27. Spiegazioni

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Kayla
Corro in corridoio, cercando di fare meno rumore possibile, dato che comunque è tardi e mi avvio verso il dormitorio della casta di Ade. Spalanco la porta e scavalcando i vari lupi, che si sono svegliati, raggiungo la porta della camera di Austin. "Scusate, è urgente, non era mia intenzione svegliarvi così." Bofonchio prima di entrare.
"Brian." Dico, sento la mia voce stridula.
Lui si alza subito dal letto: "Kayla, che succede? Sei pallidissima." Mi raggiunge e pure Oliver si alza tutto preoccupato.
"Ditemi che non è vero, vi prego." Sussurro
"Non è vero cosa?" Brian è veramente confuso.
"Non sono io vero?" Domando alzando la lettera. Nel momento in cui lui la nota il suo sguardo si incupisce.
"Come posso essere io?" Ho le lacrime agli occhi. "Io non vi conosco, io non vi ho mai visto in vita mia, io non ho mai avuto relazioni, figuriamoci.." indico il foglio. "È impossibile, io non ricordo."
Lui continua a guardarmi in silenzio, mentre il piccolo ha le lacrime agli occhi.
In un attimo comprendo "Io non ricordo, io ho perso la memoria. È così vero?" Gli afferro la maglietta "ti prego Brian non stare imbambolato, rispondimi, ne ho bisogno!"
"Kayla ti prego siediti." Sentenzia togliendo le mie mani dalla sua maglietta e facendomi sedere sul letto. "Sei sotto shock, non sai cosa stai dicendo."
"So benissimo cosa sto dicendo! Guardami! Ho gli occhi di lei, ho i capelli come lei! Ho la sua stessa età!" Scosto il collo della maglietta "Ho persino il marchio!"
Fissa la mia cicatrice, ma non mi dice niente.
"Brian parla! Spiegami ti prego! Sono per caso un morto? Perché sono viva non dovrei essere morta con gli altri quella notte?" Sono fuori di me, esasperata, provo molta confusione e non so cosa stia succedendo o se siano solo coincidenze dato che io non ricordo di aver vissuto con loro, ne di aver avuto una storia d'amore con Austin e per di più di averlo sposato. Non ricordo nemmeno il massacro.
Lo guardo con occhi supplici.
"Kayla io non lo so okay? Nessuno in realtà lo sa. È vero sei lei, uguale, non lo nego, ma non sono sicuro che magari sia davvero tu."
"Non mentirmi Brian."
Abbassa lo sguardo "Non sono la persona giusta per raccontarti queste cose. Dovrebbe farlo Austin."
"Lui non c'è, e solo gli dèi sanno se ritornerà! Quindi spiegami!"
"MALEDIZIONE KAYLA! TUTTI QUI TI HANNO RICONOSCIUTO CAZZO! HAI LO STESSO ODORE, GLI STESSI OCCHI, GLI STESSI CAPELLI, LA STESSA CARNAGIONE, LA STESSA PRESENZA DI ANNI FA. SÌ, SEI LA MOGLIE DI AUSTIN, LA NOSTRA LUNA, MA NON TI SO DIRE PERCHÉ CAZZO SEI QUI DOPO ANNI E NON RICORDI NIENTE!" mi urla in faccia esasperato.
Taccio.
Non so cosa dire, non so cosa pensare, probabilmente speravo mi dicesse che era solo una coincidenza, che non c'era nessuna correlazione tra me e lei, e tra me e Austin.
Lo guardo passarsi le mani sul viso e tra i capelli, sembra esasperato, in confusione, come se non sapesse cosa fare. E mi fa ridere, perché dovrei essere io in quella situazione, invece me ne sto impalata senza muovermi, come in trance.
"Forse è meglio se andiamo a dormire." Sentenzio per poi iniziare a togliermi i pantaloni.
Lui distoglie subito lo sguardo e mi dà le spalle.
"Ti mette a disagio?" Domando incuriosita.
"Non si può guardare la moglie di un altro, soprattutto se è la moglie dell'alpha" sentenzia Olly tutto serio.
Rabbrividisco bel sentire 'moglie dell'alpha', ma lascio correre non ho la testa per ragionarci su oggi e allora cerco di sdrammatizzare "E allora perché tu mi guardi signorino?"
