~capitolo due~

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Sgomitare per poter attrevarse tutta la pista da ballo e raggiungere finalmente la spiaggetta sottostante, non sembrò compito così difficile, come in quel momento.
Con gli occhi lucidi e la mente offuscata dalle parole delle tre gatte morte, Fiamma si sentii debole, come quando mesi prima si rifugiava nell'alcool. Si sentii nuovamente sola e impaurita dai suoi pensieri più buii. Ed ebbe come la sensazione che se non si fosse allontanata, il più velocemente possibile, da quel posto pieno di alcool, sarebbe ricaduta in quel maledetto circolo vizioso.

Sapeva di aver vinto.
Era "pulita" da ormai sette mesi, ma sapeva anche che il duro lavoro svolto in questi mesi poteva benissimo distruggersi in una manciata di secondi. E non poteva permetterselo! Aveva lottato duramente per togliersi l'etichetta di "alcolizzata", ed era abbastanza convinta del fatto, che non avrebbe permesso a nessuno di essere la causa della sua ricaduta.
Quella Fiamma era ormai cresciuta, diventando un po' più forte, e consapevole di non dover affogare i suoi problemi nell'alcool per farli scomparire.

Quando, finalmente, in lontananza, riuscì a percepire il rumore del mare infrangersi sulla battigia, per poi ritornare in dietro, con il suo moto abituale, un sorriso spontaneo, si fece largo sul suo viso. E nella mente sopragiunsero tutti i ricordi, di tutte le vacanze al mare, trascorse in famiglia, quando Ester e Fiamma, erano due bimbette combinaguai.
I castelli di sabbia, le formine, Enea e Francesca che con amore e pazienza avevano insegnato alle due figlie a nuotare. I gelati mangiati in quantità, il star nudi sulla sabbia e il sporcarsi senza mai essere sgridate. E in più, la sera, che potevano stare alzate in giro fino a tardi. Anzi, fino ad addormentarsi sedute sulle spalle di papà Enea, che le portava felice sussurrando a Francesca un "copri le bambine!". Con gli anni, le vacanze al mare non erano sparite, nonostante ormai Ester e Fiamma non avessero più sei anni, e non potessero più addormentarsi in braccio a Enea. I castelli di sabbia e le formine non c'erano più, le avevano ormai abbandonati da anni, com'era giusto che fosse. Ora Ester si divertiva a giocare a pallavolo con Francesca, e delle volte anche a calcio con il padre e i bimbi che trovavano lì; mentre Fiamma se ne stava sdraiata, tutto il giorno, sotto al sole come una piccola lucertolina, a guardarli. Felice e spensierata.
Erano state prese in giro, dai loro compagni di classe, per questa scelta, di continuare ad andare in vacanza con i proprio genitori, anche in adolescenza, ma a loro non era mai importante più di tanto. Erano felici dello loro scelte, e di tutti i ricordi che avevano costruito in queste vacanze.

《Fiamma, che fai?》Fu la voce, e la presa al polso di Ester, a fermare i passi della più piccola. Nonostante avesse lasciato Fiamma da sola, per potersi scatenare in pista con Nikola, Ester non aveva mai tolto un'occhio dal divanetto, mantenendo sempre una certa attenzione sulla sorellina. 《Stai bene?》

《Mai stata meglio! Voglio solo andare a fare due passi sulla battigia. Posso o ti devo chiedere il permesso?》dalla voce strozzata che uscì, Ester capì che era una menzogna, mentre Fiamma si maledì per il suo essere così trasparente. Da piccola sua nonna gli è lo ripeteva in continuazione: "Sei una persona trasparente, proprio come i tuoi occhi. Proprio come il vetro. Non sai mentire, e questo è un dono! Ma ricorda bambina mia: le persone sono crudeli, e per via di questo tuo lato sapranno sempre come distruggerti. Allora dovrai diventare diamante. Indistruttibili" Più volte aveva creduto di averla delusa, più di tutte quando quella fragilità che tanto la contraddistingueva l'aveva portata ad affrontare i problemi usando l'alcool. Ma ciò che Fiamma, non avrebbe mai potuto sapere, era che in realtà sua nonna, sì certo l'aveva delusa, ma l'aveva anche resa orgogliosa della forza d'animo che la nipotina aveva messo nello sconfiggere le sue paure. Nel vincere le sue guerre interne. Nell'ammettere di avere un problema. E di curarsi.

《Hai bevuto?》

Ed ecco di nuovo quell'eticchetta che a Fiamma stava iniziando a stare stretta. Quell'etichetta che sembrava tatuato sulla sua pelle. Quell'eticchetta che avrebbe sempre portato a galla il suo passato. Le sue scelte. Le sue paure. Le sue fragilità.

La Cura ~Dusan Vlahovic~Where stories live. Discover now