𝟏𝟐: 𝐆𝐢𝐫𝐥 𝐫𝐚𝐠𝐞

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mi risveglio con gli occhi impastati da un sonno stranamente profondo, come se avessi dormito per una settimana filata senza svegliarmi mai

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mi risveglio con gli occhi impastati da un sonno stranamente profondo, come se avessi dormito per una settimana filata senza svegliarmi mai.

tutto ciò che vedo è un soffitto candido, in netto contrasto con quello in legno scuro che ricordo fosse nel salotto di Lando.

poi volto lo sguardo alla mia sinistra, trovandoci una poltroncina su cui è stata abbandonata una felpa e una di quelle stampelle su cui si appendono i sacchetti per fare le flebo.

"buongiorno bella addormentata" mi saluta una voce femminile, che riconosco come quella di Alina.

mi sorride flebile, sollevata dal fatto che mi fosse svegliata.

"vuoi un po' d'acqua?" chiede poi, voltandosi alla ricerca di una bottiglia che si affretta a porgermi.

ne prendo un generoso sorso.

"Lando sta dando i numeri, ma se vuoi lo chiamo" e quasi mi strozzo con l'acqua.

il mal di testa martellante che non mi sta neanche facendo capire quello che sto facendo poi non è di aiuto.

"fammi godere altri cinque minuti di silenzio, ti scongiuro" la prego con voce roca, ripassandole la bottiglia.

lei ridacchia, ma esaudisce il mio desiderio e non lo chiama, grazie a Dio.

non ho il coraggio di sapere come ha reagito.

dopotutto lo capisco, anch'io darei di matto se mi fosse svenuto lui davanti in preda alle convulsioni, però il suo fare da regina del dramma mi farebbe venire minimo un altro attacco.

chissà che paura devo avergli messo, soprattutto visto che non era a conoscenza di questa mia piccola problematica.

...ops.

"l'infermiere di mio papà le porta sempre in caso di emergenza" mi spiega la bruna rendendosi conto di come stessi fissando la flebo che mi aveva attaccato al braccio.

mi limito ad annuire, ancora un po' confusa da quello che è successo.

ma quanto tempo sarà passato...?

devo decisamente chiamare il mio neurologo.

come se leggesse quello che penso, la castanaparla della durata dell'attacco, quanto ho dormito dopo ed una serie di altre cose di cui non sto capendo un cazzo.

scusate il francesismo.

a proposito di francesi, ma lui dov'è?

nonostante la confusione, cerco di guardarmi intorno, alla ricerca di quel paio di occhi vitrei che non mi danno pace neanche per un secondo.

poi finalmente li trovo, nascosti sotto le ciglia lunghe del monegasco, poggiato allo stipite della porta con un'espressione truce in viso.

mi limito a sorridergli, preoccupata da come potrebbe aver reagito.

Books&Races||Charles LeclercWhere stories live. Discover now