Lui fa una faccetta furba e si nasconde sotto le coperte.
"Ah ah, sei un furbetto te!" Esclamo per poi infilarmi nel letto vicino a lui.
Brian spegne la luce e rimaniamo avvolti nel buio, nessuno parla, si sentono solo i nostri respiri per vari minuti.
"Kayla?" Un sussurro da parte di Oliver rompe il silenzio.
"Dimmi Olly" rispondo anche io con un sussurro
"Mi spiace che tu lo abbia scoperto così, però vorrei che tu sapessi che sono felice che tu sia la nostra Luna. Non so se pure per te è così" sentenzia accoccolandosi vicino a me.
"Non lo so Olly, non lo so." Dico iniziando a coccolare i suoi capelli biondi.

Mi sveglio sentendo il rumore della sveglia, allungo la mano e la spengo, apro gli occhi e decido di alzarmi. Mi siedo e il mio sguardo vola al foglio spiegazzato che è appoggiato sul comodino, quello che è successo ieri si fa strada nella mia mente. Prendo il foglio con mani tremanti e lo spiego, iniziando a leggerne nuovamente il contenuto.
"Kayla." Una voce arrochita dal sonno attira la mia attenzione. "Non stare a rimuginarci su troppo, troveremo delle risposte prima o poi.. Austin ha continuato il viaggio da solo per questo."
"Avrebbe dovuto farlo con me dato che c'entro pure io." Ribatto esasperata.
Si passa le mani sul viso. " Forse non hai idea di quanto sia faticoso e doloroso passare del tempo con una persona con cui hai un sacco di ricordi ma ti devi controllare perché lei non ricorda nulla."
Rimango in silenzio, a questo effettivamente non ci avevo pensato.
"Sì, gli faceva molto male, ma come potevi notarlo..eri troppo impegnata a odiarlo perché lo reputavi egocentrico." Sentenzia con tono accusatorio per poi uscire a passo svelto.
Le sue parole mi fanno male e non per il suo tono, ma perché semplicemente è la verità. Ho sempre pensato che Austin fosse un egocentrico e ricordo vivamente come lo guardavo con odio e disgusto senza che lui mi avesse mai fatto nulla.
Quei miei sguardi devono averlo ucciso, poverino, chissà quanto dev'essere stato difficile starmi vicino, ricordare tutto, avere lo stimolo, il bisogno di abbracciarmi e baciarmi, ma non poterlo fare poiché io l'avrei preso per pazzo, dato che per me non eravamo nulla.
Mentre in realtà ero e sono sua moglie, questa consapevolezza mi fa rabbrividire, soprattutto se ricordo l'ultima volta che l'ho visto, nella cucina del branco. Quanta tristezza e paura deve aver provato, nel lasciarmi di nuovo, senza avere la certezza di potermi rivedere e senza ricevere un saluto adeguato, affettuoso.
Sospiro, mi pento così tanto di essermi comportata così male, forse è meglio che io mi faccia una doccia, per schiarire la mente. Prendo le mie cose e mi dirigo verso i bagni ignorando gli sguardi di tutti. Scelgo la doccia e mi richiudo la porta alle spalle, inizio a fare scaldare l'acqua e mi svesto. Una volta raggiunta la temperatura di mio gradimento mi fiondo sotto il soffione, mi inzuppo e i capelli mi si appiccicano in viso. Inizio a insaponare il corpo e i capelli, ma purtroppo l'acqua non mi aiuta a distrarre la mente, anzi me lo fa ricordare sempre di più. Mi appaiono tutti i momenti passati insieme uno dietro l'altro, come fossero un video di foto ricordo.
Lui trasformato in lupo il giorno in cui sono arrivata alla caserma, lui incazzato nel bagno dopo che avevo offeso Zoe, lui che mi aveva osservato stanca morta dopo gli allenamenti con Centy, lui che ha consigliato a Kevin che armi darmi, lui che mi aveva salvato durante i giochi, lui sopra di me sul letto sempre dopo i giochi, lui che mi guarda mentre accompagno suo fratello a fare colazione, il duello all'arena dopo che è tornato dalla sua missione, il bacio davanti a tutti, lui che non mi parla più, lui in aereo che mi ha dato la sua felpa, lui in missione che dopo secoli torna con una tipa e io gli tiro uno schiaffo, lui trasformato in un maiale che mi aiuta a riuscire a comunicare con la mente, lui in macchina che mi lancia qualche sguardo dallo specchietto retrovisore, Zoe che mi spinge in acqua e lui che subito mi salva facendomi aggrappare al suo corpo, e infine lui che mi saluta con una promessa.
