Il cuore in gola

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"Facciamo un pezzo insieme, poi?"
Tra le lacrime dissi
"Si, piccolina, certo"
Disse prendendomi per i polsi e attirandomi a lui.
Permettendomi di stringerlo tra le mie braccia.
Stritolarlo.
Stava per andare via.
E lasciare quella casetta così.
Come se nulla fosse.
Per quella cazzata enorme
"Non voglio che te ne vada"
Gli dissi stringendolo ancora di più
"Neanche io, ma è andata così"
Disse lui mentre mi accarezzava la testa.
Come un fratello.
Come un fratellone.
Tommy già mi mancava
"Tu devi spaccare tutto, eh"
Mi sussurrò.
Facendomi ridacchiare un pò tra le lacrime.
Singhiozzai subito dopo
"Dai, Giulietta, non preoccuparti. Ti lascio in buone mani"
Disse lui, al che io mi staccai un pò per guardarlo in faccia.
Confusa.
Non realizzando ciò che stava dicendo.
In risposta, lo vidi fare cenno con la testa verso un punto davanti a lui.
Al che io mi girai istantaneamente.
Ancora però con le braccia intorno a lui.
Desiderando di non staccarmi mai più.
Vidi la figura di Samu.
Sorridere.
Ma in modo amaro.
Guardando il nostro compagno che stava passando con noi i suoi ultimi minuti lì dentro.
Lo vidi strofinarsi le mani sul viso.
E continuare a sorridere amaramente.
Per poi guardare Tommy con gli occhi lucidi e dire
"Fratellone"
Avvicinandosi a lui.
Con l'intenzione di abbracciarlo.
Così io mi spostai lasciando anche al mio ragazzo la possibilità di farlo.
Tommy era una grande perdita per la scuola.
Davvero un talento puro.
E la sua voce era qualcosa di unico.
Riconoscibile.
Ed era forse una delle qualità migliori per chiunque del nostro settore
"Mi dispiace averti scoperto così tardi"
Sentii dire Samu al ragazzo.
In modo calmo.
Mentre si abbracciavano.
E mentre eravamo sul mio letto pensavo a questo.
Che erano passati due giorni da quando se ne era andato e a me già mancava da morire.
Ma sentire i respiri profondi del ragazzo che stringevo tra le mie braccia mi fece ritornare alla realtà
"L'ho deluso da morire"
Disse dopo aver preso un respiro profondo.
Storcere un pò le labbra.
Cose se avesse appena toccato qualcosa di aspro
"Ha detto che ero l'ultima persona da cui si aspettava una cosa del genere"
Continuò strofinandosi una mano sul viso.
Era distrutto.
Emmanuel lo aveva appena convocato e gli aveva fatto un bel cazziatone come si deve.
E stessa cosa era successa a Maddy.
Che era rientrata poco prima di lui dicendomi di quanto si fosse sentita male nel sentir parlare il suo insegnate in quel modo nei suoi confronti.
E non era in una situazione diversa il mio ragazzo
"Mi si stava proprio stringendo lo stomaco"
Mi disse guardandomi negli occhi.
Trasmettendomi completamente tutto il dolore che provava
"Poi..."
Iniziò, fermandosi immediatamente per un singhiozzo che gli sfuggì.
Così io ne approfittai per lasciargli diverse carezze leggere sulle guance.
Cercando di calmarlo.
Sia con i gesti che con lo sguardo
"...Ha detto che se mi fossi trovato al posto di Maddy domenica scorsa mi avrebbe dato la maglia"
E fu lì che il mio cuore si spezzò un pochino.
Una cosa che non vi avevo detto era che la prima puntata che abbiamo girato dopo capodanno Maria ha tirato fuori la prima maglia del serale.
Era così bella.
Dorata.
Così scintillante.
E aveva detto che chiunque tra i cantanti e i ballerini si fosse ritrovato ai primi posti nelle classifiche, si sarebbe dovuto presentare d'avanti al suo professore per vedere se gli avrebbe consegnato la maglia.
Ed il caso volle che per il canto si trattasse di Angelina.
E per il ballo della mia amica.
Che però non riuscì a prenderla.
E tornata in casetta confessò subito al ragazzo il presentimento che si sentiva: secondo lei, se si fosse trovato Samu al suo posto, Emanuel gliel'avrebbe consegnata ad occhi chiusi.
E se fino a quel momento nulla poteva confermarlo, adesso era proprio lui in persona che lo aveva fatto
"Mi stava venendo troppo da piangere"
Mi disse lui.
Mentre gli vidi scendere una leggera lacrima
"Mi sono sentito doppiamente coglione"
Disse sbuffando.
