Capitolo 68

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Tutto fu più chiaro ed ebbi subito davanti a me il quadro generale. Era da sempre stato un uomo estremamente riservato, ed era impossibile per chiunque scoprire le sue zone d'ombra, nonostante lo conoscessi da una vita.
Non mi ero mai resa conto che per tutto questo tempo di star costruendo un enorme puzzle e, inaspettatamente ,l'ultimo pezzo, se non quello più importante, me l'aveva dato proprio lui nel preciso istante in cui abbiamo parlato dentro quel maledetto ripostiglio pieno di cianfrusaglie.

Ora sapevo tutto: capivo finalmente il motivo per cui è stato riconosciuto fin dall'infanzia come ninja estremamente dotato, secondo molti il migliore della sua generazione. Durante l'Accademia ricevette voti eccellenti e mostrò un'innata attitudine per arti ninja.

Ciò gli permise di graduarsi all'Accademia in un solo anno come migliore della sua classe all'età di cinque anni, e di diventare chunin l'anno seguente. Era allenato e capace di difendersi.

Capivo addirittura perché era così ossessionato dalle regole che gli venivano imposte, perché era così bravo a scomparire senza lasciar tracce...
Forse è per questo che dormiva sempre con un kunai sotto il cuscino...
Che avesse sempre avuto paura di essere trovato da qualcuno?

Ad ogni modo, qualunque cosa stesse facendo, non si sarebbe mai fatto trovare impreparato.

Non era un bel modo di vivere serenamente la propria vita, con la costante paura che possa succedere qualcosa da un momento all'altro che avrebbe rovinato tutto per sempre...

Nonostante quello che avevo scoperto, continuai a comportarmi in modo normale, come se all'interno della villa non lo conoscessi e lui faceva lo stesso. Dovevamo essere professionali se volevamo uscirne vivi da questa storia.

Era dalle 6 di questa mattina che sgobbavo come un umile servetta al servizio dell'imperatrice, come se non fossi una Kunoichi di alto livello.
Ho pulito le cucine, steso il bucato e spazzato l'immenso portico che dava su una meravigliosa vista sulla foresta, immersa in una leggera foschia.
Ora stavo lavando il parquet del corridoio dell'ala sud, guardando fissa a terra e passando avanti e indietro il moccio in legno che mi aveva gentilmente dato quella nasona della governante , finché non urtai qualcosa.

Mi fermai, non alzai nemmeno lo sguardo. Sospirai, facendomi sfuggire un sorrisetto infastidito. "Sei sulla mia strada"
Non lo era, ma fece comunque un misurato passo indietro per lasciare che pulissi il pavimento già pulito.
"Hai molto coraggio,sai?" ribatté il soggetto dei miei pensieri, con il mio stesso tono."Dovresti avere più rispetto per gli ospiti di questa villa."

"Cerca di sparire prima che ti pianti la testa nel secchio."alzai gli occhi verso di lui che, almeno credo, sorrise di circostanza sotto la maschera, guardandomi dall'alto al basso.
Poi si guardò intorno nel corridoio deserto, rivolgendosi di nuovo a me, facendosi più serio per evitare di destare sospetti. "Quando hai una pausa?"

"Non lo so"alzai le spalle. "Lavoro finché non collasso per la stanchezza."

Si zitti, come se stesse lottando per capire come parlarle ma,prima che potesse dire qualcosa, lo precedetti, abbassando la voce. "La governante mi tiene costantemente sott'occhio, evita di parlarmi."

Fece un respiro profondo. "Vieni in biblioteca. Stanotte, quando tutti dormono, ti aspetterò lì."

"Aspetta quanto vuoi, io non verrò." risposi senza mezzi termini, ricominciando a fare il mio lavoro.

🥀L'arte di essere fragili 🥀Where stories live. Discover now