Scoppio a piangere e mi accascio appoggiandomi alle piastrelle lisce del muro, come ho fatto a non accorgermi dell'attenzione che mi dava?
Mi sento una così brutta persona. Continuo a sfogarmi, piango sotto l'acqua, cercando di non farmi sentire, vorrei tanto che qualcuno potesse darmi un abbraccio, avrei tanto bisogno di certezze in questo momento, in questa vita, in cui non ne ho mai avute, dopo aver cambiato così tante volte scuola, famiglie, orfanatrofi.
Mi accorgo che le mani sono diventate rugose e decido che è meglio uscire dalla doccia e fare qualcosa di produttivo, al posto di stare a frignare, come una bambina, sul mio passato. Cercherò di migliorare, quando lo vedrò cercherò di scusarmi in tutti i modi per il mio comportamento crudele, sarò amichevole e cercherò in tutti i modi di provare a ricordare, anche se ho paura che la relazione non potrebbe funzionare, o meglio, per quanto ricordo io, non è neanche iniziata, quindi spero non cerchi di obbligarmi. In realtà non credo che mi obbligherà mai a stare con lui, contro la mia volontà, però non si sa mai, dipende come tornerà dagli inferi. Se tornerà.
Un senso di vuoto mi attenaglia lo stomaco, lui sta rischiando la vita per me, che non ho fatto altro che trattarlo male, guardarlo con disprezzo, schifarlo..doveva amarmi veramente tanto.
Mi asciugo e vesto, faccio due trecce per evitare che i capelli bagnati mi diano troppo fastidio e decidodi andare di sotto, a fare colazione velocemente prima di andare a svolgere i miei compiti. Quindi scendo le scale e mi incammino verso la mensa a passo svelto, per riuscire almeno a prendere uno yogurth prima che tutti abbiano finito le cose 'commestibili', dato che qua già ce ne sono poche. Mi metto in fila lungo il bancone e scorro lentamente come tutti, arrivata di fronte alla sezione latticini afferro il primo yogurt che ho davanti e mi lancio tra i tavoli per sedermi insieme ad Anne e Olly.
Mi lascio cadere pesantemente sulla panca, lasciando andare un sospiro e poggiando con poca grazia il mio povero yogurtino alla fragola.
"Come mai già docciata?" Domanda Anne osservando attentamente i miei capelli bagnati.
"Non ho dormito molto e avevo bisogno di svegliarmi." Rispondo dicendo la prima scusa che mi passa per la testa.
"Sicura?"
"Sì perché?" Domando aprendo il mio yogurt e iniziando a mangiarlo con poca voglia, mi è passata la fame, forse in realtà neanche prima l'avevo.
"Boh, mi sembri scossa e mi pare che tu mi stia nascondendo qualcosa." Sentenzia squadrandomi da testa a piedi.
"Ehm io ragazze vado che ho allenamento! Ci si vede ciao!" Si intromette Olly velocemente per poi sparire.
"Siete tutti e due strani oggi...avete litigato? Mi state nascondendo qualcosa?"
Scuoto la testa. "No tranquilla Anne, è solo che ho dormito poco e..."
"Va bene, se non me lo vuoi dire lo capisco, non preoccuparti." Sentenzia dispiaciuta "Ora è tardi, quindi vado, che ho allenamento con Centy e non vorrei fare tardi." Si alza e senza guardarmi se ne va pure lei.
Ci rimango male, in realtà mi spiace molto non poter spiegarle la situazione, o meglio mi spiace tanto non riuscire a sapergliela dato che nemmeno io la so e ho capito che è successo. Poccio il mio cucchiaino nel vasetto, provando improvvisamente un senso di nausea e disgusto, non credo riuscirò a mangiare altro.
"Oh guarda guarda, ti hanno abbandonato. Povera piccola Kayla."
Zoe si accomoda di fronte a me.
"Che vuoi?" Domando secca.