Come se con quel gesto riuscisse a scacciare via tutto
"Poi mi ha fatto vedere i video di Paky, per tranquillizzarmi"
Disse lui.
Ironico.
Facendo anche una mezza risatina.
Amara.
Lo vidi guardare davanti a sé.
Verso un punto indefinito.
Come se stesse cercando di dimenticare tutto.
Senza riuscirci
"Mannaggia a me"
Disse con la mano sul viso.
Tanto da sentire la sua voce ovattata.
Mentre con l'altra stringeva un pezzo della maglia che indossavo.
Come per scaricare tutti i brutti pensieri lì.
E mi venne istintivo portare la mia ad accarezzarla
"Dai, però, su. Adesso basta fartene una colpa"
Dissi io dopo qualche secondo.
Non sopportando più tutto quel dolore.
Prendendogli il viso tra le mani
"Quel che fatto è fatto"
I suoi occhioni verdi erano fissi nei miei
"Adesso devi tirare fuori i controcoglioni e mangiarti il palco domenica. Non mi interessa come o perché, ti voglio vedere come non ti ho mai visto"
Gli sussurrai.
Ma lui sapeva che era come se urlassi.
Gli sorrisi piano.
Cercando di tranquillizzarlo un pò.
E lo vidi ringraziarmi con gli occhi.
Qualcosa che sapeva fare soltanto lui.
Riservandomi un piccolo sorriso anche lui.
Che io non esitai a disegnare con il dito.
Lentamente.
Quasi sfiorando le labbra carnose che aveva.
Lo vidi chiudere gli occhi al mio gesto.
E prendere un bel respiro prima di riaccoccolarsi al mio petto.
Così presi ad accarezzargli i capelli.
E dopo pochi secondi lo sentii stringermi la vita quasi da farmi mancare il fiato
"E questo?"
Gli chiesi.
Visto che non ne capivo il motivo.
Non che c'è ne dovesse essere uno per abbracciarmi per lui.
Lui alzò lo sguardo.
E mi sorrise dolce.
Tanto che mi fu impossibile non farlo anche io
"Grazie"
Mi sussurrò.
Ed io ci lessi tutto l'amore che avrebbe potuto mettere in qualsiasi cosa.
Passarono nel silenzio poi i successivi 10 minuti.
Sembrava un bambino.
Che si rifugia tra le braccia della sua mamma quando ha paura.
Pensavo che fosse riuscito ad addormentarsi, quando
"Che ore sono?"
Sentii la sua voce in modo delicato.
Così cercai di allungare il braccio verso il mio comodino e prendere la sveglia.
Ma non ci riuscii.
Così mi costrinse ad alzare un pò il busto.
Ma senza mai che Samu mi lasciasse.
Ed io sorrisi pensando a quanto fosse un piccolo da proteggere.
L'avrei fatto io per tutta la vita, Samu
"Le 21.45"
Gli dissi io tranquilla.
Dimidiando subito ad accarezzargli i capelli
"Tra poco allora devo andare"
Disse lui sprofondando il viso sul mio petto.
Con tono fintamente scocciato.
Come se non volesse staccarsi da me.
Infatti lo sentii stringermi ancora di più.
Così io ridacchiai.
Mi venne spontaneo chiedergli nel mentre
"E perché?"
Ed effettivamente era una domanda lecita.
Perché si sarebbe dovuto staccare?
Poi soprattutto se era in quelle condizioni.
Se era così fragile
"Emanuel prima mi ha detto anche che vuole che andiamo a dormire alle 22.00, ma è il minimo"
Disse lui, riferendosi a Maddy.
A quelle parole io scattai seduta.
Cogliendolo di sorpresa
"E che aspetti allora? Corri, su"
Gli dissi io in tono fermo.
Tanto da farlo ridere
"Non sei credibile"
Mi disse infatti subito lui
"Vai a dormire, koala"
Gli dissi di nuovo io con lo stesso tono, ma iniziando a ridere anche io, mentre lui non ne voleva sapere di scollarsi da me.
Una cozza.
Ma a me piaceva essere la roccia di quella cozza.
Non era quello il momento, però
"Due minuti, mamma"
Mi disse lui, sorridendo.
Al che capii che non c'era niente da fare.
E mi risdraiai.
Lasciai passare quei benedetti due minuti.
Contandoli precisamente nella mia mente prima di rompere il silenzio e dire
"Dai, amore. Manca poco alle 22.00 ed io non voglio che tu esca, quindi alza il culo"
Alle mie parole lo vidi alzarsi immediatamente.
Tanto da stupirmi.
Ero stata veramente così convincente?
Poi però lo guardai meglio.
E lo vidi sorridere a 32 denti.
Tanto che se avessi continuato per altro tempo gli avrebbe fatto male la mandibola.
Al che io lo guardai strano.
Aspettai qualche altro secondo, ma la situazione non cambiava.
Così gli chiesi
"Che c'è?"
In modo confuso.
Ma sorridendo per la sua reazione.
