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Cammino lungo corridoio, pieno di luci accecanti e di gente che vaga alla ricerca di qualcosa che forse è il nulla, ma io devo cercare una cosa, ovvero qualcuno, Park Jimin.
Lo avevo conosciuto da pochi giorni visto che avevo cambiato ospedale dopo vari tentativi falliti di suicidio, quindi mi hanno spostato in un'altra struttura con maggior sicurezza, e qui ho incontrato lui.
Arrivo davanti alla porta di camera sua e busso tre volte, nessuna risposta quindi riuscì a sforzare la porta ed entrare ma purtroppo non vedevo il suo dolce sorriso.
Ho cercato per tutta la camera, ma nulla, quindi provo nel bagno affianco e la vista di lui mezzo morto nella vasca mi spezzò il cuore.
"JIMIN! CHE CAZZO STAI FACENDO?!"
girò le pupille incrociando i miei occhi, I suoi occhi a mandorla erano l'unica cosa che non riuscivo a guardare per troppo.
Subito corsi e lo feci uscire dalla vasca, era freddo e pallido quindi lo abbracciai in modo da sfogare il mio dolore e in modo di riscaldarlo il più in fretta possibile.
Lentamente, sentì le sue braccia ricambiare l'abbraccio, e tirai un sospiro di sollievo.
"Grazie a dio sei ancora vivo...non so cosa farei senza di te..."
Sentì una leggera risatina da parte sua, quindi mi allontanai un poco per vedere il suo stato in viso.
La pelle poco pallida, stava quasi tornando al suo colore naturale, i capelli bagnati e le labbra screpolate.
Mi ero incantata alla vista del suo bel viso anche quando rischiava di morire, non capii che mi stesse parlando.
"Y/n!"
Subito sbatto le palpebre e tornai alla realtà e incontrai i suoi occhi scuri e profondi.
"S-scusami non volevo...i miei pensieri intrusivi mi hanno sconfitto...mi dispiace..."
Sospiro alle sue parole, e gli do un leggero pugnetto nella spalla, facendolo gemere leggermente dal dolore.
"Ahi! Che cazzo fai, stavo morendo e tu mi picchi?! Un pò di carità a questo ragazzo"
Ridemmo.
"Sta zitto deficente, impazzerei se tu morissi!"
Alle mie parole lui abbassò la testa, quindi mi alzai e svuotai l'acqua della vasca, per non lasciare traccia di questo terribile ricordo.
Jimin si alzò e uscì dal bagno, lasciandomi sola a pulire tutta quell'acqua.
Poco dopo lo raggiunsi sedendomi nel lettino e aspettando delle sue parole.
Si stese nel lettino per poi avvolgere le sue braccia alla mia vita finendo affianco a lui e iniziando a farmi il solletico.
"Yah! Basta!...smettila"
Dissi tra una risata e l'altra.
"Mai"
Continuò a farmi il solletico, così gli morsi il braccio.
"Ahia! Fai male!"
Ridiamo e tutti e due ci abbracciamo nel lettino.
"Quanto vorrei uscire da questo posto..."
"Ti capisco...ora vado in camera mia, se ci scoprissero ci dividerebbero e in quel caso sarei molto triste"
Dissi per alzarmi ma sentì una presa nel polso.
"Ti prego rimani con me..."
"Aish...non voglio rischiare..."
"Fallo per me..."
"Ok...solo per stanotte ok?"
"Yay!"
Mi rimisi a letto e sentì il suo respiro sul mio collo, arrossì a questo contatto ma non lo feci notare.
"Buonanotte..."
Disse.
"Buonanotte Jimin..."
Ci addormentammo abbracciati e con il suo odore di vaniglia che mi inebriava le narici.

-

Mi sveglio in una stanza tutta bianca subito mi metto seduta e mi guardo attorno.
"Finalmente ti sei svegliata...hai dormito per alcuni giorni a causa della tua malattia mentale"
Disse un'uomo che sembrava un dottore.
"D-dove sono!? Dov'è Jimin?!"
"Oh...Jimin...beh...Jimin si è suicidato lo stesso giorno in cui tu sei andata in coma...pensava che non ti saresti più svegliata e il giorno dopo lo abbiamo trovato a terra pieno di sangue...si era buttato dal sesto piano..."
Subito tutto si fermò, appena sentì quelle parole vidi la vista ofuscata a causa delle lacrime.
"No...non può essere...no...è tutto un sogno...non ci posso credere..."
"Signorina stia calma...purtroppo non è un sogno questo...è la realtà..."
Iniziai a darmi pizzicotti per vedere se mi svegliavo da questo sogno troppo reale per essere vero, ma non succese nulla.
"Visto? Non è un sogno..."
"No...no...no, no NO! DOV'È JIMIN!? RIDATEMI JIMIN BASTARDI!"
"Calmatevi! Sennò andremo con le maniere forti!"
"NO NON MI CALMO, RIDATEMI JIMIN, DOV'È!?"
"È morto! Lo vuoi capire!?"
"No..."
Cado a terra in ginocchio, urlando e piangendo dal dolore della perdita.
L'unica persona che amavo era morta?
L'unica persona che ci teneva a me era morta?
L'unica persona che sperava in me era morta?!
Non era possibile...mi aveva promesso che saremmo stati insieme per sempre, che ci saremmo cercati pure quando ci avranno dimesso, e ora?
Ora cosa farò?
Cosa farò senza lui...
Entrarono altri dottori e mi portarono via, mettendomi in una stanza di sicurezza presumendo che avrei tentato il suicidio ma
non lo farò, avevo fatto una promessa a Jimin e la volevo mantenere...forse...mi abituerò a questa nuova vita senza di lui...senza l'unica persona che credeva in me...senza nulla...basta rimanere e stare calmi, respirare e inspirare quando si piangeva, come mi diceva spesso...

