Sono contento che sia tu

31 4 43
                                    

Quel fatidico giorno alla fine arrivò.

Nonostante le sue preghiere per ritardare quel momento il più a lungo possibile, quel momento arrivò comunque, e Keiji fu costretto a fare i conti con la realtà.

Detestava quelle serate, le considerava soltanto una perdita di tempo.

Suo padre continuava a ripetergli che mantenere un buon rapporto con le altre famiglie nobiliari era di estrema importanza e non poteva essere trascurato per nessuna ragione.

Fin da quando era bambino, tutti non facevano altro che ripetergli le stesse identiche cose: "Un giorno sarà tuo dovere prenderti a carico queste responsabilità, dovrai sapere come comportarti." "Dovrai essere preparato, quando sarà il tuo turno."

Keiji amava il suo regno.

Nevicava e pioveva per la maggior parte dell'anno, le temperature non superavano mai i quindici gradi e il vento era sempre gelido.

Adorava tutto di quel posto, si era sempre trovato bene nella tranquillità, nella solitudine e soprattutto nel silenzio.

Amava davvero tutto ciò, sul serio, ma odiava la sua posizione con tutto il cuore, specialmente in quel momento. Non aveva certo scelto lui di nascere come principe e futuro erede al trono.

Di quegli eventi Keiji ne aveva affrontati tanti, e questo non aveva nulla di diverso, giusto?
Ma sapeva perfettamente che questa volta non sarebbe stato così.
Sapeva perfettamente che questa volta sarebbe stato tutto completamente diverso.
Quella volta infatti, le due famiglie avrebbero parlato del matrimonio e di tutti i preparativi necessari.

I suoi genitori lo avevano sempre accettato per quello che era, e quando confidò loro di essere gay, sorrisero entrambi al figlio, rivelandogli di averlo sempre saputo. Il vero problema si presentò dopo il suo diciottesimo compleanno, quando Akaashi raggiunse l'età per sposarsi.

Per mesi, pretendenti da ogni parte del regno si erano presentati per chiedere la sua mano, ma per Keiji tutti i candidati non erano altro che degli stupidi ragazzini viziati e spocchiosi, a cui interessava solo il trono.
Alla fine li rifiutò tutti, uno dopo l'altro.

Una volta capito che non avrebbe accettato nessuno, i suoi genitori decisero per lui.

L'idea non gli piaceva per niente, ma per non creare discussioni, accettò a testa bassa come al solito, era abituato a farlo.

Le sue mani tremavano, a quella serata avrebbe partecipato anche il suo futuro marito.

Si sentì svenire mentre scendeva quelle maledette scale. Le gambe non riuscivano nemmeno a sorreggerlo, e aveva costantemente la sensazione di cadere. Così per evitare brutte figure, si aggrappò al corrimano di legno.

Il suo piano era quello di rimanere fermo immobile in un angolino della sala, senza farsi vedere da nessuno. Piano che però fallì miseramente dopo cinque minuti. Non che si aspettasse il contrario.

Ogni volta che qualcuno si avvicinava per parlargli, tirava fuori un sorriso falso di circostanza, e rispondeva gentilmente, senza fare troppe storie, nascondendo a tutti i suoi problemi.

Dopo qualche ora si accorse che nessuno era più interessato a lui. Keiji non si fece scappare l'opportunità e, nel modo più naturale possibile, cercando di non dare nell'occhio, uscì lentamente dalla sala.

Probabilmente avrebbe dovuto sforzarsi di cercare tra gli invitati, il ragazzo scelto per lui dai genitori, ma nessuno si era degnato di dirgli il nome, da che famiglia provenisse o che persona fosse. Keiji non sapeva assolutamente nulla, nemmeno uno straccio di informazione.

In questa vita | bokuakaNơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