𝗣𝗥𝗢𝗟𝗢𝗚𝗢

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GIUGNO, 2020

La luce del sole mi accecò leggermente, tanto che dovetti portare il palmo della mano all'altezza della fronte. Inspirai profondamente, sentendo l'aria d'un odore diverso, profumava di libertà. Sorrisi, dirigendomi felicemente a passo spedito verso una Fiat bianca, dove al suo interno c'era ad aspettarmi Mattia, il mio migliore amico dalle scuole elementari.

«Fratello mio!», appena aprii la portiera lasciai i pochi borsoni che avevo per terra e abbracciai il mio amico, sentendo il mio cuore improvvisamente più leggero. «Pensavo mi venissi a prendere in bici, come la scorsa volta», sistemai le mie borse nei sedili anteriori, per poi prendere posto anch'io.

«Diciamo che ho messo da parte un po' di soldi nell'ultimo anno», sorrise, mettendo in moto l'auto e partire verso San Siro. «Anche se più che a una macchina assomiglia a un catorcio».

Risi, portando il braccio al di fuori del finestrino, beandomi della leggera brezza di metà Giugno, osservando estasiato le strade di Milano. Secondo il mio gusto personale è una delle città più belle al mondo. Ho sempre amato passeggiare per la grande piazza del Duomo, perdendomi fra i dettagli del mastodontico edificio, anche se ciò mi portava a sentirmi a disagio, notando la grande disparità sociale fra me e l'altra gente.

«Gli altri?», azzardai a chiedere, seppur sapessi bene che prima di entrare in carcere non ero l'unico che se la stesse passando male.

«Stanno bene, nonostante tutto», sospirò, fermandosi ad un semaforo rosso. «Gli affari vanno alla grande, seppur le altre zone sono dei rivali molto validi, ma non è un problema».

«Alessia?», lo vidi incupirsi, ma sperai lo stesso in una risposta positiva.

«È da quando ti hanno riportato dentro che non si è più vista o sentita», ripartì a tutta velocità.

Respirai profondamente, per poi passarmi una mano sul volto. Speravo di poter risistemare le cose, poter rimettere a posto i pezzi della nostra relazione distrutta dai miei sbagli e promesse mai mantenute. Mi aveva aspettato così tante volte, fin troppe e io promettevo sempre di cambiare, non facendolo mai per davvero.

«Si è trasferita a Corsico insieme a sua madre e suo fratello, Anas e Amine l'hanno vista qualche volta, ma non hanno mai avuto il coraggio di salutarla», schioccai la lingua sul palato, notando di essere arrivati dinnanzi al nostro palazzo.

«Non può finire così».

«Sami, ha scelto la via più semplice, quella di non aspettarti e andare avanti», provò a confortarmi il mio amico, innervosendomi.

«Perché dai per scontato che sia andata avanti?», corrugai le sopracciglia, sentendo che non mi stesse dicendo tutta la verità. «Ha un altro?».

«Cazzo, non lo so, non so nulla oltre a quello che ti ho già detto fratello», spense l'auto. «Ma non pensarci adesso, andiamo a casa».

Annuì semplicemente, scendendo dall'auto e nella mia testa c'era solo l'immagine di Alessia insieme ad un altro. No, non potrei mai farlo accadere.

Lei tornerà mia, a costo di lasciarci lacrime e sangue.

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⏰ Laatst bijgewerkt: Apr 27, 2023 ⏰

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𝗟𝗮𝗰𝗿𝗶𝗺𝗲 & 𝗦𝗮𝗻𝗴𝘂𝗲 ; 𝗦𝗮𝗰𝗸𝘆Waar verhalen tot leven komen. Ontdek het nu