十 九 Jū Kyū 19

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Ero sdraiata su un materasso morbido, mentre rilassavo il mio corpo sotto le lenzuola con i raggi del sole che mi riscaldavano

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Ero sdraiata su un materasso morbido, mentre rilassavo il mio corpo sotto le lenzuola con i raggi del sole che mi riscaldavano. Spalancai subito gli occhi appena realizzato che entrava la luce dalla finestra della mi camera. Corsi verso l'ombra, ma solo dopo aver guardato la mia stanza realizzai di aver camminato sotto la luce del sole. Allungai un braccio e lasciai che la luce illuminasse la mia pelle. Nessuna puzza di bruciato, nessun dolore, niente. Mi buttai sotto i raggi per farmi colpire dal loro calore che tanto mi era mancato. Non mi ero resa conto che stessi sorridendo finché non mi guardai allo specchio. I miei occhi viola ricoperti da luminosi brillanti di luce illuminavano il mio volto. La mia pelle delicata e il mio modo impacciato era di nuovo in me. Solo quando osservai lo specchio mi resi conto di non trovarmi alla dimora, ma alla mia casa d'infanzia.
Camminai per il corridoio, studiando con attenzione le pareti. Non vi era alcuna traccia di sangue, come se niente fosse accaduto.

Forse è il paradiso questo?

Delle risate provenire dal giardino mi invitarono ad uscire sul patio che tanto amavo da piccola. Yoriichi era lì di fronte a me che provava ogni sua tecnica, per affinarla e renderla sempre più perfetta e forte. Lui era lì, mio fratello maggiore era davanti ai miei occhi.

"Yoriichi"

Urlai. Corsi verso da lui, ma era come se non mi avesse sentito.

"Yoriichi"

Il fiatone mi fece uscire il suo nome a fatica, ma sempre ad alta voce, e nonostante questo lui continuava il suo allenamento. Mi misi davanti a lui, ma niente. Era come se non potesse vedermi o sentirmi.

"Sorellona, vieni qui, ho bisogno di parlarti"

Mi voltai subito appena riconobbi quella piccola e tenera voce.
Heikichi era seduto sulle scale del patio che mi sorrideva e picchiettava il posto accanto a lui. Mi avvicinai, avrei voluto sedermi e sentire ciò che aveva da dirmi, però mi feci prendere dall'emozione e gli saltai addosso. Lo strinsi a me, e potei sentire il calore della sua pelle, il suo cuore battere veloce contro il suo petto, e il suo profumo di latte invadermi le narici. Le lacrime iniziarono a bagnarmi le guance. Non volevo piangere, ma lui era proprio davanti a me, vivo.

"Ti giuro..ho provato a salvarti..avrei dato la mia vita per te, ma lui, quel mostro"

La sua piccola mano si adagiò sulla mia testa, mi accarezzò la schiena confortandomi.

"Lo so, so che hai combattuto, so che lo hai fatto"

Le lacrime erano inarrestabili. Era stato strappato via davanti i miei occhi troppo presto, e la ferita, nonostante fossero passati fin troppi anni, era ancora fresca e dolorante.

"Lo ucciderò, mi vendicherò"

Le sue mani mi allontanarono da lui, e i suoi piccoli occhi mi guardarono con tristezza.

"Non farlo, io voglio che tu vivi la tua vita e che sia felice"

Mi asciugai con le mani il viso dalle lacrime, che continuavano a scendere una dopo l'altra.

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