5 - Lento Ritorno a Casa

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Sto rileggendo per l'ennesima volta (la dodicesima?) uno dei miei libri estivi preferiti, steso, su una stuoia anche lei stesa, sulla sabbia nera dell'unica spiaggia oceanica dell'isola di Stromboli.

Al mio fianco Marco. Noi due inseparabili.

Impiego minuti su minuti per ogni pagina, mi lascio incantare dalle parole assaporando il dolce piacere delle immagini e dei pensieri che mi vengono in mente, e poi chiudere gli occhi e riaprirli per guardare l'impenetrabile blu del cielo, i gabbiani e le nuvole.

Poi qualcosa, uno scoglio duro e massiccio dentro la lettura, mi ferma, e la mia distrazione diviene totale e mi lascio rapire da ricordi fatti di volti, parole, situazioni, con tratti di compiaciuta malinconia.

Risuonano le parole di Gigi che lavora tutta estate perché deve cambiare e sistemare la casa - il mare! Beati voi... ne abbiamo bisogno... siamo tutti provati!

Rivedo il volto disperato della Robi, una settimana fa, in un bar di Brera, con le mani tremanti che sbriciolava un pacchetto di sigarette, la sua voce dimessa - il medico mi ha raccomandato una clinica della salute... dice che mi farebbe bene, ma non ho i soldi, cioè li ho prestati a Katia ... non me li presteresti tu?

Le facce pallide al lavoro del cavolo, io che volevo fare il bracciante agricolo o lo scaricatore di porto.

Guardo un gabbiano inseguito nei miei pensieri da cori medioevali allucinati tipo Circumradiant Dawn dei Dead Can Dance  e guardo Marco disteso a pancia all'aria, il suo tatuaggio da galeotto sul petto: un cuore infranto, rosso ma consumato dagli anni.

Penso a Sorger il protagonista del libro, così perso davanti all'infinito. Ripongo il consumato "Lento ritorno a casa" di Peter Handke nello zaino, al riparo dal sole e dalla sabbia, come una sacra reliquia.

Mi concentro sulla linea dell'orizzonte.

- sai Gerry, qui non si sta per niente male... ma è troppo tranquillo

Marco dopo appena tre giorni di vita isolana è già irrequieto.

- calmati vecchio mio, siamo qui in vacanza, per prendere una boccata di ossigeno e poi c'è anche della bella gente e non ti costa niente socializzare un po' di più

- da che pulpito viene la predica

- senti Marco se avessimo vent'anni di meno potrei capire, ma cosa vuoi che siano due o tre settimane di clausura!?

- ma, si, si

Lo guardo nei suoi begli occhi chiari e penso che la familiarità con i mutamenti è la nostra forza, la nostra teoria; siamo pazzi e lo saremo ancora di più a ottant'anni (accontentarsi di tutto senza saziarsi di nulla).

- a proposito Marco, ho detto a Katia che in ottobre la raggiungiamo a Goa; ho detto bene?

- sii ... hai detto bene... maledetto!!

- ma, dai

- se penso che se ne è andata tutta sola laggiù... mi manca molto

- com'è strana eh? Così tenera, tutta silenzi...

- è capace di dormire due giorni di fila, ma come si fa?!

- non so...

- Gerry è strana anche nel sesso; vero?

- e chi non lo è da diecimila anni, almeno!

- voglio dire... hai capito

- la sua è una bocca visionaria

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