PARABÉNS, HAN!

DOZE ( MINHO )

Facevo questo da anni, ma ero comunque in ansia.

Essere un ballerino significava anche fare gare, esibizioni e tanto altro ed io oggi avrei avuto una competizione ed ero in ansia. Nonostante ciò sapevo che una volta salito sul palco l'avrei spaccato ma comunque il mio cuore batteva forte, forse per l'eccitazione o forse per, appunto, l'ansia di sbagliare qualcosa.

Anche se onestamente ero più in ansia per via dell'esame di maturità che per quella gara.

Eravamo già nei camerini io e tutto il mio gruppo compreso Hoseok, il nostro insegnante, quando la gara cominciò. Una delle regole che purtroppo avevano scritto gli organizzatori della competizione era che non si potesse andare a vedere gli altri esibirsi e quindi, per scacciare la noia e dimenticarci un attimo di essere lì, alcuni di noi iniziarono a fare giochi per bambini o semplicemente cazzeggiavano sul telefono come facevo io.

Hyunjin che era accanto a me continuava a parlare a raffica cercando di buttare tutto lo stress fuori mentre Hoseok provava a calmarlo come solo meglio sapeva fare. Il nostro insegnante si era trovato molteplici volte a dover aiutare non solo Hyunjin ma tutti noi durante questi episodi.

Seppure non fosse la prima volta che salivamo su un palco e che ballavamo assieme, per noi era sempre come il primissimo giorno di danza quando eravamo ancora solo dei bambini inesperti ma con la musica nel cuore.

Di tanto in tanto, nel mentre che aspettavamo solo il nostro turno, mi arrivavano messaggi da parte di Felix in cui mi dicevano come stesse procedendo. Mi aveva detto che si erano esibiti gruppi che avevano portato coreografie assurde, di altri invece non c'era d'aver alcuna paura.

Tra gli spettatori c'erano Felix e da quel che mi aveva detto Hyunjin in macchina anche Jisung ed altri due sue amici erano venuti a vederci.

Con Jisung le cose stavano andando bene, ora non lo stuzzicavo più come prima e lui non si innervosiva più al solo percepire la mia presenza. Adesso invece avevamo iniziato da pochissimo a pranzare assieme prima delle lezioni di portoghese. Speravo che il nostro rapporto sarebbe continuato così perché ero veramente felice di aver instaurato un bel "legame" con lui seppure fossimo ancora solo all'inizio.

"Space Bomb tra poco sul palco!" Aveva urlato fuori dal nostro camerino una delle donne che si occupavano di avvertire i gruppi quando sarebbe toccato a loro. Mi alzai finalmente da terra quando il nome Space Bomb, ovvero il nome del mio gruppo, venne urlato ed il mio gesto venne eseguito anche dai miei compagni. Mi avvicinai alla mia sacca per riporre dentro il cellulare e dopo raggiunsi i ragazzi e l'insegnante che ci stava chiamando.

"Regà come va, va. Non importa se non vinciamo, quel che conta è divertirsi. Siamo nati per ballare ed è quello che mostreremo stasera a tutta quella gente che è venuta fin qui per guardarci." Alle parole di Hoseok tutti noi battemmo le mani ormai gasati da ciò che ci aspettava e, dopo esserci messi tutti in fila indiana, scendemmo le scale fino ad arrivare dietro le quinte dove si poteva intravedere il gruppo che c'era prima di noi.

Ad occhio e croce sembrava fossero in nove, o almeno era quello che ero riuscito a contare io, ed era un gruppo completamente femminile. In giro avevo visto vari gruppi composti solo da maschi ed altri da femmine e poi c'era una minoranza di ballerini misti come il mio gruppo.

Osservai quel che riuscivo a guardare della coreografia e non sapevo se dire che fosse male o meno, ma dalle urla del pubblico sembrava stessero spaccando a dovere. Ciò significava che loro potessero essere molto brave, forse più di noi, e con questo potevano soffiarci la coppa d'oro. Ma, come aveva già detto Hoseok, l'importante era divertirsi.

Di gare ne avevamo fatte tante gli anni antecedenti a questo, e questa competizione non era importante come altre che avevamo già affrontato, ma comunque arrivare primi non era un gioco da ragazzi. Abbiamo portato sì e no cinque o sei coppe, tra cui tre di queste d'argento. Il segreto per arrivare nella top three non era solo essere puliti nei movimenti che compievi, ma anche essere molto, molto espressivi.