Il merlo

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Che bella la domenica. Pacifica e silenziosa.

Fanno parte del silenzio, per Tom, le cicale che sfregano i loro arti ad un ritmo monotono. E fanno parte del silenzio anche le fronde e il loro chiasso composto, quando il vento le muove.

Per lui il sogno domenicale era stato raggiunto con la pensione. Sognava già a vent'anni, appena assunto in fabbrica, quando non aveva ancora nemmeno i soldi per una bicicletta sgangherata, di diventare un vecchio tutto d'un pezzo, come quegli americani che aveva visto in mille film.

Lui era questo nell'anima. Un vecchio disturbato da chiunque e da qualunque cosa si mettesse in mezzo tra lui e la sua sedia a dondolo nel portico.

La domenica, la giornata più intoccabile di tutte, per lui c'erano solo la sedia a dondolo e la cedrata. Si, una cedrata fresca, perché al gusto della birra non si era mai abituato.

Quando aveva immaginato quelle domeniche, da ragazzo, a parte questo fatto della birra, era tutto esattamente così: una casa decorata da sottili pannelli orizzontali, con un portico sul retro, rialzato da terra, che dà sulla campagna. Lui avrebbe passato lì le domeniche, a sonnecchiare su una sedia a dondolo, con un cappello calato sul volto, indifferente alla noia che procurano le zanzare.

Ormai aveva settant'anni. Un'età che si era guadagnato lavorando. Cos'altro c'era nella vita? Cos'altro se non il riposo meritato dopo anni in quella fabbrica?

Ormai da due ore sonnecchiava all'ombra del portico sulla sua sedia a dondolo, ma qualcosa disturbava quel caotico silenzio.

Si sentivano le fronde, scosse dal vento, eppure un altro rumore dava fastidio.

Si sentivano anche le cicale, che avrebbero dovuto coprire qualsiasi disturbo, con tutto il frastuono di cui erano capaci. Ma niente.

Questo era il suono di un uccello. Ma non una rondine in lontananza, o un passerotto dal canto regolare, no. Un suono stridulo e fuori tempo, che questo uccello ripeteva quando più gli piaceva, senza tener conto della domenica.

Il rumore si avvicinava e si allontanava, evidentemente chi gracchiava in questa maniera stava sfruttando le fronde di diversi alberi, ora più vicini, ora più lontani, e rendeva impossibile a Tom di prendere sonno una volta per tutte. Quando le palpebre gli si facevano più pesanti, era come se l'uccello lo sapesse; perché proprio allora decideva di tornare a cantare.

Aprì gli occhi per quella che sembrava essere la decima volta e lo vide, l'uccellaccio nero, con quel timbro stonato come pochi, che era approdato sulla staccionata del portico di Tom.

Quale faccia tosta, ma anche quale coraggio. L'uccello non era per niente spaventato dalla presenza di Tom sulla sua sedia a dondolo. Tutt'altro. Lo fissava proprio.

"Ma che razza di uccello sei?"

La testa di piume nere di fronte a lui si inclinò verso destra.

"Sei un corvo?" "Sei una cornacchia?"

In realtà Tom ricordava di avere un'enciclopedia sugli animali in casa e dato che il corvo-barra-cornacchia aveva anche smesso di fare quel baccano di prima, Tom era abbastanza di buon umore da alzarsi per andarla a prendere.

"Stai fermo qui"

Il pennuto non accennava ad andarsene. Che strano comunque che era stato per Tom chiedergli di restare.

Quando Tom tornò sul portico, aveva gli occhi fissi sull'enciclopedia e gli sembrava di aver trovato la specie esatta del volatile:

"Sei un merlo!"

"Bhé dai" aggiunse anche "meglio che un corvo o una cornacchia" Ma quando alzò gli occhi dal libro vide una scena assurda. Il corvo non era più sulla staccionata del portico, mentre lui era entrato il casa, ne aveva aprofittato per avvinghiare le zampette al bordo della lattina di cedrata e con il becco ne stava bevendo un piccolo sorso dopo l'altro.

"Brutta infame di una ... " Tom si fermò con il braccio alzato, la mano stretta a pugno in aria e guardò meglio la scena. In realtà non era arrabbiato. Era divertito.

"Stà a vedere che ho trovato qualcuno a cui piace la cedrata come a me"

Tom tornò in cucina, prese un'altra lattina di cedrata e si sedette comodo accanto al merlo sul portico dietro casa. 

La domenica pomeriggio è rimasta per Tom la quiete e la pace del vento e dei suoni della campagna, ma adesso non è solo, per zittire il suo amico merlo, basta aprire una lattina di cedrata e posarla sulle assi del portico accanto alla sedia a dondolo. Ed ecco che il tempo passato assieme è molto, ma molto più bello.


- fine


Buonanotte. 

MINI FAVOLE per la buonanotte ✨🌙Where stories live. Discover now