Capitolo 1 ~ Inizio

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Respiro. Sospiro. Affanno.


Mi convinco di essere solo arrabbiata, tuttavia nei miei occhi non vi è collera.
Il corridoio si fa opaco e zoppico, urtando le spalle dei soldati che stavano tranquillamente percorrendo il passaggio.
Y/n: «T-Tranquilla, tranquilla...s-siamo quasi arrivat-ti » balbetto a me stessa, barcollando verso la porta desiderata.

La apro e richiudo all'istante l'anta, appoggiandomici dopo con la schiena.
Respiro in modo angosciante non capendo più il senso delle cose che mi circondano, mi metto le mani nei capelli, strattonando forte le ciocche sottili, mentre striscio lentamente fino al suolo.
Calmati. Calmati. mi ripeto inesorabilmente per contrastare quelle urla.
Le mie scapole sbattono un'ultima volta contro la superficie solida e finisco a terra.
Porto le ginocchia al petto, chiudendomi in me stessa e stringendomi forte; graffio la pelle da sopra il vestito come per fermare un'emorragia. Come per ricucire una ferita. Come per porre fine al dolore che continua a sgorgare.

Nanaba: «Y/n quante volte ti ho detto che non dev- Oh Cristo!» si alza dalla scrivania, facendo stridere la sedia sul parquet.
Corre da me tentando di riportarmi in posizione eretta. Le mie gambe non rispondono.
Mi sostiene e quasi mi trascina di peso in direzione del divano, all'angolo dell'ufficio.
Nanaba: «MIKE VIENI SUBITO QUI!» urla spaventata.
La porta si spalanca e due figure in uniforme varcano la soglia.
Mordo le mie labbra cercando di trattenere il pianto.
Nel mentre che cerco di ristabilire il mio autocontrollo, altre braccia avvolgono il mio esile corpo, sostenendolo.

Mike: «Y/n cerca di respirare. Siamo tutti qui. Andrà tutto bene.» mi sussurra con fare dolce.
Nanaba intanto mi accarezza i capelli, posando qualche bacio sulla mia guancia per cancellare le lacrime che mi scendono stanche.
Tento di seguire le indicazioni di Moblit per riuscire a respirare regolarmente.
1..2...3...Inspira...Espira... mi impunto tra i pensieri.

Chiudo le palpebre e Mike mi solleva, per poi posarmi sulle sue gambe e tenermi tra le sue braccia massicce.
Mike: «Shh...Shh...Va tutto bene... Prima o poi andrà tutto bene...»
Mi culla e affondo il viso nel suo petto, macchiando la giacca di pelle con gocce dei miei occhi.
Mike: «Un giorno andrà bene vedrai...»
Quanto vorrei che fosse vero.

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Le molle si fanno sporgenti sempre di più, le sento puntare nella schiena tanto il tessuto è vecchio e usurato. Per il fastidio tento di cambiare posizione e mi rigiro, trovando purtroppo il vuoto ad aspettarmi.
Il mio fondoschiena si scontra con il pavimento. Si ritrovano a collidere in un tonfo.
Y/n: «Cristo!» esclamo spalancando gli occhi.
Due braccia mi sollevano da sotto le spalle, adagiando il mio corpo su una delle poltrone in velluto verde.
La luce arancida filtra tra i vetri, stendendo un velo dorato su tutto il legno che ricopre la stanza.
Faccio scivolare tra le mie narici un respiro stanco.

Mike: «Come ti senti?»
Y/n: «Come se mi avessero pestato a sangue, zio.»
L'uomo si abbassa in ginocchio, prendendo le sue mani con le mie.
Mike: «Vuoi raccontarmi quello che è successo?»
Y/n: «Ti creerei problemi e diventerei un peso con le mie lamentele. Non ti devi preoccupare, i miei sono solo capricci.»
Lui mi accarezza i polsi con i polpastrelli.
Mike: «Sei la nipote di me e di Nanaba. Sappiamo quando qualcosa non va veramente
Y/n: «Zio per favore non voglio che voi-»
Ferma le mie parole.
Mike: «Y/n. Devi dirmelo. Sono stati i tuoi genitori?»
A sentirli pronunciare le spalle si contraggono e arriccio le dita tra di loro, lasciando così quelle di Mike.
Mi sottraggo al suo tocco.
Y/n: «N-Non è-è cos-sì.» tento di dissuaderlo.
Mike: «Y/n...in che cosa ti stanno trascinando...va bene, ho capito.»
Si riporta in posizione eretta, prestandosi a raggiungere la porta.
Y/n: «Zio?! No no no no! Per favore no!» gli corro dietro afferrandolo per il braccio.

Una Crepa nel Silenzio ~ Connie x ReaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora