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 Ho coperto la testa con il cuscino cercando di bloccare i raggi solari che stavano entrando nella stanza dall'albergo che non ricordavo fosse talmente gigante ed in quel momento ho aperto gli occhi in preda al panico prima che i ricordi degli eve...

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Ho coperto la testa con il cuscino cercando di bloccare i raggi solari che stavano entrando nella stanza dall'albergo che non ricordavo fosse talmente gigante ed in quel momento ho aperto gli occhi in preda al panico prima che i ricordi degli eventi delle scorse ventiquattr'ore sono ritornati nella mia mente; alzo immediatamente il braccio guardando il mio anulare che portava l'anello che mi marchiava come la donna di Matteo Falcone per accertarmi che fosse tutto reale e non un brutto scherzo della mia mente prima di coprirmi la testa nuovamente con il mio amato cuscino.

Ho sbuffato un'altra volta sul mio cuscino prima di decidermi di alzarmi, ormai non sarei riuscita più a ritornare a dormire e non c'era punto in evitare l'inevitabile. Ho afferrato i pochi vestiti che ero riuscita a recuperare ieri notte e mi sono diretta verso il bagno per cambiarmi e prepararmi. Mi sono guardata allo specchio realizzando che mi fossi addormentata con il maglione di Matteo, non era colpa mia che l'indumento fosse incredibilmente comodo ed odorava fortemente di lui. Mi sono morsa il labbro inferiore promettendomi di non farlo nuovamente, anche se era ora mio marito non volevo involgermi in qualunque tipo di relazione con lui, Matteo Falcone era il consigliere della New York Famiglia, una criminale ed una brutta persona che non volevo e potevo innamorarmi.
La persona che volevo amare doveva essere una persona normale e nell'ordinario, che non facesse  soprattutto parte della vita mafiosa e non fosse un serio criminale che dovrebbe essere rinchiuso dietro alle sbarre.

Mi sono finita di vestire dopo aver fatto una doccia rinfrescante ed ho cercato per prossimi dieci minuti di domare i miei capelli rosso fuoco in qualcosa di accettabile e decente da guardare.
Ho lasciato la mia stanza camminando attraverso il corridoio prendendo il mio tempo di esplorare l'appartamento alla luce del giorno che era diventata la mia nuova casa e rimaneva della stessa opinione che fosse troppo gigante per due persone sole, ma non potevo neanche dire molto perché ero cresciuta con mio padre in una tenuta indubbiamente troppo per accomodare solamente una famiglia.

Il mio cuore si restringe pensando a mio padre ed al resto della mia famiglia, mi mancavano da morire anche se per la maggior parte non andavamo per niente d'accordo ma quello era una cosa normale e reale in quasi tutte le famiglie. Almeno avevo ancora mia cugina Francesca ed ero onestamente grata di poter rimanerle vicina, eravamo ora anche cognate ed avrei potuta vedere molto più di frequente di una volta. Quello era forse l'unica cosa positiva che avevo trovato in sposare Matteo finora oltre al fatto che ora fosse completamente ed indubbiamente protetta dal Chicago Outfit e mia madre avrebbe potuto smettere di vivere la vita da prostituta.

Ho notato la porta della stanza che fosse utilizzata come una palestra essere socchiusa e l'ho spinta lentamente lentamente con il mio sguardo allargarsi alla vista di Matteo senza maglia che stava correndo sul tapis roulant, ingoio il groppo che mi si è firmatosi in gola osservando ogni singola perfezione che era Matteo Falcone dai sui perfetti bicipiti al suo petto palestrato quasi completamente ricoperto di diversi tatuaggi. Più lo guardavo più il mio cuore stava perdendo battiti, volevo tracciare con le dita ogni tatuaggio che lo rendevano così maledettamente attraente e volevo poggiare le labbra sui bicipiti scolpiti in perfezione. L'unica cosa che desideravo era che facesse tutte le cose più indecenti possibili.

Vincolato dall'odioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora