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Il nostro secondo "primo" bacio fu un dolce scontrarsi di labbra. Un lento assaporarsi. Un conoscersi. Un morbido riconoscere di essere con la persona giusta.

Ci staccammo leggermente, guardandoci negli occhi. Le nostre mani che esploravano tutto di noi. Gli incrociai le braccia al collo, e lo tirai a me per un altro bacio. Un bacio pieno di foga. Un divorarci per diventare una cosa sola. Non appena ci staccammo, Fred ci mise qualche secondo per aprire gli occhi, e per un momento sembrò perso e non molto sicuro di dove si trovasse. Poi focalizzò lo sguardo sui miei occhi, e mi strinse tra le braccia affondando il viso nel mio collo.

«Ehy» mormorai, accarezzandogli i capelli. «Fred, che ti prende?»

«Sono completamente perso per te»».

Il mio cuore mancò un battito. Poi ne mancò altri due o tre. E solo le braccia di Fred avvolte intorno alle mie spalle e alla mia vita mi permisero di non cadere con il sedere per terra.

Il ragazzo passò le sue labbra sul mio collo e sulla mia guancia, lasciando baci bollenti dappertutto. Sussurrando parole che non mi sarei mai potuta dimenticare.

«Lo sono da un sacco di tempo. Tutto ciò che fai, tutto ciò che dici, tutto ciò che sei...non riesco a fare a meno di pensare a te. E questo mi fa paura»

«Perché dovresti avere paura?»

«Mi sento debole».

Feci uno sforzo enorme per staccarmi dalle sue braccia e fare qualche passo indietro. Lo guardai come se non l'avessi mai visto prima.

«E' questo...quello che pensi di noi? Come un qualcosa che ti rende debole?». Ironico, come la prima volta in cui avevo usato il pronome "noi", fu in un momento in cui il nostro "noi", quello che stavamo costruendo insieme, stava vacillando.

«No, Maeve. Io...non intendevo questo.»

«Mi sembra esattamente quello che hai detto. E io non ho nessuna intenzione di essere considerata come qualcosa che ti rende debole».

Fred mi prese i polsi con un gesto repentino, attirandomi a sé senza darmi alcuna possibilità di muovermi.

«Ascoltami bene, adesso» sussurrò con voce particolarmente bassa e profonda. Decisamente, quando iniziava a parlare così aveva tutta la mia attenzione. «Non sei tu a rendermi debole. E' il fatto di non sapere cosa sarei capace di fare per te.»

Dovevo ammetterlo, Fred Weasley ci sapeva fare con le parole. Sapeva cosa dire, e aveva la voce e il modo giusto per dirle. E io non ero mai stata capace di resistere.

«Non devi fare niente per me, Fred» sussurrai, appoggiando la testa nell'incavo del suo collo e lasciando che mi avvolgesse in un abbraccio. «Oltre ad esserci quando ne ho bisogno».

«Ci sarò, te lo prometto». E io, che non mi ero mai fidata di nessuno se non me stessa, gli credetti.

Fred si stava avvicinando per darmi un altro bacio, quando sentii il crepitio di foglie secche che si frantumavano sotto del peso, e lo allontanai abbastanza da riuscire a guardare davanti a me. In lontananza, due di quelli che all'inizio credetti essere cavalli stavano pascolando tranquilli. Se ci avevano visto, evidentemente non ci ritenevano una minaccia tale da scappare via.

«Wow...» sussurrai, cercando di avvicinarmi per vederli meglio. Fred mi prese dal braccio, guardandomi come se fossi impazzita.

«Che ti prende?» chiese, continuando a passare lo sguardo da me al punto in cui stavo guardando, «che cosa hai visto?».

In quel momento mi resi conto di essermi fregata con le mie stesse mani. Perché quelli non erano cavalli normali, erano Thestral. E Fred non li poteva vedere.

Headgirl - Fred Weasley ffDove le storie prendono vita. Scoprilo ora