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~pov Reich🪳~
Ero nel mio ufficio. A quanto pare Hitler mi aveva parlato di un certo "Regno di Italia" o "Italia Fascista". Il Führer mi aveva spiegato che la riunione si doveva svolgere in poche ore, tempo di prepararmi, farmi una doccia e presentarmi. Ovviamente non mi interessava molto di vedere una persona mai vista prima, ma per non far fare brutta figura al Führer ci andai per forza.
Così andai a prepararmi per uscire.
Ovviamente non avevo nessuna voglia dato che dovevo nascondere la mia depressione e non farci caso.
Uscì dal bunker e salì sulla macchina che mi avrebbe portato a Berlino.
Credo dovresti sorridere di più
mi disse lui.
Io non risposi.
Non volevo sorridere, ero un mostro.
Dopo un paio d'ore ci trovammo lì, a Berlino, la mia fantastica capitale. C'erano già i due che ci stavano aspettando, appoggiati al muro.

~pov Fasci💍~
–Era ora che arrivaste
Dissi io.
Vidi i due uscire dalla macchina, avvicinarsi a noi, ed ovviamente i due dittatori andarono in ufficio per parlare di questioni politiche. Invece io rimasi a guardare il tedesco, a testa bassa. Gli chiesi il motivo di quel atteggiamento ma lui non rispose. All'inizio non mi importava, lo feci accomodare dentro casa, su un divano e mi misi vicino. Non ci fu una minima conversazione, tenevo solo gli occhi su di lui. Era bello. Molto.
Moro, occhi blu celeste, che erano così belli che non riuscivo a distogliere lo sguardo. Anche lui per un momento mi guardò, e chiese:
–Tu saresti Italia Fascista?
–Regno d'Italia. Comunque si, sono io
–Mi scusi
–Non è un problema, stia tranquillo. Tu chi saresti?
Lui deglutì.
–Terzo Reich.
–Appartieni alla famiglia Reich quindi
–Esatto...
Si voltò, come se fosse nascondere la propria identità. Iniziai ad essere dubbioso. E calò il silenzio di nuovo.
Poi chiesi
–Hai fratelli o sorelle?
Deglutì di nuovo.
–Avevo dei fratelli, ora non so se qualcuno è vivo o morto...
–E della famiglia? Cosa mi racconti?
[...]

~pov Reich🪳~
[...]
Iniziai a sentire le mani sudate, la testa mi pulsava per i troppi pensieri, non mi piaceva affatto parlare del mio passato. Cercai di non piangere, ma mi venne prima che potessi dire qualsiasi cosa. Immediatamente mi alzai ed andai fuori dalla reggia. Mi allontanai abbastanza per poi iniziare a piangere.
Non mi fermavo.
Se c'era una persona per calmarmi c'era Krieg, ma in questo caso era già andato.
Sentì dei passi dietro di me, mi aveva scoperto, ero fottuto.
Mi venne in contro e mi chiese se stessi bene. Io risposi di no, niente affatto. Mi prese dalla mano e mi portò dentro, mi fece sedere su un divano e iniziò a dirmi qualcosa. Subito dopo andò in cucina e mi preparò un thè per calmarmi. Mi sdraiai sul divano, girato verso sinistra, e piangevo.
Volevo Krieg.
Lo desideravo ancora con me.
Tornò dopo per darmi la tazza di thè, mi fece alzare e me la mise tra le mani, ringraziai ed iniziai a bere. Effettivamente, mi calmava a tal punto che finita la tazza, mi misi a dormire.
Quando mi svegliai ero nel bunker, sdraiato sul letto. Eravamo già arrivati.
[...]

~pov Fasci💍~
–Ti giuro non è stata colpa mia!
–E perché piangeva?
–Te l'ho già detto, non lo so, mi deve credere!
–Non mi interessa Fascista. Per oggi hai chiuso.
Benito era infuriato con me per cose che non avevo fatto. Mi riteneva un errore, qualcosa che serviva solo ai suoi interessi, che probabilmente mi abbandonerà, lasciandomi in disparte. Ripensai a quella frase "Come va con la famiglia?" Ci riflettei su, e arrivai ad una conclusione. La famiglia. Si era agitato per quello. Il motivo non l'ho capito, vorrei saperlo da lui, ma non potevo avere risposte finché non ero con loro. Il giorno seguente dovevamo avere un'altra occasione per vederci, quindi pensai di chiedere di più su di lui, ovviamente senza farlo piangere, e le cose che non riuscivo a capire tenerle per ultime. Così il giorno dopo, feci come quello prima, salutai, feci accomodare ed iniziai a porgli un paio di domande.
–Perchè hai pianto ieri?
–Solo cose personali, nient'altro
–Posso saperne qualcosa oppure devo farmi i fatti miei?
–Ancora non ti conosco del tutto, non so se sei la persona giusta oppure no, quindi direi di aspettare.
–Come vuole lei, per me non fa differenza
E con altri minuti di silenzio, arrivò il momento di andare.
–Posso rimanere qui per oggi?
–Come vuoi, ti passo a prendere domani mattina ok?
–Ok Vater¹
–Perfetto, a domani allora.
Guardai la scena.
A quanto pare chiamava il suo dittatore "padre", ora non vorrei essere ficcanaso ma volevo sapere cosa lo ha fatto piangere ieri.
Sono rimasto per farle compagnia dato che vive da solo
–Nono, ora che ci conosciamo meglio puoi darmi del tu
–Va bene. Posso sapere dove dormo?
–Sala ospiti, piano di sopra, ultima stanza in fondo al corridoio.
–Ti ringrazio
–Sono sempre disponibile
Arrivata l'ora di dormire, lui rimase sul divano, a vedere fuori dalla finestra. Era pensieroso, molto.
Gli chiesi il motivo perché non voleva dormire e lui rispose con un semplice "non ho sonno". Mi iniziai a preoccupare severamente su quel ragazzo. Andai al piano di sopra e dopo avermi dato una cambiata veloce, mi coricai per poi addormentarmi.

~pov Reich🪳~
Appena sentì la porta della camera di Regno chiudersi, andai in cucina. Aprì un cassetto, presi un coltello e dopo avermi alzato le maniche iniziai a tagliarmi le braccia. Non sentivo dolore, anzi, quel dolore era piacere infinito. Magari se lo facevo potevo vedere mio fratello, dopo tanto tempo, non mi basta vederlo al cimitero o andare per pregare che torni in vita o che possa vederlo.
Iniziai a farmi tagli sempre più profondi, finché non sporcai il pavimento.
Da lì smessi, presi uno straccio e pulì per terra. Andai al piano di sopra, nella stanza ospiti e senza pensarci due volte mi sdraiai –senza addormentarmi–, sporcando le lenzuola.
Le ore passavano lente. Ma finalmente arrivarono le otto del mattino, uscì dalla stanza, ed andai sotto, saltando la colazione.
–Non mangi per caso?
–Non ho mai fame, a che serve mangiare.
In realtà, avevo tumori allo stomaco ed intestinali, quindi non serviva dato che vomitavo o espellevo tramite le feci.
Vater mi aspettava già fuori, così dopo aver salutato, me ne andai.

~resto del capitolo pov di Reich~

–Com'è andata?
–Normale, abbiamo discusso e nulla
Ad un certo punto sentì bruciore alle braccia. Aveva fatto infezione.
–Che succede?
–Nulla, Nulla... Che deve succedere?
Parcheggiò ed entrati nel bunker mi tirò su le maniche.
–Ti ho già detto che non devi tagliarti così... Perché lo fai?
–Lo faccio per vedere mio fratello...
–Ma tuo fratello non puoi vederlo ora... Dovrai aspettare la tua morte
–Sono stanco di aspettare, lo voglio vedere
Dissi io mentre le lacrime mi percorrevano il viso.
–Reich... È sempre la stessa storia... Non devi fare così, capito?
–Si... Vater...
Prese delle bende, dopo che mi disinfettò la ferita, mi bendò le braccia. Scoppiai in lacrime, non riuscivo a contenermi al lungo. Mi abbracciò, tenendomi a sé. Dopo un paio di ore mi calmai, addormentandomi nelle sue braccia.
È successo di nuovo Führer?
–Ja... Ho paura che arriverà alla rovina così
–Ci siamo noi, non potrà andare alla rovina
–Ha ragione.
–Si figuri
Entrambi mi presero e mi portarono nella camera, coricandomi al caldo.

¹ Vater:
Chiamato così da Reich perché rappresenta il padre fondatore della nazione (estendosi nella Seconda guerra mondiale) e perché si prese cura di lui, insieme agli altri generali.

Liebe Für Dich | L'amore Per Te Where stories live. Discover now