Capitolo 24

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Ho raccontato una balla a Mark e i suoi per farmi star fuori la notte, non mi va di tornare da loro.
Farebbero solo troppe domande sul mio aspetto e il mio umore.
Non voglio nemmeno provare a fingere di star meglio, non ne ho le forze, non oggi almeno.
Ho pensato tanto alle parole di Harry e fa davvero male sapere che sono fottutamente vere.
Ma non lo faccio consapevolmente, nel senso, non vado in cerca di ragazzi da scopare, ne mi vesto da troia nei locali, ne mi butto nelle braccia degli sconosciuti.

Il blog l'ho fatto solo ed esclusivamente per me. Perché dopo mesi di diete assurde per essere bella mi sono sentita bene con me stessa. Per la prima volta l'immagine nello specchio non mi faceva piú venire le lacrime agli occhi.
Ero felice dopo tanto tempo e finalmente, dopo aver tanto invidiato le ragazze con blogs come il mio, potevo diventare una di loro.

Harry è la prima persona con cui mi sono lasciata davvero andare, dopo Mark ma lui è un'altra storia, lo conosco da anni.
Con Harry è stato diverso, mi ha sempre ispirato fiducia.
Si comportava come un amico che ti vuole proteggere e farti felice ma essendo piú grande mi è sembrato quasi come un genitore, un padre, papino.
Ah, ironia della sorte.

Ma ora ho realizzato che l'età forse è troppa forse dovresi semplicemente lasciare perdere, è stato bello finchè è durato ora basta.

Mi considera una fottuta ragazzina e forse lo sono pure ma ho dei sentimenti.

Ha bisogno di stabilità o semplicemente di una fottuta donna della sua età che sappia dargli quello che vuole, cosa evidentemente di cui io non sono in grado.

Eppure il pensiero di dire ad Harry di finirla qui mi faceva provare un assurdo fastidio allo stomaco.
Come quando stai facendo una cosa che non vorresti fare, e lo sai, ma continui a farla.
Forse dovrei restare con lui forse no.

Ma noi non siamo niente in realtà.

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Passai la notte a rigirarmi nel letto ed il risultato fu un mal di testa fastidioso e delle occhiaie assurde.
Sospirai alzandomi dal letto, oggi sarei dovuta andare a scuola per poi passare da Mark a prendere le mie cose, i miei genitori sarebbero tornati la sera.

Mi alzai svogliatamente per andare in bagno e sciaquarmi il viso.
Cercai di coprire le occhiaie con del correttore ma presto pensai che non avevo nessuno per qui farmi bella quindi abbandonai l'impresa.
Infilai la felpa della mia scuola, dei jeans neri e le mie vans rosse.
Preparai la cartella infilando dei libri a caso e uscii stando attenta a chiudere bene tutto.

Arrivai in anticipo e mi sedetti su un muretto dentro il cortile scolastico, decisi che avrei aspettato Mark li.

Prendendo il telefono in mano realizzai solo ora quanti messaggi e chiamate avevo perso da Harry.
Ma semplicemente non voglio sentirlo, ho bisogno di pensare e ne ha bisogno pure lui.
Bloccai il telefono cercando di cacciare lontano i pensieri riguardanti il riccio e mi accesi una sigaretta sperando che avrebbe calmato i miei nervi.

Mark arrivó, ovviamente, in ritardo ed entrammo di corsa a scuola giusto per le prime due ore di matematica.
Per fortuna non mi aveva fatto domande riguardo alle occhiaie o riguardo il mio umore variabile.
Quindi cercai di vivere quelle cinque ore di scuola con più serenità possibile.

HARRY's POV

Forse avevo esagerato, forse non dovevo dirle tutte quelle cose.
Ha ragione sono stato un coglione: l'ho trattata di merda per poi rimangiare tutto. Ma vederla in quello stato, con gli occhi pieni di lacrime e la voce incrinata, non ce l'ho fatta.

Da mezz'ora continuo ad andare avanti e indietro per la mia stanza cercando di capire che cosa sia scattato dentro di me per chiamarla "puttana" e dirle tutte quelle cattiverie.

Mi sedetti sul letto esasperato passandomi per la milionesima volta la mano tra i capelli, sognando che fosse lei a farlo.
Sospirai.

Quella dannata foto, è partito tutto da quella.
L'ho chiamata puttana perché pensavo facesse parte del nostro giochetto erotico ma lei se l'è presa e ha dovuto, ovviamente, inviare quella fottuta foto.
Sa quando cazzo mi dia fastidio e quando io sia schifosamente geloso di quello che hanno avuto.
Si perché lo sono, sono geloso.
L'ho appurato per come mi sento ogni volta che parla di lui o sono vicini, quando le sta vicino anche solo se la sfiora perché lei è mia.
Ormai è una parte di me.

La considero mia perché quella ragazzina mi ha fottuto il cervello, perché mi fa stare bene, perché mi rende felice.
E cazzo ho rovinato tutto.
Le ho detto chiaro e tondo che penso che lei sia una troia.

Mi buttai sul letto disperato.

"Non mi perdonerà mai" sussurrai a me stesso.
Mi viene da piangere ma devo reagire.

Presi il telefono iniziando a scriverle dei messaggi:

To Alex:
Alex, amore, mi dispiace io davvero non so cosa mi sia successo ti prego perdonami.

To Alex:
Non penso che tu sia una troia, so che te l'ho detto ma ero solo incazzato per quella foto.

To Alex:
Il fatto è che sono geloso di Mark e mi sono comportato da coglione

To Alex:
Ti prego

To Alex:
Mi dispiace

To Alex:
Amore, ti prego, mi dispiace.

To Alex:
Ti prego..

Aspettai minuti, ore interminabili finchè non decisi di chiamarla per avere finalmente una risposta.

Non mi rispose mai, col cuore un po piú ammaccato del giorno prima andai a dormire sperando in una sua risposta, sperando in un suo perdono.

Sperando in un prossimo noi.

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Questa mattina ho la giornata libera e decisi di sistemare una volta per tutte questa storia con Alex, anche se era passato neanche un giorno stare con lei mi manca.

Passai la mattina a pensare a cosa avrei detto ad Alex quando sarei andato a prenderla a scuola, sperava di non creare una scenata pubblica.

Senza rendermene conto ero già vestito, in macchina, ad aspettare la sua uscita da scuola.
Restai in macchina ad aspettare finché non sentii la campanella suonare allora uscii dall'auto aspettandola con ansia.

Sperando di vederla sorridere.

ALEX's POV
Mancano pochi minuti e poi posso andarmene a casa e rintanarmi sotto le coperte, ne ho davvero bisogno.

Stavo già pregustando la tranquillità del mio letto quando una figura slanciata entró nel mio campo visivo.

Sbarrai gli occhi, era qui.

Non ero l'unica ad averlo notato comunque, numerose erano le ragazze che continuavano a squadrarlo mentre lui scrutava la folla cercando il mio viso a lui famigliare.

Sbuffai guardando male un paio di ragazze appena mi ripresi dalla sua vista. Iniziai a camminare a passo incerto verso di lui.

Mi aveva visto, da un po continuava a seguirmi con lo sguardo, ed era bellissimo.

Mi sorrise e sentii definitivamente le mie difese cadere.

"Baby look what you've done to me"

HimWhere stories live. Discover now