42. Ricomincio daccapo

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Una luce accecante le inondò il viso, Skye si accigliò ancora con gli occhi chiusi per il sonno e provò a voltarsi dal lato opposto, andando a finire su un braccio, cosi si rivoltò ancora ma quella luce la infastidì cosi tanto da farle aprire gli occhi.

Una fitta alla testa fu la prima cosa che sentì, prima di rendersi conto che soffitto stava guardando. Tubi, canaline, e neon si aggrovigliavano fra loro su una copertura alta asettica. Dalla vetrata in mensa, entravano i raggi solari già caldi di una mattina inoltrata.

Si issò a sedere, e i muscoli erano tutti indolenziti per aver dormito sul tavolo rigido sotto di lei. Intorno vi erano un groviglio di braccia e corpi.

Si toccò la testa ancora dolente, mettendo a fuoco l'aria circostante.

Quello non era un after qualsiasi, era nel deserto, finalmente nella base tanto sperata e quelli erano senz'altro i postumi della notte prima. Seduta mentre fissava il vuoto, mise pian piano alcuni ricordi al loro posto. Guardò le botti svuotate, i bicchieri a terra vuoti, le macchie di quel liquido denso e rossastro che era il vino sparpagliate sulle panche o sui tavoli.

Ancora molti membri dormivano beati mentre i loro russare riecheggiava formando vari echi nella grande stanza. Sul tavolo con lei, c'erano Lama, Joseph e Finn. Quest'ultimo dormiva accanto a lei con il viso premuto sull'acciaio del tavolo, la guancia schiacciata e la bocca dischiusa leggermente con un piccolo rivolo di bava che fuoriusciva era un dolce spettacolo. Ai suoi piedi invece, trovò Muna e George dormire l'uno accanto all'altra, la chioma scura e folta della donna era appoggiata sul petto del soldato che ronfava sonoramente a bocca aperta, guardandola si chiese come riuscisse a dormire cosi vicina a quel suono rombante.

Sull'altro tavolo accanto, Wave dormiva su tutto il tavolo rivolto a pancia in giù, abbracciava ancora una quantità indefinita di bicchieri vuoti, il viso angelico e i capelli biondi illuminati dal sole risplendevano d'oro.

Di Saleem non c'era l'ombra.

Di discostò dal braccio di Finn avvolto sul suo addome, lo sollevò a peso morto e glielo rimise accanto, poi si divincolò anche dalle gambe di Lama appoggiate sulle sue, si sottrasse quanto più delicatamente possibile e si mise in piedi, barcollando ai primi tre passi disorientata.

Bene, forse bere cosi tanto non era stata una buona idea, pensò.

Andò all'interruttore e chiuse tutte le luci, contenta di vedere che nella stanza entrava ancora una grande quantità di luce grazie alle vetrate.

Si prese un attimo a guardare ancora tutti, quello era l'inizio di un nuovo giorno. Era certa che Adil aveva grandi piani per loro e doveva rendersi presentabile e utile per quel giorno.

Si diresse lungo il corridoio alla ricerca del Vecchio, sperando che anche lui fosse già arzillo e presentabile essendo che lei ancora non lo era del tutto.

I suoi passi erano gli unici suoni che si udirono lungo quel passaggio, guardò nelle camere piene di brandine ma di Saleem ancora non c'era ombra.

Trovò invece Indie in una stanza, immersa già fra i medicinali che avevano trovato la notte prima.

«Ciao» salutò entrando nella camera, lei sobbalzò, concentrata com'era non l'aveva sentita arrivare.

«Oh. Ciao Skye» le sorrise, appoggiando sul tavolo un bugiardino. Accanto a lei aveva una pila di  scatole di medicinali divisa in due parti.

«Senti, hai trovato qualcosa per il mal di testa per caso?» chiese, scrutando quelle scatole in cerca delle pillole che era solita prendere quando stava poco bene.

«Magari qualcosa per i postumi di una sbornia» chiese infine, Indie la guardò attenta e poi ridacchiò.

«Meglio, non c'è proprio qualcosa di specifico qui...Però...» indicò la pila di scatole alla sua destra.

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