Lezione 32
Alcuni sono così rotti dentro
che trovano sospetto tutto ciò
che cerca di renderli felici.
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Katlyn
Sobbalzai sulla sedia di legno quando sentii una voce strillare il mio nome.
"Signorina Rain! E' appena iniziato l'anno scolastico e lei già dorme nelle mie lezioni?" gridò esasperato il Signor Parris, il mio professore di scienze, aggiustandosi i suoi occhiali tondi sul naso.
Non eravamo mai andati d'accordo, in tutte le sue lezioni finivo per addormentarmi nel giro di dieci minuti. Di solito riuscivo a riposare una mezz'oretta, poi mi toccava andare dritta dal preside che mi faceva la solita ramanzina, ma, quando non mi beccava, mi recuperavo tutte le ore di sonno che di notte non accumulavo.
Sbattei le palpebre un paio di volte, cercando di abituarmi alla luce accecante che penetrava dalle grandi finestre al lato dell'aula.
In pochi istanti mi ritrovai una ventina di occhi fissi su di me, incuriositi nel vedere quale sarebbe stata la mia reazione.
Mi sollevai dalla sedia con un piccolo sbuffo, presi il mio zaino dal pavimento e me lo issai sulle spalle con una delicatezza tale e quale a quella di un elefante, poi mi voltai verso Parris, un uomo sulla cinquantina, calvo e snello, con un'espressione tirata e severa da metterti i brividi.
"Si, non lo dica, lo so già. Vado dritta dal preside." gli sorrisi e mi incamminai verso l'uscita con le gambe indolenzite e il sonno che metteva a dura prova le mia palpebre dal tenersi aperte.
"Buona lezione." borbottai posando la mano sulla maniglia della porta.
Prima che il professore potesse ribattere accelerai il passo, incamminandomi nel lungo corridoio, adesso deserto, con direzione il bagno delle ragazze.
Entrando, fui soddisfatta del mio riflesso nello specchio attaccato al muro sopra ai lavandini in ceramica bianca, ero decente per essere una che aveva dormito si e no tre ore quella notte.
Indossavo dei pantaloni a vita bassa e una maglietta nera a maniche corte, erano appena finite le vacanze estive e faceva ancora abbastanza caldo a New York.
Mi passai le dita tra le lunghezze dei miei capelli mori per togliere qualche nodo, dato che ne ero sempre piena, mordicchiandomi il labbro mentre mi concentravo sul mio aspetto, analizzando ogni dettaglio con un'insolita quantità di autostima.
Quando ero piccola mia madre non mi permetteva di mangiare dolci o cose che contenevano troppi carboidrati, era ossessionata dal mio peso. La mia unica salvezza era mio padre che mi lasciava mangiare il cibo che volevo di nascosto.
Rubava sempre dalla dispensa due o tre biscotti per poi sgattaiolare nella mia camera e farmeli mangiare prima di andare a dormire, in modo che la mamma non lo scoprisse.
"Katlyn, ti sei fatta sbattere fuori dalla classe di prima mattina?" ridacchiò Mary distraendomi dai miei pensieri.
Maria era una bidella della scuola, una donna di bassa statura, paffuta e con capelli corti, mossi e mori.
Famosa in tutta la scuola per la sua innata simpatia e pazienza.
Faceva sempre compagnia a me e a Khloe quando ci mettevano in punizione e spesso mi salvava quando ero in ritardo alle lezioni, dicendo ai professori che la stavo aiutando con qualche faccenda in modo che non mi mettessero il ritardo.
Mi voltai verso di lei con un sorriso colpevole e mossi il capo, annuendo.
In risposta mi lanciò un'occhiata severa con quei suoi occhi verdi, una di quelle che solo le madri ti riservano, facendomi subito sentire in colpa per non aver ascoltato i suoi consigli sul come comportarsi in classe.
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Lesson 496
Любовные романыHunters e Burstfire. Due gruppi di New York in rivalità da anni. Katlyn Rain é la figlia del capo degli Hunters, da bambina non ci vedeva nulla di male perché quando si è piccoli si tende a vedere il bene in ogni cosa, le cose cambiano quando comin...
