𝐗𝐈𝐕

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«è una bella giornata oggi» disse tom che stava lavando i piatti mentre guardava un po' quello che stava facendo e un po' sherilyn seduta sul bancone vicino a lui.
«si, c'è il sole e di nuvole non c'è traccia» disse ricordandosi quando si era affacciata alla finestra del ragazzo.
«ti va di uscire?» disse il ragazzo chiudendo il rubinetto e asciugandosi le mani.
«hmm, dipende» disse la ragazza incrociando le gambe, tom la bloccò mettendo le mani accanto a ciascuna gamba, facendola rimanere là in mezzo tra le sue braccia.
«dove mi porti?» chiese sherilyn avvicinando il viso a quello di tom mentre i loro nasi si toccavano e le loro labbra si sfioravano.
tom non riuscì ad ignorare la vicinanza, avendola così vicina faceva scattare in lui qualcosa che non aveva mai provato.
il suo stomaco era come se si stesse ribaltando, ma non dal dolore.
osò guardare le sue labbra che pensava fossero morbide, troppo morbide, avrebbe tanto voluto vedere se erano veramente così.
e prima che potesse realizzare di essere a pochissimi centimetri di distanza dalla ragazza per cui avrebbe potuto provare qualcosa, venne spinto via mentre le risate della ragazza riempivano la stanza.
«a cosa pensavi, tom?» chiese sherilyn scendendo dal bancone.
il ragazzo si scompigliò un po' i capelli «ti volevo portare in un posto carino ma ora mi hai fatto cambiare idea» disse sdraiandosi sul divano.
«eddai tom!» esclamò la ragazza prendendolo dal braccio per farlo scendere, ma lui la prese dal fianco e la fece cadere addosso a lui, sopra di lui.
tom teneva le mani sulla sua schiena, lei sul suo petto per reggersi.
«mi ci porti?» fece gli occhi da cucciolo sherilyn.
tom sorrise, posò lo sguardo sui suoi occhi e poi sulle sue labbra.
lo faceva impazzire, sherilyn mandava così tanto in crisi quel ragazzo.
le appoggiò un piccolo bacio sulla fronte «eh va bene» disse alzandosi, facendo alzare anche lei.

sherilyn si mise una felpa leggera di tom che stranamente non le stava molto larga, mise dei leggins che stranamente tom aveva nell'armadio, ma dato che in passato si vedeva con altre ragazze non si chiedeva manco il perché.
sherilyn non era mica l'unica ragazza che aveva messo piede nella stanza di tom.
«andiamo» disse il ragazzo aprendo la porta di casa e chiudendola alle sue spalle.
tom aveva portato la sua chitarra, voleva suonare qualcosa.
«però la prossima volta voglio che suoni quella elettrica» commentò sherilyn.
«già mi vedi suonarla al lavoro, non ti basta?» sorrise tom.
non faceva altro che sorridere in sua presenza, a sentirsi a suo agio e con qualcuno che gli voleva davvero bene.
perché percepiva questo da sherilyn, sapeva che si era affezionata ormai e tom non aveva assolutamente intenzione di lasciarla andare ora che finalmente si stava avvicinando a lei.
la verità era che tom, in passato, pure se la odiava, non smetteva di sognarla.
non ha mai smesso di sognare di poter far sorridere sherilyn, di essere la causa delle sue risate.
e finalmente quei sogni si realizzarono.

«un bosco?» chiese sherilyn appena arrivarono «un bosco» affermò il ragazzo prendendole la mano, guidandola tra gli alberi.
si fermarono davanti una panchina.
«perché c'è una panchina in mezzo al bosco?» chiese sherilyn sedendocisi sopra.
«l'abbiamo costruita io e bill qualche anno fa» prese a parlare tom mentre si sedette accanto a lei, posò la chitarra per terra.
«io e bill venivamo sempre qua a giocare da piccoli, così decidemmo di fare qualcosa di nostro qua dentro» continuò, sherilyn lo ascoltava.
«a parte bill, non ci ho portato nessuno» ammise incrociando lo sguardo della ragazza, il suo cuore prese a battere più velocemente.
«avevo deciso di portarci qualcuno a cui tenevo davvero a parte mio fratello» guardò in basso un po' imbarazzato.
sherilyn si sciolse dalle sue parole.
come poteva odiarlo?
sherilyn non riusciva proprio a capirlo, tom era sempre stato così carino, gentile e premuroso, perché lo odiava? perché lui odiava lei? perché si odiavano? perché non hanno mai provato a chiarirsi?
non erano convinti che sarebbero andati d'accordo, che avrebbero potuto provare qualcosa per ciascuno.
come sherilyn si domandò certe cose, lo fece pure tom.
tom prese la chitarra, il plettro che sherilyn aveva lasciato sul suo comodino, quello che la ragazza tanto voleva, e iniziò a suonare, canticchiando anche qualche parola.
sherilyn aveva la sensazione di essere accarezzata, cullata dalla melodia che tom suonava e che cercava di cantare.
sherilyn era convinta di essersi innamorata di quella canzone, ma era davvero la canzone che amava?

quando finì, tom rimise a terra la chitarra e si girò verso la ragazza.
«mi piaci» confessò «e non poco».

𝐅𝐄𝐓𝐈𝐒𝐇 ; tom kaulitz Where stories live. Discover now