"Poverina, ti hanno abbandonata tutti perché non hai detto la verità, dici di non ricordare solo perché vuoi fuggire da colui che hai tradito."
"Ma cosa stai dicendo?" Domando. Questa mi spiace dirlo, ma è da manicomio, non è per niente normale con i suoi sbalzi di umori e simpatie strane.
"Sto dicendo la verità, non dici la verità ai tuoi amici, non passi il tempo con la tua casta, non sai nemmeno se tornerà l'unico che ti stava dietro e ti sopportava. Chissà magari è morto." Ridacchia per poi rubarmi il vasetto di yogurt.
"Fatti gli affari tuoi Zoe." Sibilo gelida.
"Ti brucia questa cosa eh? Hai i sensi di colpa che ti impediscono di dormire? Di fare la doccia tranquilla senza frignare come una bambina?" Continua alzando sempre di più la voce.
"Zoe non dare spettacolo." Dico notando che ci stanno guardando tantissime persone.
"Come mai? Ti imbarazza?" Fa un risolino, degno di una gallina e bella donna, per non dire altro, scusate.
"Ti imbarazza che io dica che tu non parli con i tuoi amici? Ti imbarazza che io dica che piangi come una bambina? Ti imbarazza che io dica che tu hai problemi di memoria?"
Mi alzo di scatto e sbatto le mani sul tavolo. "Stai zitta!"
"O ti infastidisce che io dica che lui non tornerà più e tu rimarrai per sempre sola con il rimpianto di averlo trattato di merda?" continua.
In due nano secondi scavalco il tavolo e la prendo per i capelli. "Prova a dire sono un'altra parola e ti spedisco in infermeria." Sibilo.
"Non ne hai il coraggio."
Le tiro una testata e lei perde l'equilibrio, inizia a perdere sangue dal naso. "Ma sei impazzita?" Esclama.
"Ti dimostro che non ho paura di spedirti in infermeria, vuoi altre prove?"
"Sei una troia! Tu non sei niente per lui, lui è andato negli inferi e ci rimarrà! Non è ancora tornato ed è passato molto tempo!" Continua a infastidirmi quella, con aria da saputella.
Le tiro un'altra testata per poi lasciarla cadere a terra.
Mi sto per gettare su di lei quando vengo afferrata e trascinata via.
"Ecco! l'hai tradito con Kevin!" Sento urlare quella gallina dalla mensa.
"Stai zitta! Non sai niente!" Mi giro verso Kevin "Fammi tornare indietro che la sistemo per bene, così poi non parla più quella."
"Kayla non sei in te, smettila!"
"Non può parlarmi così!" Esclamo "Non so cosa le sia successo, ma da quando siamo tornati è diventata più stronza di quando siamo partiti." Continuo alterata.
"Non lo so nemmeno io okay, ma non puoi saltare addosso alla gente solo perché dice qualcosa che non vuoi accettare o insomma sentire."
"Accettare?" Domando confusa.
"Beh non puoi negare che è via da tanto."
"Anche noi non siamo tornati presto, eppure non siamo morti! Lui tornerà, lui è vivo, non può essere morto, lo capite?! Ci metterà il suo tempo ma tornerà! Me l'ha promesso!" Lacrime calde iniziano a scorrere sulle mie guance.
"Okay okay, credi ciò che vuoi, la mia era solo un'osservazione." Mi dice lui cercando di farmi stare buona. "Credo sia ora che tu vada da Centy, sai che non è incline a perdonare i ritardi."
Annuisco, togliendo le lacrime dal mio viso. Sono così scossa ultimamente che non capisco nemmeno perché io stia provando tali sensazioni. Lo saluto velocemente e mi dirigo verso l'arena, cercando di stabilizzare la mia mente poiché Centy, se mi vede in queste condizioni, non avrebbe pietà di me, per nessun motivo.
Entro in sala e lo trovo accomodato sulla panca.
"Un minuto in ritardo Kayla."
"Mi spiace, ho avuto un imprevisto." Rispondo abbassando lo sguardo, in modo tale da nascondergli i miei occhi sicuramente arrossati dal pianto.
Scuote la testa "Forza inizia a fare dei giri di corsa, ti dico io quando fermarti."
Ed è così che ha inizio il mio inferno.

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