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L'aula di Pozioni era buia e silenziosa, avvolta nell'oscurità di un tardo pomeriggio invernale.
Hermione sedeva piagnucolante sulla sedia, coperta da macchie disordinate di un liquido verdastro, denso e vischioso, sulla pelle e sui vestiti che lentamente scomparivano, lasciando spazio a piccole macchie rosse sulla carne o buchi sul tessuto dell'uniforme.
"Signorina Granger, questo episodio le costerà cinquanta punti" sentenziò il professor Piton dall'angolo dell'aula, intento a cercare qualcosa nella vetrina. Il suo malumore rimbombava tra le pareti della stanza.
"Ma... - non è colpa mia signor.."
"SILENZIO! - la interruppe l'uomo voltandosi di scatto con occhi funerei - Non sono qui per ascoltare le sue stupide scuse, solo una ragazzina inesperta e goffa poteva combinare un tale disastro. Si guardi, completamente ricoperta da una pozione altamente tossica!"

L'uomo era furente: quella giornata era stata lunga, decisamente lunga. Aveva agognato il relax delle  sue stanze fin dal mattino, quando uno studente di Corvonero era stato portato in infermeria a causa di uno scoppio con una pozione, nella sua aula, nella sua ora!
E adesso?
Invece di riposarsi doveva anche aiutare quella stupida so-tutto-io. E doveva farlo al più presto, prima che quel liquido acido corrodesse la pelle nuda della ragazza, come già aveva iniziato a fare sui suoi vestiti.
La divisa scolastica, infatti, presentava delle piccole bruciature qui e li, sulla camicia e sulla gonna, e le zone della pelle scoperte e colpite dall'acido stavano assumendo un colorito rosso acceso che faceva venire le lacrime agli occhi alla spaventata studentessa.
"Signore – mugolò Hermione sull'orlo di un pianto disperato – brucia.."
Piton la raggiunse velocemente, tenendo tra le mani delle pezze e una corposa ampolla blu.
Aveva poco tempo, doveva sistemare tutto il più in fretta possibile.
Per un momento, forse una manciata di secondi, osservò la giovane: immobile e spaventata, tremante di paura, teneva gli occhi bassi, quasi mortificata per l'accaduto.
Da qualche parte, in fondo all'animo del professore, un moto di pietà lo colse, pensando a quanto quella ragazza stesse soffrendo in silenzio, con estrema dignità.
Non se lo sarebbe aspettato, anzi, pensava ad una reazione plateale di terrore; invece, era rimasta ferma e Piton aveva dovuto congedare frettolosamente gli studenti per sistemare subitamente quell'incidente.
Non era la prima volta che qualcuno dei suoi alunni veniva a contatto con una pozione o un ingrediente pericoloso, ma Hermione in quel momento non poteva essere spedita in infermeria, sarebbe collassata nel tragitto e lui non si poteva permettere un altro studente ricoverato da Madama Chips in quella giornata. Quindi aveva deciso di agire d'istinto, limitando i danni e prendendosi cura personalmente delle bruciature.

"Granger – ruppe il silenzio l'insegnate – si sieda su un banco e tenga le gambe distese senza fare storie."
L'alunna immediatamente eseguì, mentre Piton si accomodava sulla sedia vicina, corrispondente al banco dove lei si era sistemata.
Hermione non era mai stata così vicina a Piton, che nel frattempo aveva bagnato la pezza con il liquido e lo stava delicatamente passando sugli stinchi della sua allieva.
"Non me lo aspettavo da lei un disastro simile." Borbottò il mago.
Subito Hermione, al contatto con i liquido, percepì una sensazione di sollievo tale da farle chiudere gli occhi, finalmente tutto quel bruciare stava scomparendo.
"Non ne sarei così felice se fossi in lei Granger, ci vorranno ore prima che il suo corpo smetta di bruciare. In alcuni punti, dove la pelle è più sensibile, proverà anche un leggero fastidio." Spiegò Piton, continuando meticolosamente il suo lavoro.
Arrivò al ginocchio, e per aiutarsi, appoggiò una mano appena sotto all'abrasione, facendo sussultare la studentessa, che non si aspettava evidentemente la mano nuda del suo insegnate sulla pelle.
Piton la guardò dal basso, alzando un sopracciglio con fare contrariato.
"Mi scusi Granger, ma credo che il contatto sia necessario."
"Mmmh mmh" rispose la studentessa, concentrata in quella sensazione di sollievo che la pozione le stava dando.
Per un attimo Hermione decise di aprire gli occhi, e guardare le mani esperte del suo insegnante guidare il tessuto della pezza nelle bruciature, con una attenzione quasi ossessiva.
Le mani erano grandi, ma il tocco era delicato e leggero, soprattutto morbido. La studentessa, infatti, si sarebbe aspettata una mano callosa e dura; invece, i polpastrelli del suo professore erano soffici e lisci, ma avevano una salda presa sul ginocchio. Lentamente le dita del professore salirono verso la coscia, toccando la pelle più sensibile.
Gli occhi dei due si incontrarono, e lui, quasi a chiedere il permesso, esitò un momento prima di procedere. La studentessa eseguì solo un cenno con la testa, per lasciare via libera al suo guaritore di arrivare anche in quelle zone, ma subito, non appena le mani di Piton avvolsero la coscia nuda, Hermione sentì il cuore iniziare una corsa accelerata. Il suo corpo non era pronto ad un contatto così ravvicinato e nonostante fosse per la sua salute, non poteva fare a meno di pensare che quella situazione stava diventando davvero imbarazzante. Il rossore le raggiunse il volto, sentendo nitidamente un suono ovattato nelle orecchie, come se il sangue in lei stesse scorrendo ad una velocità incredibile.
Hermione però doveva ammettere che tutto quello che stava sentendo non era brutto, non le stava facendo male e anche se imbarazzata, sentiva un calore sprigionarsi ovunque.
Chiuse nuovamente gli occhi, beandosi di quel momento di liberazione dal dolore.

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