5. Sei tu la mia preferita

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«Buongiorno» saluto sbadigliando appena metto piede in cucina. Un altro po' e sarà buon pomeriggio in realtà dato che è l'una e mezza passata e il profumo del sugo per il pranzo si è sparso da un po' per tutta la casa, appena ho aperto la porta della mia camera mi ha raggiunto.

Mattia, spaparanzato sulla sedia, mi ride in faccia indicandomi «Non sembra tanto un buongiorno per te, hai una faccia».

«Ha ha» gli rispondo con una smorfia e mi siedo nella tavola tutta imbandita. Quando può mamma ci vizia e ci prepara mille ricette, vedo infatti piccoli panini appena sfornati, bruschette e muffin ai mirtilli. Una gioia. «So di avere delle occhiaie peggio di un panda ma starei bene anche se non lo sottolineassi».

Mamma si trova ai fornelli, sta controllando la cottura della pasta e da lì lo riprende «Mattia lascia stare tua sorella, poverina si è pure sentita male a lavoro ieri» poi si rivolge a me addolcendo il tono «Comunque buongiorno tesoro, stai meglio?»

Il mio fratello scemo si rende conto della gaffe e cerca di rimediare, a modo suo ovviamente «Come potevo saperlo? Stavo dormendo». Mai che chieda scusa. «Cosa avevi?»

«Mi è venuta una nausea improvvisa allo Stars e poi stanotte ho dormito male. Comunque sto un pochino meglio ora» rispondo in breve sia mio fratello che a mia mamma. Non posso certo dire che sia nausea che insonnia siano dovute al casino che ho fatto con un ragazzo e che in questo casino è compresa anche l'entrata non autorizzata in una palestra.

«Non mi stupisce proprio che Mattia stesse dormendo» papà lo prende in giro mentre entra nella stanza, poi si avvicina a me e mi dà un bacio sulla fronte. Gli sorrido.

Nonostante ieri fosse tardi ho comunque chiamato Giada, mi serviva il supporto dell'unica persona a conoscenza di tutta questa storia. Tralasciando la parte in cui ha riempito di insulti Tommaso per essere arrivato con quella specie di Gigi Hadid dopo avermi fatto credere di essere interessato con tutte le sue occhiate e sorrisini e, per inciso, mi trovo perfettamente d'accordo. Non che mi avesse dichiarato amore eterno ma fino a due giorni prima mi mangiava con gli occhi e non lo dico perché sono una scema illusa, ma è la verità, non serve a nulla fare falsa modestia. Giada ha poi detto in sostanza che sono stata una sfigata (come se non lo sapessi) perché nel momento in cui avrei potuto non sono comunque riuscita a riprendermi la lettera.

Ormai il danno è fatto e non c'è nessuna soluzione, non rimane che pregare affinché non capisca che gliel'ho mandata io. Dai magari è stupido.

Ok. La tecnica di autoconvincimento non sta funzionando.

«Ha chiamato Sandra prima» dice mamma portando la pentola con la pasta pronta nel tavolo.  «Chiedeva se stessi meglio» aggiunge riferendosi a me.

Che carina Sandra. «E tu che le hai detto?» domando preoccupata della risposta. Se sa che sto ancora male potrebbe arrivare qua nel giro di un minuto pronta a riempirmi di ogni medicina possibile. Potrebbe anche accusare mamma di non avermi dato le cure giuste nonostante tra le due l'infermiera sia lei.

«Che stai meglio ovviamente, lo sapete che non mi piace mentirle ma a volte è troppo... troppo...» si interrompe non trovando la parola giusta. Papà e Mattia ridono sotto i baffi e anche io in realtà, le vogliamo un bene dell'anima ma sa essere un po' pazza alle volte. «Diciamo drammatica» completo io «e anche esagerata».

Mangiamo tutti insieme e per un po' stando in loro compagnia mi dimentico del mio dramma.






Alle 16 in punto, mentre io mi trovo sul mio letto depressa e in riflessione a fare i conti con le mie azioni di ieri, sento il campanello iniziare a suonare mille volte.

Mamma è andata a lavoro per il pomeriggio e papà sta lavorando nel suo ufficio quindi scendo io per non disturbare lui; il tempo di uscire dalla mia stanza e hanno già suonato altre tre/quattro volte. Certo che questa gente non sa proprio cosa sia l'educazione, a quest'ora si lavora o ci si riposa; se becco qualche tizio che vuole vendere il nuovo super tecnologico elettrodomestico con l'umore che mi ritrovo oggi potrei chiudergli la porta in faccia direttamente.

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