Pioggia

740 71 14
                                    

Milano è fredda e umida, piena di palazzi e di gente che corre da destra a sinistra con sei buste per mano. Milano è diversa da Roma, forse perché la prima pecca di un'assenza che si colma nell seconda: il suo papà.

Jacopo è arrivato da due ore a casa e Simone non si è scollato un nano secondo da lui - è un papà molto buono e affettuoso, deve ammetterlo, ma non riesce a smettere di pensare a Niccolò con la mano intrecciata a quella di Manuel, dopo il solito giro per il centro, in seguito al pranzo a base di carbonara a Trastevere.

Crede di doversi immedesimare anche lui nella parte del gemello, quindi puntella i gomiti sul bordo della vasca e fa schioccare la lingua sul palato «Papà, ti va se andiamo a parco Sempione a prendere il gelato?».

Bastano quelle parole per far drizzare il capo al corvino, rischiando pure di farsi un bernoccolo contro la piccola mensola sulla quale sono poggiate le saponette «Certo, soltanto che pensavo tu fossi stanco - hai schiacciato un sonno di praticamente un'ora in macchina» fa cadere i vestiti sporchi della valigia nel cestello della lavatrice e passa a mettervi il sapone «Dammi dieci minuti e papà è pronto, mhm?» pare ricevere l'ok da Jacopo che, drizzato in piedi, scorrazza nella propria stanza per prendere il giubbotto.

Suo fratello è veramente un perfettone: ha due librerie colme di fogli, libri e album illustrati. Sulla sinistra c'è un mappamondo, mentre sulla destra il gioco in scatola del piccolo scienziato, poi il monopoly e anche indovina chi. Qualche pupazzo sparso qua e là, sei fotografie nel ripiano centrale e una cesta vuota nell'angolo in alto.

Tre fotografie sono assieme a Simone, una è con Davide e le altre sono state scattate ad un parco acquatico - se non si sbaglia dai numerosi dettagli raccontati dal gemello, dovrebbe essere Cattolica un anno prima per il mese di giugno. I dettagli sono importanti, gli aveva ripetuto Niccolò, danno credibilità a quel che dici: Jacopo si era limitato ad annuire, capendo che, con un testone del genere, non poteva esistere alcuna contraddizione.

Comunque al parco ci arrivano, ovviamente in bicicletta, e prendono lo stesso gelato di sempre. Dallo zainetto di Niccolò sporge la coda di un dinosauro che non pensa di aver mai visto, ma non dà importanza a quel futile dettaglio, piuttosto si rendere partecipe della conversazione alla quale lo sta imboccando il figlio.

«C'erano un sacco di bambini - inizia, già cosciente di dove voler andare a parare - alcuni di Torino, alcuni venivano dalla Sicilia e quelli nella mia stanza erano di Roma. Lì c'è il nonno vero?» chiede innocente, rischiando di far affogare il padre.

«Il nonno - uhm, sì.. sta a Roma il nonno»

«E perché non ci siamo mai stati a trovarlo?»

«A chi, al nonno?»

«Certo, al nonno, chi altro sennò? Hai qualcun altro da andare a trovare a Roma?»

. «No» deglutisce «Sono tantissimi anni che non vivo più lì - non saprei proprio chi altro andare a trovare se non il nonno» e si dà del pagliaccio da solo, così come lo fa il proprio cuore che inizia a pulsare a più non posso.

«Mhmm» tira quel sospiro più del dovuto, frattanto porta alla bocca un po' di gelato «E quel Manuel?» Niccolò gli ha detto che, poco prima di partire, Simone gli aveva rivelato il nome - sfortunatamente non gli aveva fornito tutta la serie di dettagli che, al contrario, suo padre aveva fatto con lui.

Simone si strozza con l'acqua, tanto che Jacopo deve sbattere ripetutamente la mano sulla sua schiena «Papà guarda in su, respira sennò finisci KO» prova a non ridere perché, senza che il corvino dicesse niente, ha capito tutto di quella strana situazione.

Ci pensa ancora al suo papà, eccome - Niccolò è proprio addormentato per non essersene accorto, pensa; gli farà quell'appunto il giorno seguente, ossia la data che hanno prestabilito per chiamarsi e aggiornarsi reciprocamente sulla situazione dei rispettivi padri.

Papà in TrappolaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora