Merlin

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Londra.


All'interno di una graziosa libreria Colin Morgan se ne stava seduto dietro alla sua scrivania di mogano ad osservare il posto: dall'esterno si poteva notare una graziosa vetrina, che mostrava alcuni libri che erano usciti da poco. Poco più accanto vi era una porta in legno munita di campanello che suonava quando la porta veniva aperta. All'interno invece si potevano notare a destra il bancone in legno, dove di solito ci stava il bibliotecario, a sinistra invece vi erano dei tavolinetti contornati da delle poltrone di pelle rossa, molto belle e anche molto comode, poco più in là invece cominciavano gli scaffali pieni di libri.

Colin era orgoglioso di quel posto, anche perché era suo. Era il suo piccolo angolo di paradiso dove poteva sedersi e rilassarsi.

In quel momento notò per puro caso il suo riflesso nel vetro della vetrina e si ritrovò a contemplare il suo aspetto: lui era un ragazzo alto e magro, con i capelli neri e gli occhi azzurri. Aveva le orecchie a sventola e un po' di barba incolta sul mento. Indossava una camicia nera su dei jeans blu. Colin si ritrovò ad osservare i suoi occhi, molto più vecchi rispetto al suo aspetto giovanile, infatti era molto più vecchio di quanto sembrasse e Colin non era davvero il suo nome, esso infatti era Merlino, si quel Merlino: il mago più famoso della storia.

Il vecchio stregone non poté fare a meno di ricordare la sua lunga vita.

Era nato in un piccolo villaggio di nome Ealdor, vi erano solo pochi campi e un paio di mucche. Niente di speciale. O almeno lui lo definiva così all'epoca, ma ora avrebbe fatto di tutto per rivederlo di nuovo.

Da subito Merlino era un ragazzo speciale, magico, cosa che all'epoca poteva condannarlo alla picca o peggio. Quindi il giovane aveva dovuto fin da subito nascondere al mondo intero i suoi doni. Non tutti però in quel piccolo villaggio erano all'oscuro del suo segreto, sua madre e il suo migliore amico dell'epoca Will lo sapevano.

Durante la sua adolescenza il giovane mago fu mandato da sua Madre a Camelot, lei sperava che sotto le cure del vecchio Gaius suo figlio potesse imparare a controllare i suoi poteri e anche trovare uno scopo per tali doni. Inoltre era diventato quasi impossibile nascondere le sue abilità magiche al resto del villaggio e stavano già nascendo i primi dissapori.

Merlino ricordava con grande affetto il suo periodo a Camelot, l'essere il servitore dell'arrogante Artù, che imparò ad amare e rispettare come un fratello. Conoscere la gentile Gwen, l'impavido e festaiolo Galvano, l'umile e puro Lancillotto, il gigante gentile Percival, Elian e il leale Leon. Ovviamente non poteva dimenticare il suo mentore Gaius che amò come un padre e Morgana... il suo grande rimpianto e forse qualcosa di più. Rimpiangeva ancora oggi gli errori che aveva commesso con la figlia illegittima di Uther, perché sapeva bene che lei era diventata oscura anche per colpa sua. Anche se... a quel tempo era giovane e aveva ascoltato i consigli sbagliati di un vecchio drago e del suo mentore, anche se erano in buona fede.

Ovviamente non era tutto rosa e fiori vivere in quel leggendario regno, infatti Uther Pendragon aveva reso la magia illegale e la pena per utilizzare questa arte era la morte. Quindi il mago si era ritrovato a dover nascondere i suoi doni mentre cercava di usarli per salvare Artù dalla minaccia del giorno e questo era tutto fuorché facile. Era convito che alcuni dei suoi più grandi errori provenivano dallo stress di nascondere chi fosse.

Purtroppo ogni storia ha una fine e quella della sua vita a Camelot si concluse con la morte del Re e del suo nemico, Morgana. Ovviamente la morte di suo fratello in tutto, se non nel sangue, lo aveva sconvolto più del dovuto e la promessa del grande drago che un giorno Artù sarebbe ritornato non aveva aiutato a tirare su il suo morale.

La vita però non si ferma mai e così Merlino decise da andare avanti. Emrys, il nome con cui i Druidi chiamavano Merlino e nome che nei secoli successivi lui fece suo, decise di imparare a controllare meglio i suoi poteri, per fare ciò decise di viaggiare di villaggio in villaggio per conoscere vecchi stregoni, imparare nuove magie, parlare con le persone e aiutarle sotto mentite spoglie.
Quando ritornò a Camelot per il funerale di Gaius, un giorno che davvero non vuole ricordare, si riunì con la sua vecchia amica Ginevra ora Regina del regno essendo la moglie del defunto Artù. Aveva scoperto che si era risposata con il nobile Leon, che si era offerto come suo marito per evitare che lei sposasse un nobile bavoso e ingordo e anche per mettere a tacere la nobiltà che insisteva a dire che il regno doveva per forza avere un Re.

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