Cervelli

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"L' isolamento per queste comunità,
non è soltanto una questione
geografica, bensì un condizione
antropologica e culturale. In passato ho studiato personalmente alcuni di questi casi e sono giunto alla conclusione che alcune delle teorie espresse dal Lombroso in relazione alla mentalità criminale, possano essere accostate in linea generale anche a questi gruppi
di persone.... " il conte Andronico era
un fiume in piena. Sembrava trarre
un piacere perverso dal fastidioso
sproloquio con cui stordiva i suoi ascoltatori.
Il tenente Foschi, fasciato nella divisa
di ordinanza delle camicie nere
osservava il paesaggio al di fuori del
finestrino.
La Fiat 508 su cui viaggiavano
arrancava a fatica, sobbalzando sui
sassi di quella che era poco più di una mulattiera.
La vista che si offriva agli occhi
appena oltre i ciglio della strada era
impagabile.
Le pareti a strapiombo si aprivano
sulla valle sottostante, punteggiata da
casolari e piccoli borghi, da campanili e pali telegrafici.
I campi coltivati rettangoli regolari divisi in file verdi e grigie riempivano gli spazi tra l'abitato e le macchie di boscaglia. Il nastro argentato di un fiume piegava pigramente ad est, descrivendo un'ampia ansa che si perdeva all'orizzonte ed in lontananza nella medesima direzione si scorgevano i tetti della città e la lunga ferita della statale che si immergeva tra le colline.

" Ciò Foschi, cosa guardi lí? Le pietre?
O hai visto una bella montanara
da ingroppare? AHAHAHAH!!!" il
caporale Ermete Bottai era il più
grosso imbecille della Compagnia
Lampo e non perdeva occasione per
dimostrarlo. Alto un metro e settanta, sui 95 chili appariva per ciò che era:
un maiale sboccato e ignorante.
Foschi lo guardó dritto negli occhi
mentre gli rispondeva:" No caporale,
guardo le pietre". Ad un occhio
attento la faccia porcina del caporale
svelava altri particolari sulla sua
personalità, oltre all' evidente idiozia.
Crudeltà.
Lascivia.
Lussuria.
Foschi era venuto a conoscenza di
alcuni suoi trascorsi dal rapporto
di servizio fornitogli dal partito.
Trascorsi particolari... come la purga
di Montecchio, ad esempio. Bottai
partecipò alla spedizione punitiva,
durante la quale si fece un nome tra
gli squadristi. In un casolare nella
periferia del paese storpiò un tal
Camussi.
Gli spezzò entrambe le gambe.
Con un badile.
Dopo si divertí con la figlia sedicenne
di quel povero disgraziato. La stuprò è prima di concederla ai camerati volle per sé il diritto di essere anche l' ultimo a violentarla. Quando finí la massacrò di botte.
La ragazza non si riprese più.
Da quel giorno divenne un vegetale.

Con uno scarto secco l'automobile
si piantò in mezzo alla strada,
inclinandosi bruscamente verso destra.
Il conte Andronico fece appena in
tempo ad afferare il Panama prima
che cadesse sul fondo della vettura.
Era un accessorio impeccabile quanto il vestito d' alta sartoria che indossava, ma non era la scelta più indicata per le circostanze. Come l'abito d'altronde.
Foschi si protese verso l' autista: "Cosa succede?" chiese.
"Controllo tenente, ma credo che sia
partito un asse". Foschi si abbandonò
nuovamente sul sedile e chiuse gli
occhi. Dopo qualche istante l'autista
riapparve, inquadrato nel vano della
portiera.
"Sì, signor tenente. Il semiasse si
è spezzato di netto. Non possiamo
proseguire. La strada sarebbe
comunque finita a un centinaio di
metri da qui."

Scesero dalla Balilla e si guardarono
attorno. La maestosità delle montagne incombeva su di loro. Infinite
sfumature di grigi si fodevano con infinite sfumature di verdi, di ocra, di rossi,di marroni, di blu: si rincorrevano sui pendii, si scontravano sulle terrazze
di arenaria ricoperte di erica,
azzuffandosi sulle zolle d'erba stentorea, sbocciavano abbaglianti nei cespugli di melissa e di cardi in fiore.
E in alto oltre i picchi acuminati, lo sterminato cielo d'acciaio dominava su tutto.
" Signor Tenente...." La voce dell'
autista lo strappò all' incanto che l'
aveva rapito. " Si, dimmi Moretti"
" Lo vede lassù il prossimo tornante?
Bene, da li parte il sentiero che porta
a Cervelli. Lo troverà sulla destra
appena la strada comincia a girare,
non può sbagliarsi. Rimanete sempre
sul sentiero. Non ricordo se è l' unico, saranno 10 anni che non vengo da
queste parti, ma dovrebbero esserci
delle pietre segnate con della vernice
rossa che vi guideranno. Ad ogni
modo ci saranno tre quarti d'ora di
camminata da qui fino a Cervelli, un
ora al massimo. Appena arrivate
chiedete di Annibale; è l'unico che
parla italiano.
Nemmeno io riuscirei capire il loro dialetto."
Moretti era un giovanotto onesto e in
gamba. Parlava spedito e sicuro, forse per fare una buona impressione su
Foschi.
Chissà, forse voleva entrare nelle camicie nere.
" Mi spiace non potervi accompagnare signor tenente, ma devo ritornare giù in paese per trovarvi un'altra
macchina e mandare qualcuno quassù a recuperare questa. Se parto adesso dovrei essere di ritorno questa sera...."
"Non preoccuparti. Alle brutte
potremmo sempre passare la notte a
Cervelli. Aspetta... "
Foschi frugò nella tasca della camicia e prese un foglio di carta su cui scrisse velocemente un breve
messaggio con un lapis*.
" Tieni. Consegnalo alla
sovraintendenza. Ti forniranno quello di cui hai bisogno."
" Grazie, signor tenente"
"Ancora un cosa... " Foschi tirò fuori
una banconota da 25 lire e la porse al
ragazzo.
" Graz..." Foschi non lo lasciò finire.
"No, grazie a te Moretti" Si voltò
verso i suoi due compagni di viaggio piantati in mezzo alla strada. Andronico si sventolava placidamente con il Panama. Al di sotto del fez, la fronte di Bottai grondava sudore.
"Andiamo"

*in pratica ho scritto questa parte soltanto per infilarci il lapis 😅.

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⏰ Last updated: Oct 11, 2023 ⏰

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