Lo vidi arrossire ed io ero ogni secondo di più confusa.
Io gli feci un cenno con la testa visto che non ne voleva sapere di darmi un cenno di vita.
Ma poi lo vidi guardare felice verso l'alto.
E riportare subito dopo lo sguardo su di me.
Per poi sentirgli dire
"Come mi hai chiamato?"
Come se volesse sentirselo ridire.
E lì mi resi conto del perché stesse così.
Ed il bello era che io non me ne ero neanche accorta.
Era uscito nel modo più naturale che ci potesse essere
"Come ti ho chiamato?"
Gli dissi cercando di fare finta di niente.
Ma dentro sentivo il cuore sorridere.
E forse anche il viso.
Anzi.
Senza forse.
Facendo fallire miseramente la mia sceneggiata.
Ma poco mi importava.
Lo vidi diventare ancora più rosso quando sentii uscire dalla sua bocca un delicato
"Amore"
Con la voce tutta emozionata.
È quasi mi venne voglia di piangere.
Vedere che una parola così piccola, ma così grande allo stesso tempo, fosse riuscita a far cambiare il suo umore mi riempiva il cuore
"Eh, e non è vero?"
Gli chiesi io ironica.
Al che lo vidi abbassare la testa per quel che capii si trattasse di imbarazzo e avvicinarsi a me velocemente.
Prendendomi sulla spalla a mo di sacco di patate.
Cosa che mi fece iniziare a ridere a crepapelle
"Samu, mettimi giù, dai"
Gli dissi qualche volta dandogli qualche pugno leggero sulla schiena.
Ridendo di cuore come ormai non facevo da più di una settimana
"Dai, che ti devi mettere il pigiama"
Cercai di convincerlo io
"Ti metto giù solo se mi richiami come mi hai chiamato prima"
Mi disse lui.
Ed in quel momento sembravano due bambini
"Non lo farò"
Gli dissi tra le risate
"Guarda che non ti faccio scendere, eh"
Mi disse lui.
Dandomi un piccolo schiaffo sul sedere che mi fece ridere
"E poi potrei iniziare a farti il solletico"
Cercò lui di minacciarmi.
E ci riuscì
"No, il solletico no. Ti prego"
Lo pregai io
"E invece"
Gli sentii dire mentre mi buttò sul letto.
Iniziando a muovere le dita sulla mia pancia.
Impazzite.
Ed io ridevo.
Era proprio questo che intendo dire quando dico che io nella mia vita ho bisogno di lui.
Delle sue più piccole sfaccettature
"Lo sai che un modo per farmi smettere c'è"
Mi ripetette lui.
Con tono furbo
"Va bene, va bene, mi arrendo"
Gli dissi facendo dei grandi respiri misti alle risate.
Cercando di prendergli le braccia per fermarlo
"Amore... è l'ora di andare a dormire"
Gli dissi ancora con il fiatone.
E lo vidi sorridere come mai gli avevo visto fare.
Sentivo il cuore riempirsi di calore.
Era una sensazione indescrivibile
"Amore"
Mi disse lui, con tono sognante.
Prima di stringermi di nuovo a sé.
E di sentirmi sollevare in aria.
Era la mia persona.
E lo sarebbe sempre stata.
Ne ero sicura
"Adesso posso veramente andare a dormire"
Mi disse poi mettendomi giù.
Prendendomi il viso tra le mani.
Per poi lasciarmi un bacio sulle labbra.
Anzi.
Sul sorriso.
Il cuore in gola.
Anche solo per un bacio.
"Solo".
Che con Samu, in realtà, era tutto tranne che "solo"

Spazio autrice
Ciao a tutti. Come state?
Io non potrei essere più felice di così.
Ieri ho abbracciato Samu e anche io mi sentivo e mi sento tutt'ora il cuore in gola.
06/04/2023.
Grata alla vita per aver fatto incrociare la mia strada con la sua.
Gli ho consegnato un foglio con su scritto qualcosa e dicendogli che ci tenevo che la leggesse mi ha detto guardandomi negli occhi "Le leggerò tutte"
È di una dolcezza infinita.
Per non parlare poi del film.
Lui è stato veramente pazzesco, ma lo dico davvero.
Anche Gabriele, il co-protagonista.
Davvero bravissimi.
Per non parlare poi degli altri attori.
Veramente, mi sento di consigliare "Stranizza d'amuri" a tutti.
Sapere che Samu avrebbe guardato il suo film per la prima volta insieme a me è stata una sensazione indescrivibile.
E poi a fine proiezione si è emozionato.
Sia per il film, che per tutto l'affetto che stava ricevendo e di cui non si capacitava ancora.
È un cuoricino.
Ed io non vedo l'ora di rivederlo.
Se vi va, lasciate un commento e una stellina💓

Xoxo

G💕

just the way you are - Samu SegretoWhere stories live. Discover now