~Capitolo sei~

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Il giorno dopo... per fortuna... avevo lezione all'università la mattina, così almeno avevo la possibilità di non incontrarlo, e di non pensarlo avendo la testa occupata, attaccavo il turno all' ospedale il pomeriggio e lui di solito il pomeriggio non le faceva mai le visite preferiva la mattina, ritornava avvolte solo per aspettare me, ma vista la situazione non credevo proprio che venisse e invece...mi sbagliavo uscita dall'Università presi l'auto e andai diretta a lavoro, mi cambiai nel mio ufficio provvisorio finalmente ne avevo uno tutto mio, e non ci pensai un attimo ad abbellirlo come dicevo io, alle pareti bianche smorte appesi le mie foto con le mie colleghe dell'università e il mio diploma, sulla mia scrivania invece copiai l'idea di mamma e misi le mie foto, e quelle con i miei genitori, una volta pronta uscii dal mio ufficio che si trovava a pochi metri da quello del dottor Romano, e passando lì davanti non potei far finta di non sentire le urla che provenivano da dentro, così mi misi ad origliare e sentii:

" Non devi più permetterti di dire le mie cose , le mie condizioni in giro chiaro? Io sono libero di fare quello che voglio, è la mia vita non la tua " disse Tomasso riconnossi la voce

" Ma non lo capisci che lo faccio per te , per la tua salute ,per la tua vita, le tue condizioni sono molto peggiorate Tommasso, potresti anche non arrivare ai 40 anni se continui di questo passo, e se veramente ci tieni a quella ragazza devi dirglielo, devi farti aiutare" rispose il dottore

" Non immischiarti, limitati a fare il medico, ho già perso tanto, non voglio perdere anche lei per questa maledetta cosa , non voglio ripetertelo non violare più il segreto professionale " rispose lui

Io mi scansai subito da davanti alla porta perché sentivo che si stava aprendo, feci finta di passare lì davanti in quel momento lui mi vide e mi disse:

" Che fai adesso ti metti ad ascoltare anche le conversazioni? " In modo spocchioso

" Non ho sentito niente, sono passata adesso, perché dovevo sentire qualcosa?" Chiesi

"No niente, buona giornata" mi rispose e se ne andò...

Aspettai che ad uscire fosse anche il dottore , ed entrai sapevo che era una cosa che non andava fatta ma ero troppo sconvolta da quello che avevo sentito, così cominciai a rovistare tra i fogli, cercai dappertutto la cartella clinica di Tommaso ma non trovai niente, molto probabilmente il medico se l'era portata via con sé, così sistemai ed uscii.
A fine serata ad aspettarmi fuori c"era lui Tommaso, mi avvicinai

"Ciao" mi disse lui, poi continuo;

"Scusa per stamattina mi sono comportato male con te, tu non c''entravi niente , ti va di fare due passi ho un po' di cose da spiegarti"

Io non risposi niente acconsenti solo con la testa, volevo che questa volta mi spiegasse tutto senza interruzioni

"Sai questa cosa che ti sto per raccontare è molto molto importante per me, ogni volta che la racconto mi spavento sempre io un po' più degli altri, forse è perché mi fa tanta paura ma lo nascondo...beh senti Greta le visite che faccio dal dottor Romano non sono solo dei semplici controlli di routine, ma purtroppo c'è molto di più sotto...sono malato Greta, sono malato" mi disse con un mezzo sospiro di sollievo

" Cosa? , Cos'hai? ..." chiesi quasi pietrificata dalla notizia

" Ho la sindrome di Brugada, e da quello che ho capito il mio cuore può smettere di battere in qualsiasi momento adesso, domani, dopodomani, non si sa , l'ha aveva anche mio padre e a l'età di 40 anni se lo è portato via, mia madre non ha retto troppe cose per lei la morte di suo marito, le spese e si è tolta la vita, io so di averla ormai da 6 anni , fino adesso era stazionaria, ma a causa della mia poca attenzione sta peggiorando" mi raccontò in modo quasi rassegnato

" Non ci credo, non è vero , non può essere , non ci credo ! non ci credo ! non ci credo! " continuavo a ripetere accovacciandomi per terra sul marciapiede piangendo...

'' Sapevo che dicendoti questa cosa ti avrei stravolto tutto, ma non potevo continuare a tenermi tutto dentro, avrei fatto del male sia a me che a te, avrei potuto continuare a uscire così con te per passatempo senza dirti niente, ma non posso e non voglio perchè adesso ci sono in ballo dei sentimenti nei tuoi confronti, ora che sai tutta la verità la scelta sta a te, ti lascio tutto il tempo che vuoi, ti chiedo solo una cosa se decidi di starmi accanto ti prego per favore di non farlo per pena ma per amore '' disse mettendosi accovacciato davanti a me.

'' Tomasso io non avevo idea di tutto ciò, si ti avevo sentito parlare con il dottore ma non pensavo si trattasse di questo, ti prego perdonami Tomasso ma ho bisogno di tempo'' dissi, poi presi le mie cose e ne ne andai.

Fino all' ultimo respiroWhere stories live. Discover now