: «Ma voi due ascoltate tutte le nostre conversazioni?»

I gemelli si mettono a ridere ma non posso lasciare andare la mia curiosità. «Perché dici questo?»

«I sotterranei sono un brutto posto» continua George, «qualcuno dice che si estendono per chilometri sotto al castello.»

«Si pensa che nascondano creature centenarie sigillate da potenti incantesimi» dice Fred, «pronte ad uscire e balzare sui poveri studenti!» mette le mani come due artigli e si avvicina velocemente a me.
Lo spingo dalla spalla e si mette a ridere.

«Smettetela» fa Ron scrollando le spalle come se avesse un brivido. «Paura di finire lì sotto, Ronald?» lo prendono in giro i gemelli.

«Ma è vero o ve lo state inventando?» inarco un sopracciglio.

«Tutto vero, madame» George si porta la mano sul cuore.
«Semplicemente nessuno è mai tornato per raccontare cos'ha visto» ride Fred.

Rido anche io per nascondere i brividi sulla schiena.
Se ieri non fossi finita in quella stanza penserei che stanno scherzando, invece tutto ciò che ricordo è un incubo e se non fosse per nascondere il mio terrore ridere è l'ultima cosa che mi verrebbe in mente.

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Imperio | Mattheo RiddleWhere stories live. Discover now