Significant ones

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Dopo essersi diplomato, non era di  certo rimasto con le mani in mano: Jimin aveva frequentato una prestigiosissima accademia di belle arti, dove studiò moda e intanto lavorava qua e là part time per potersi permettere un piccolo appartamento con tutti i comfort per lui e suo figlio.

Aveva lasciato da tempo e a malincuore la casa di Jungkook; ma desiderava iniziare a camminare con le sue gambe ed essere indipendente.
Cosa che gli fu molto difficile all'inizio: adesso era da solo con un bimbo piccolo di cui occuparsi ed il tempo a loro disposizione, era sempre molto poco.

Le loro mattinate, tutto sommato trascorrevano tranquille: salvo disguidi e capricci da parte di Jungsu che da un po' di tempo a questa parte, non voleva andare assolutamente all'elementari.
Quella mattina in particolare aveva un  colloquio importantissimo di lavoro: probabilmente se lo avrebbero assunto, potevano permettersi molte cose in più, ma il piccino aveva iniziato a fare i capricci una volta saliti in macchina.

《Appa nooooo!!! Nooo!!》Inizió a piagnucolare il piccolo, facendo spazientire Jimin.

《Sunnie, non voglio sentire storie: Appa deve andare ad un colloquio di lavoro importantissimo.》
Cercó di spiegargli con calma.

《Ma io non ci voglio andare!!!》Replicó mettendogli il broncio.

《 Perché non ci vuoi andare?》Gli chiese, roteando gli occhi.
Inizialmente aveva pensato ad uno dei suoi soliti capricci, per cui non ci diede peso.

《Perché mi prendono in giro.》Rispose facendo il broncio.
《Dicono che non posso avere solo un papà e che dovrei avere anche una mamma.》Aggiunse poco dopo.

Era vero: non aveva una madre.
Ma era così importante averne una?
C'era così tanta differenza fra il suo papà e una mamma? 

Lui non si era mai posto più di tanto il problema.

Ma davvero non capiva perché dovevano prenderlo in giro per una cosa del genere.

《Sunnie, capisco che non ti piace andarci perché i tuoi compagni sono scemi: ma se non ti porto a scuola non so cosa fare. Jungkookie non può stare con te di mattino perché sta studiando anche lui e nonna lavora.》Replicó il ragazzo riferendosi con dolcezza alla mamma del suo migliore amico: in tutti quegli anni é stata davvero come una madre per lui, forse molto più di quella vera e lei era quasi orgogliosa di sentirsi chiamare così dal bimbo.

《Ma io non voglio andarci!!》Continuó facendo i capricci.

《Ascoltami bene, Nanetto. Tu oggi ci andrai e non voglio sentire altre storie. 》Disse in tono severo: era già stufo dei suoi capricci.

《Ma io...》Mormoró il bimbo in lacrime: non voleva proprio andarci in quel posto lì. Avrebbe preferito di gran lunga stare con quella donna che chiamava nonna.
In alcuni momenti, non capiva proprio suo padre: alcune volte era comprensivo e gentile, altre volte lo trattava con una severità inaudita; soprattutto quando non faceva quello che diceva lui.

《Niente Ma . Oggi quando ti vengo a prendere andrò a parlare con le insegnanti: sono già scuole  che cambi. Ti ho detto mille volte che non devi parlare delle nostre cose private con i tuoi compagni.》Lo rimproveró di nuovo Jimin.

《Mi hai ascoltato?》Gli domandó di nuovo visibilmente alterato.

《Non ho detto niente. É stata la mamma di una bambina che abita nel nostro palazzo.》Disse guardandolo con gli occhioni da cucciolo.

Jungsu sapeva che quell'espressione fatta al momento giusto, lo avrebbe fatto addolcire quasi subito ed infatti poco dopo si calmó.

《Va bene, ti porterò con me questa mattina: ma non voglio sentirti fiatare. Stai fermo, seduto e non riempire di domande le persone che non conosci.》Aggiunse poco dopo, facendogli le solite raccomandazioni su come comportarsi nei luoghi pubblici.

Single Dad's Life |Yoonmin|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora