Nine💭

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TEODOR

Stiamo provando da ore delle composizioni ma inutile dire che un pianoforte e una batteria non possono comporre un esibizione. Ci manca qualcosa... Qualcosa che renda il tutto, una cosa sola. Ma la vera domanda è, dove si trova? 

<< Amico, io non c'è la faccio più a muovere una sola bacchetta. Dobbiamo fare una pausa con patatine e birre immediatamente!>> i lamenti da parte di Daniel riempiono questo seminterrato ormai da mezz'ora.

<< Hai più birra che sangue in corpo>>  lo prendo in giro con un'espressione divertita mentre ci avviamo verso la cucina.

I suoi genitori sono fuori casa per via del lavoro. Suo padre Michael è un grande avvocato  nelle zone della nostra città, invece la madre, Margaret, ha un negozio tutto suo di abbigliamento non molto distante dal quartiere.

Daniel ha anche una sorella più piccola di qualche annetto, di nome Bethany, e possiamo dire a voce alta che sia una peste.

Ogni volta che ci vediamo mi racconta di ciò che vorrebbe fare da grande e, da principessa viziata, i suoi genitori cercano di accontentarla. Passa da voler diventare una cantante a una maestra, poi un medico e infine adesso l'avvocato. Daniel non la sopporta proprio per questa ragione.

Sarebbe piaciuto anche a me da piccolo crearmi problemi su cosa diventare da grande anziché accettare che mio padre ci avesse abbandonati tutti per la seconda volta.

<<Teodor quella ragazza ti ha lasciato il suo numero? Era così carina e gentile!>> 

In questo preciso istante avrei preferito che le mie orecchie prendessero fuoco. Carina e gentile? Perché non si rende conto che è così fastidiosa? Vuole soltanto credersi la buona fatina dei denti che in realtà illude i bambini.

Decido perciò di non rispondere alla sua domanda per il bene di entrambi iniziando poi a sgranocchiare le patatine appena uscite dal pacchetto.

<< Sto parlando con te? TERRA CHIAMA TEODOR>> la sua mano inizia a svolazzarmi davanti agli occhi per richiamare la mia attenzione inconsapevole che lo stessi ignorando. 

<< Dimenticala, ne hai altre cento a disposizione>> sbotto severo fermando di colpo la sua mano.

<< Ma sei matto? Lei è diversa. Una ragazza acqua e sapone manca alla mia lista ancora!>>

Giuro che se continua a parlare di quella imbranata lo uccido.

<< Ora andiamo a trovarle. È anche l'occasione giusta per vedere Jane. Ho sempre avuto una cotta per quella rag...>>

Mi alzo di colpo andando verso la finestra senza nemmeno continuare a sentire le sue parole.

Ho bisogno di fumare immediatamente.

<< Ma che ti prende? Tu mi nascondi delle cose con Eveline vero?>> domanda avvicinandosi a me dopo aver sorseggiato la sua birra.

<< Non c'è stato nulla, lascia perdere>> decido di mentire per non raccontare tutta la pagliacciata.

<< Se non sputi il rospo giuro che vado a dirle che sei innamorato di lei!E ti assicuro che lo faccio!>> risponde serio con un sorrisetto in volto.

Una cotta per lei? Non voglio essere capace di amare nessuno se non mia madre.

<< Smettila di dire cazzate. Mi conosci meglio di qualsiasi altro e sai che sarei peggio di te in fatto di donne>> ammetto portando la sigaretta sulle labbra per un altro lungo tiro.

<< Allora andiamoci per me. Mi ci vuole un premio dopo tutto il sudore che mi hai fatto scendere!>> esclama con una faccia a dir poco imbarazzante. Vuole cercare di farmi pena?

<< No>> affermo subito.

<< Allora facciamo cosi, carta, sasso e forbice. Chi vince decide!>> propone come se fosse un bambino di quattro anni.

Faccio un bel respiro e accetto la proposta per non ascoltare altre cazzate.

<< Al mio tre. 1...2...3>>

Sasso contro carta. Ho vinto io.

<< Decido di mandarti a fanculo!>> affermo con un'aria vittoriosa guadagnandomi la sua occhiataccia.

<< Beh io vado lo stesso. Tu se vuoi restare qui fai pure ma non ti arrabbiare se dico a Eveline qualcosina...>> inizia a provocarmi buttando la bottiglia di birra finita nella spazzatura.

<< Non ti azzardare!>>

<< Non mi fai paura!>> non ebbe il tempo di finire la frase che iniziò a correre verso la porta e andare fuori.

Scusa mamma se uso la violenza ma adesso è proprio una necessità.

Prima di uscire fuori chiudo la porta e dopodiché mi affretto a rincorrerlo. Non avrà nemmeno il tempo di varcare quel cancello!

Sono a un passo da prenderlo a cazzotti.

<< Non mi prendi amico!>> esclama scavalcando come una scimmia il cancello.

Per sua fortuna ci stesi di più a oltrepassarlo visto che lui è molto più allenato di me.

<< Ti acchiappo e ti pesto!>> urlo inconsapevole che davanti ai miei occhi si trovava una lussuosa villa.

Mi perdo a osservare ogni dettaglio curato per bene.

<< GNE GNE G...>> la voce di Daniel porta il mio sguardo sulla sua figura appena schiantata sopra una ragazza dai lunghi capelli neri.

Una risata si impossessa di me senza che io possa fermarla.

<< DANIEL?>> sbotta la ragazza ricoperta dall'ammasso del mio amico.

<< JANE! Sono venuto per vedere come stavi!>> continua lui alzandosi.

<< Ma che è successo?>> questa volta a parlare è stata l'imbranata che andò ad aiutare la sua amica a ripulirsi.

<< Io non sono venuto per nessuno>> ammetto ritornando serio evitando qualsiasi fraintendimento.

<< Daniel grazie a te adesso sono sporca e innervosita. Ora che sai come sto, quindi VAI VIA!>> stabilisce puntandogli un dito contro.

Qui la principessina si è un tantino arrabbiata.

<< Scusami non volevo caderti addosso... Almeno non ora, cioè non volevo scusami>>

<< Jane non mandarli via, alla fine non lo ha fatto apposta. È un gesto carino che sia venuto a trovarti!>> come sempre rende tutto fastidioso e gentile quella ragazza.

<< Noi ce ne andiamo. Tranquille nessun dispiacere...>> rispondo sarcastico fingendo di essere cortese.

<< Aspetta, tu sei quel ragazzo che ha perso il fratello? Mi volevo scusare per come mi ero comportata nei tuoi confronti...>> domanda Jane colpendomi nel punto più debole.

Come può permettersi di domandare una cosa del genere? Senza un minimo di sensibilità e soprattutto riservatezza. Come se fosse un argomento banale, spontaneo e superficiale.

<< Jane ma ti sembra il caso?>> la voce dell'imbranata si infiltra nella mia testa.

<< Teodor, voi due vi eravate già parlati?>> Daniel si rivolge a me con un espressione confusa.

Sento tutto girarmi attorno. Il mio corpo è teso, il cuore pulsa cosi forte che sembra di voler uscire fuori e la testa manda fitte doloranti.

I miei occhi non misero a fuoco nemmeno un piccolo oggetto, ciò che vidi fu soltanto Joe...

𝐋𝐄 𝐍𝐎𝐓𝐄 𝐃𝐄𝐋𝐋'𝐀𝐍𝐈𝐌𝐀Where stories live. Discover now