Capitolo 17

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"Tutto bene Art?", mi chiese Emma un po' preoccupata dal mio silenzio così prolungato.

La straziante mattinata a pulire i banchi della scuola era finalmente finita e stavamo mangiando il nostro pranzo seduti su alcuni banchi. Purtroppo nessun corso era stato annulato e anche quel giorno avremmo dovuto presenziare per collaborare con il Pascoli. La mia mente però era troppo invasa dal blu dei fiordalisi perchè mi potessi accorgere del tempo che passava e che avrei rivisto Alessandro di lì a poco.

"Sì, ho solo avuto strani incontri ieri."

"Di nuovo il principe azzurro del Pascoli?"

"Sarebbe stato tutto più facile.", ammisi, senza continuare il discorso. Era troppo presto per parlarne con i miei amici, prima avrei dovuto chiarire con me stessa.

"Comunque questo week-end siamo finalmente liberi. Andiamo al mare?"

Annui poco entusiasta. Il tempo a nostra disposizione era finito e andammo verso l'aula. Eravamo così in anticipo che il preside ci dovette gaurdare più volte per capire che fossimo noi. Era di buon umore e raggiante di felicità, segno che aveva in mente qualcosa. Emma e Raul discutevano su come predire le mosse del preside, mentre io ripensavo ad Ulisse, solo tutto il giorno nel suo giardino pieno di fiori. Qualcuno si sedette di fianco a me, ma non ci feci caso, fino a che non parlò.

"Hai il vizio di non salutare mai?". Alessandro era di fianco a me con il suo solito sorriso e il casco tra le mani. Quel giorno aveva una maglietta blu, proprio come il colore del fiordaliso. Sforzai un sorriso e lo salutai.
Emma e Raul erano poco distanti, ma dai loro sguardi intuivo che era più entusiasti di me dell'accaduto. Anche io lo ero, ma non riuscivo a smettere di pensare a ieri sera.

"Che materia devi recuperare?", disse quando si accorse che non avrei cominciato nessun discorso.

"Latino, sono stata rimandata. Perchè?"

"Nulla.", disse con un'alzata di spalle, ma il suo sorriso si accese ancora di più, segno che era in qualche modo felice di quella risposta. Il preside evitò altri discorsi imbarazzanti e cominciò a parlare.

"Vista la situazione di ieri, abbiamo deciso che questo corso decreterà, per chi ha l'insufficienza in una materia, metà del voto per il saldo."

 In altre parole, mi aveva fregato.

"Valuteremo soprattutto l'impegno e l'attenzione svolta durante questo corso. Inoltre il vostro tutor a fine corso dovrà darvi una valutazione. È una grandissima opportunità quella che vi sto offrendo, cercate di non sprecarla." E dicendolo il suo sorriso così fastidioso si rivolse a me.

"Per i tuor invece annuncio che alla fine del corso riceverete un voto dal vostro studente, il quale sarà il primo in pagella il prossimo anno. Non ho altro da aggiungere, se non le nuove coppie, causa la mancanza di alcuni studenti." Quelle ultime parole le disse così velocemente che a stento capì il loro significato.

Il trio era stato fottuto un'altra volta dal preside, tanto che mi chiedevo se ne valeva la pena continuare a remargli contro. Sconfitti non potevamo fare altro che eseguire quello che ci era stato richiesto di fare. Io volevo saldare il debito e i miei amici si volevano salvare la media per l'ultimo anno.

"Leoni e De santis.", disse ad un certo punto.

"Sembra proprio che io sia un tutor di latino."

Avrei dovuto essere al settimo cielo per la notizia e per un istante lo fui, ma il colore della sua maglietta così intensamente blu mi ricordò quei dannati fiori.

Ci sedemmo ad un banco, finalmente faccia a faccia, occhi negli occhi. Il marrone dei suoi occhi per un attimo mi fece dimenticare il blu dei fiordaliso.

Quella notte dal sapore di fragoleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora