Ruffiano

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Nonostante la Villa non fosse ancora pronta - e i lavori fossero a metà - Simone e Manuel hanno deciso di venire lo stesso al mare: trepidavano dalla voglia di fare la prima vacanza di famiglia, quindi i tre giorni precedenti erano passati veloci, portando con sé un collante indissolubile.

«Jacopo attento! Hai gettato tutto a terra, guarda che pasticcio!» è la voce di Niccolò che, stridula, fa svegliare i genitori.

«Bla bla bla» lo sbeffeggia «Ingrandisci sempre le situazioni, come papà».

Manuel ride, contro la spalla di Simone, poi annuisce, beccandosi una gomitata da quest'ultimo «Io non ingrandisco le situazioni!» pigola «No, figurati — tu? Pff, sei sempre così razionale» continua a prenderlo in giro, poi si sporge verso di lui e, catturato il mento tra pollice e medio, fa scontrare le loro labbra.

«Buongiorno.»

«Buongiorno? Ti sei mosso tutta la notte, t'avrei spinto giù!»

«Quando torniamo a Roma allora dormi sul divano, così hai tutto lo spazio che vuoi» Simone gli poggia un dito sul petto «E io mi prendo il nostro letto, affare fatto».

«Seh, te piacerebbe» si fa forza sulla braccia e si tira su «Ma quei due che stanno a fà? Smontano la cucina?»

«Nicco, Jaco! Tutto ok? Avete bisogno di una mano?»

Dopo la domanda di Simone seguono vari minuti di bisticci su chi avesse svegliato chi, poi la porta si apre lievemente e uno dei due fa capolino «Colazione a mobilio!» «Domicilio — mobilio non ha senso nella frase. Mi avevi detto che l'avevi imparato!» «Vabbè. Sempre la colazione gli abbiamo portato» ribatte Jacopo, poi si fa spazio nella stanza e, con non poca fatica, poggia il vassoio sul letto dei papà.

Contiene un piattino in plastica con otto fette biscottate, quattro bicchieri impilati li uni sugli altri, altrettanti cucchiaini e il barattolo di Nutella. Niccolò regge una bottiglia di succo alla pera nella mano destra, il flacone di latte nella sinistra. Dalla tasca posteriore del pigiama fuoriesce un foglio colorato, ma nessuno fa domande su ciò - deve essere un'altra sorpresa, o qualcosa del genere.

Non a caso si gira di schiena e «Prendete il foglio, c'è una cosa per voi» spiega.

«Un'altra cosa per noi?» chiede Manuel stupito «Vi siete proprio dati da fare stamani, eh».

Simone cattura il pezzo di carta e lo apre, rimanendo piacevolmente colpito da quel che vede.

«Ma è bellissimo! Questo a sinistra è Jaco, a destra Nicco, ho indovinato?» si tira indietro sul materasso così da fare spazio ai bambini per sedersi sul letto

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«Ma è bellissimo! Questo a sinistra è Jaco, a destra Nicco, ho indovinato?» si tira indietro sul materasso così da fare spazio ai bambini per sedersi sul letto.

«Bravo papà!» al che Simone guarda Manuel e si scrolla la spalla «Mo gli fate montare la testa a vostro padre» il maggiore manda gli occhi al cielo «Vabbè, direi di fare colazione!»

Quindi passano la mezz'ora successiva a chiacchierare, mentre consumano la colazione - era bello vivere così, attorniati da risate e complicità, da tutto quell'Amore che avevano sempre rincorso e mai fatto proprio, non finché le loro linee della vita si erano mescolate e le carte in tavola avevano cambiato sembianza; anche Simone che ama la staticità, aveva ringraziato il trambusto che era successo un anno addietro.

«Shh, piano che sennò si sveglia» Manuel fa segno ai figli di non fare rumore se vogliono che lo scherzo fili liscio. Simone, dopo un'intera mattinata al mare, si è addormentato sul lettino, quindi il fidanzato non ha perso tempo e mettere su un piccolo piano per far ridere i bambini e infastidire lui.

«Secondo me papà si arrabbia ..»

«Mhm.»

«Macché. Non s'arrabbia» fa l'occhiolino ad entrambi «Pronti? Tre, due, uno!» una scarica di acqua, proveniente da piccole pistole, si riversa su Simone, poi manuel aggiunge il colpo di grazia aiutandosi con un secchiello.

«Manuel vaff—» vede il sorriso di Jacopo e Niccolò davanti a sé, quindi - anche se ha trovato il colpevole - non può prenderlo a brutte parole davanti a loro due «Sono sempre tue queste idee!» si stropiccia il viso e tira i ricci all'indietro.

«E che sarà mai 'n po' de acqua! Sei esagerato» ride, poi si porta verso di lui e gli lascia un bacio «Comunque sei bellissimo anche così, non vale — sei scorretto».

«Ruffiano.»

La giornata trascorre bene, arriva sera e i bambini crollano sul divano mentre i genitori fanno i piatti.

«Sei stato fortunato, il divano già l'hanno occupato» Simone raggiunge Manuel in balcone, così da bearsi di un po' d'aria fresca.

«Non mi c'avresti mai fatto dormire!» Manuel l'attira a sé, così da rubargli un bacio «Vero, non ci so più stare nel letto da solo» ci siamo stati per troppo tempo entrambi «Comunque arriverà la nostra vendetta per lo scherzo di oggi, così per dirtelo» vorrebbe essere serio e incutergli un po' di timore, ma non ci riesce perché assume un'espressione tremendamente tenera mente lo dice.

Quindi Manuel annuisce e, guardando tutto quel che si era creato, lo attira a sé. Sente la necessità di un abbraccio, perché le braccia di Simone non lo fanno sentire solo, gli danno conforto e protezione «Non mi sarei mai immaginato tutto questo» soffia contro il suo collo «Nemmeno io, a dire il vero. Avevo paura di averti perso, ma ora sei — siete qui e alla magia un po' ho iniziato a crederci».

Rimangono in quel modo per un po', beandosi di un leggero vento e della luce delle stelle che addobbano il cielo.

Era tutto ciò che avevano sempre desiderato e, finalmente, potevano vivere quel sogno giorno dopo giorno. Insieme.

Un Rullino di RicordiWhere stories live. Discover now