𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐈 - 𝐑𝐢𝐜𝐨𝐫𝐝𝐢 (1/2)

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Possiamo ancora vedere la luce di stelle che non esistono più da secoli. Così ancora ti riempie e folgora il ricordo di qualcuno che hai amato per poi vederlo andar via.
KHALIL GIBRAN

«Papà quanto manca?»

Non c'era il vento a fischiare nelle chiome degli alberi e si sentivano solo i loro passi sulle foglie

«Che ti importa di quanto manca se tanto sai che arriverai?»

Sebastian rise, suo padre no, lui non rideva mai, neanche quando i gemelli si scambiavano di posto, nessuno in famiglia sapeva come facessero, dopo tutto erano un maschio e una femmina eppure si confondevano spesso.

Sebastian scosse la testa, era abituato alle stranezze dei gemelli, si mise invece a riflettere sulla sua uscita: si erano allontanati di casa presto quella mattina, così presto che il piccolo Will non si era ancora svegliato per reclamare il latte materno a suon di capricci.

Suo padre continuava a insinuare che suo fratello fosse ormai troppo grande per succhiare il latte ma tuttavia nessuno aveva il coraggio di proibiglierlo.

Quella mattina, nonostante facesse freddo e il vento screpolasse le labbra, suo padre lo aveva tirato giù dal letto, aveva già lo zaino in spalla e non aveva accettato repliche.

Ora camminavano da quasi un quarto d'ora, scivolando accanto ai tronchi degli alberi come ombre, respiravano appena come se così facendo potessero diventare invisibili, ridendo Sebastian aveva spezzato quel silenzio così ben congeniato, il padre lo aveva fulminato con lo sguardo

«Ti ha dato di volta il cervello ragazzo? Sai cosa succede se ci scoprono?»

Il bambino era scoppiato a piangere, era fragile, bastava non parlargli con gentilezza e gli diventavano gli occhi lucidi; il padre lo scosse per le spalle.

«Non piangere! Sei un uomo o no?» Poi ripeté

«Sai cosa succede se ci scoprono?»

Sebastian annuì con foga, «Allora taci... per favore» L'uomo sembrò improvvisamente sconvolto.

«Mi dispiace papà, non lo faccio più giuro»

«Smettila di giurare! Solo i bugiardi giurano» poi aveva continuato per il sentiero.

Sebastian si morse la lingua e si incamminò a sua volta.

Qualcosa gli sfiorò l'orecchio, sentì lo spostamento d'aria e con la coda dell'occhio vide una saetta viola passargli accanto "Attento" Avrebbe voluto gridare ma la gola era serrata, le parole morirono nell' aria senza neanche uscire.

Sentì un gemito, non aveva alzato gli occhi ma sarebbe stato inutile, ormai aveva capito, erano stati scoperti. Si era lanciato verso il corpo del padre ormai accasciato al suolo, aveva preso la sua testa tra le mani, sembrava così fragile

«Papà...» Sussurrò, non pianse, voleva farlo con tutte le sue forze ma per quanto si sforzasse non ci riusciva

«Papà scusami tanto... è-è tutta colpa mia» L'uomo era in una pozza di sangue, aveva un rivolo rosso al lato della bocca

«No, no non è colpa tua» Era la prima volta che vedeva il viso di un adulto mischiato alle lacrime «È colpa del sistema, pensa di avere la definizione di amore ma non è così... l'amore è una cosa meravigliosa»

𝐈𝐥 𝐏𝐫𝐞𝐬𝐜𝐞𝐥𝐭𝐨 [𝑪𝒐𝒎𝒑𝒍𝒆𝒕𝒂 in revisione] Όπου ζουν οι ιστορίες. Ανακάλυψε τώρα