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DAISY

L'atteggiamento che avevo adoperato con lo sconosciuto e la ragazza di nome Brittany non faceva parte del mio essere abitudinale, ma quando mi ritrovavo di fronte persone del genere, che godevano nello sminuire gli altri, non facevo caso al linguaggio e al mio modo di essere.
L'arma migliore per persone come quelle era rimanere impassibili ai loro commenti o rispondere in maniera decisa, affrontadoli in modo da dimostrare che non potessero avere potere su di te.

Dopo essermene andata senza degnarli di un saluto, andai incontro alla figura di Jack, il quale sembrava abbastanza preoccupato.

«Che succede Jack?» gli domandai e lui si voltò immediatamente nella mia direzione. Nei suoi occhi potevo leggere una certa preoccupazione riguardo a qualcosa, ma non capivo per cosa.

«Dov'eri? E poi... dove cazzo è finita Cassie?» mi sbottò addosso senza una ragione ben precisa. Non ero stata io quella che si era allontanata dal gruppo, infatti appena entrati Jack e Stefan erano spariti, mentre io e Cassie eravamo rimaste insieme, per poi lasciare Cassie assieme a Miles.

«Ero seduta nei divani, essendo che mi ero stancata di cercare te e Stefan» risposi gesticolando «e Cassie è rimasta con Miles» aggiunsi. Al suono del nome di Miles, Jack storse la bocca e vidi la sua gola fare un leggero movimento, come se a un tratto la sentisse secca.

«L'hai lasciata da sola con quel coglione?» alzò la voce passandosi una mano tra i capelli con modo nervoso.

«Cassie mi ha chiesto di farlo» mi difesi. Dopotutto Cassie era libera di fare tutto ciò che voleva. Nessuno le poteva dire cosa fare o meno, anche se a volte doveva essere ripresa, perché agiva senza riflettere. Ripensando al modo di essere di Cassie un velo di preoccupazione mi calò sul viso.

«Dobbiamo trovarla» annunciai guardando Jack negli occhi. Frugai nella borsa in cerca del mio telefono con l'intento di chiamarla, e sperando che in qualche modo Cassie mi avrebbe risposto. Provai una, due, tre, quattro volte ma dall'altro capo telefonico non ottenevo nessuna risposta.

«Non risponde» avvertii Jack. La notizia non lo rallegrò minimamente, anzi lo rese ancora più teso e scorbutico. Sinceramente non capivo la ragione della sua preoccupazione. Sapevamo tutti che Miles fosse un imbecille, ma non aveva avuto atteggiamenti irrispettosi nei confronti di Cassie.

«Ma Stefan» mi tornò in mente anche lui «dov'è finito?» domandai mentre entravamo nella villa.

«Non lo so. Ero convinto fosse con te, ma dato che non è così, probabilmente sarà con qualche ragazza in una delle camere» rispose Jack accelerando sempre di più il passo, tanto da rendermi difficile stargli dietro, essendo che non indossavo le mie solite sneakers, ma dei tacchi.

Salimmo le scale fino al secondo piano, e Jack iniziò pian piano ad aprire tutte le porte, ritrovandosi davanti agli occhi scenari di ogni genere. Passò ogni porta diventando sempre più nervoso, perché non c'era traccia di Cassie.

«Calmati» gli dissi, perché con quel suo atteggiamento stava iniziando ad agitare anche me. Ci fermammo nel corridoio mentre io richiamavo nuovamente Cassie sperando che rispondesse a una certa. Jack, invece, camminava in avanti e indietro tenendo le mani appoggiate sui fianchi e massaggiandosi il mento pensieroso.

«Dove può essere finita?» continuava a ripeterselo, fissando ora il pavimento pensieroso.

«Non risponde» annunciai, dopo che anche l'ultimo squillo si spense. Sapevo bene che ciò avrebbe reso ancora più ansioso Jack, ma non potevo nascondergli ciò che era evidente.

«Jack» dissi piano il suo nome, quasi come fosse un sussurro «perché sei così tanto preoccupato per Cassie?» gli domandai guardandolo e fui costretta ad alzare la testa essendo che lui era molto più alto di me.

The Dance of DesireWhere stories live. Discover now