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durante la prima ora di ogni giovedì eravamo in quel bar.
saltavano sempre la prima ora di scuola il giovedì, latino non piaceva a nessuno dei due.

si, chiesi il tuo orario in segreteria, ero curiosa, non farmene una colpa.

non ti conoscevo, ma sapevo molto di te, sai?
sapevo che il caffè amaro non ti piaceva, dalle quattro bustine di zucchero che usavi, sapevo che ti piacevano i dolci, e di come potessi prendere anche tre cornetti di fila senza saziarti mai.

ti invidiavo, sai? perché io non riuscivo a prendere più di un cappuccino, che il mio stomaco diceva no.

però mi dispiaceva, perché li sentivo i tuoi amici fare commenti dietro a tutto quel mangiare.
e vedevo il sorriso spento che formavano quelle labbra perfette nell'udirli.
avrei tanto voluto fossero mie, così magari sarebbero state più felici.

ma poi entrava lei.
lei con i suoi capelli mori che le ricadevano sulle spalle, lei con i suoi occhi da gatta e le ciglia lunghe, lei con quel suo fisico minuto e perfetto.

lei che non era me.

avrei tanto voluto fossi io.
piangevo la notte, sai? perché sapevo che io, come lei, non sarei mai potuta essere.
perché sapevo che avresti scelto lei. anche se non parlavano, anche se non sapevi il mio nome, io un po' di speranza ce l'avevo.
che magari un giorno avrei trovato il coraggio di venire da te, e avremmo parlato.

ma poi ho visto lo sguardo pieno d'amore che le hai rivolto, ed ho dovuto reprimere le lacrime, perché se avessi pianto là, davanti a quel solito cappuccino, chissà che avresti pensato.

mi piacevi, sai?
forse era amore, forse no.
forse ti avevo idealizzato, forse il ragazzo che avevo in testa non eri tu, ma qualcuno con il tuo aspetto.

con i tuoi riccioli dorati e il tuo naso all'insù.
a volte pensavo: se avessimo dei figli avrebbero entrambi un bel nasino, e se magari riprendevano da te anche un bel viso.
le mie guance si colorava di fragola se ci pensavo.
già, ci pensavo; perché sapevo non sarebbe mai successo.

e poi ti ho visto, ti ho visto mentre le stringevi i fianchi, ti ho visto mentre i vostri nasi si sfioravano e le vostre labbra giocavano le une con le altre.
ho visto i tuoi occhi risplendere: in quei occhi c'era il sole, c'era un intero cielo senza nuvole, una perfetta giornata estiva.

e io amavo l'estate, perché amavo te.
ma tu no, tu non lo farai mai.

le senti anche tu le gocce di pioggia? io sì, eppure c'è il sole.

i personaggi sono inventati,
come le azioni raccontate .

prole: 442

caffè amaro Where stories live. Discover now