-

I giorni passarono, diventarono settimane e poi mesi per finire in anni, continuai a rimanere in quella struttura a soffrire e a stare sempre negli stessi posti, ormai mi ci ero abituata.
Ero seduta nella piccola villetta, la panchina era come sempre solida e scomoda, ma mi ci ero abituata.
Erano passati 4 anni dalla morte di Jimin, ancora ricordo vivamente il suo sorriso, i suoi occhi che mi sorridevano ogni volta che mi svegliava la mattina per andare a fare una passeggiata all'interno dell'ospedale.
Ero propio seduta nella panchina in cui ci siamo appena conosciuti...lui stava qui dentro già da un po ed io ero nuova...mi aveva aperto un mondo che forse non rivedrò più.
"Signorina Y/n, dobbiamo portarla in una stanza"
Arrivarono due dottoresse.
Annuì e mi portarono in una stanza, la stessa in cui mi ero svegliata quel giorno, appena era iniziato tutto il mio inferno.
Li vidi il "capo" della struttura, seduto in una scrivania, mi accorsi che era lo stesso uomo che mi aveva detto che Jimin fosse deceduto.
Mi sedetti davanti a lui aspettando che parlasse.
"Ho una buona notizia..."
"Ditemi tutto..."
"Abbiamo fatto dei test e lei è ufficialmente curata, quindi tra uno o due giorni la dimetteremo da questo istituto!"
Mi sorrise.
"Beh...vedo che non sei indifferente...dovresti andare avanti e lasciare che Jimin riposi in pace..."
"Vi prego non parlate di lui..."
"Oh...ok...comunque, sistemati le valigie e verso l'ora di pranzo esci dall'ospedale..fuori ci sarà un'uomo che la porterà in una casa famiglia, e magari potresti prenderti una casa più avanti..."
"Bene..."
"Direi che ho finito! Puoi andare..."
Mi alzo, stavo uscendo dalla porta ma lui mi ferma.
"Aspetta!"
"Sì?..."
"Volevo dirti buona vita...sicuro non ci rivedremo più..."
Sorrido e me ne vado.
Finalmente ero libera, vero Jimin?
Mi manchi così tanto...speravo un giorno di uscire da questo posto insieme a te, ma purtroppo non sarà così...

-

Mi ero fatta le valigie ieri sera, e tra poco finalmente uscirò da questo posto.
Sinceramente mi mancherà molto...perché ho conosciuto qui Jimin...e non me ne pentirò, mi mancherà passare ogni giorno davanti alla sua ex-camera, occupata nuovamente da un nuovo paziente.
Esco dalla mia camera, e andai nella camera di fronte, dubito se entrare o meno ma prendo coraggio e ci entro.
Fortunatamente era ora di pranzo quindi non c'era nessuno dentro.
Mi misi a guardare la stanza vuota, e poi il letto.
Lì fu l'ultima volta che vidi Jimin, prima di andare in coma e sapere della sua morte.
Cercai sotto il letto una cosa, e sotto un'asse di legno nel pavimento la trovai.
Una scatolina di legno con inciso i nostri nomi, glielo regalai per il suo compleanno.
Apro quest'ultima e vedo dentro una foto di tutti i pazienti tra cui noi due vicini e abbracciati.
Sorrisi malinconicamente, sotto la foto vidi un tovagliolo di seta, miracolosamente aveva ancora il suo profumo, aprì e ci vidi una collana, mi accorsi che era una che indossava molto spesso e da quando gli avevo regalato questa scatolina non la vidi più, ecco dov'era finita!
Risi pensando alla sua immagine di lui che metteva la collana dentro.
Vidi ancora un foglio, lo aprì e i miei occhi non credevano a quello che c'era scritto.

'Tra poco verrò dimesso, ho paura a stare solo perché non avrò la possibilità di salutare lei...è in coma da giorni ormai e ho l'ansia che non la rivedrò più, se per caso leggerà questo biglietto ne sarei felice, ti aspetto fuori così potremmo vivere la nostra vita felice e insieme e magari un po più avanti, fare una famiglia assieme...'

Iniziai tremare, era morto o no? L'unica soluzione era uscire da questa struttura...

-

Era passata una settimana, ero in una casa famiglia e stavo giocando con dei bambini di 5/4 anni, sembravo una mamma, sono sempre stata molto brava con i bambini...
Arrivò Chaeyoung la donna che mi aveva ospitato.
"Scusami...c'è una persona che dice di conoscerti..."
Mi alzo e la seguo, arrivando alla porta d'entrata, subito butto a terra la matita con cui qualche minuto fa stavo disegnando e lo vedo, dopo quasi 5 anni.
"Jimin..."
"Che fai non mi abbracci?"
Subito corro fra le sue braccia e lo butto a terra piangendo.
"CHE FINE HAI FATTO PENSAVO FOSSI MORTO!"
"non te lo hanno detto che sono stato dimesso...?"
"No...hanno usato la scusa che tu eri morto!"
"Oddio...mi dispiace così tanto averti fatto soffrire! Non era mia intenzione!!!"
Non dissi nulla che continuai a piangere sulla sua spalla.
"Hai la scatolina di legno?"
"Sì..."
"Perché non hai creduto alla lettera?"
"Perché io so che sei uno capace di suicidarti! Come potevo credere ad un foglio di carta!"
"Calmati ti prego...non mi piace vederti piangere e questo lo sai...te l'ho promesso che non lo farò più...ho promesso di stare con te per sempre e finalmente ci siamo rivisti dopo tanto...mi sei mancata..."
"Pure tu..."

To be continued...?





Insane Asylum (Park Jimin×Reader)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora