Prologo

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Prologo

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Aileen

Nascondere la verità non la rendeva meno crudele; rendere grigio ciò che era nero, non lo rendeva meno tragico.

-Lorella Diamante





Sto annegando in un mare di specchi che riflettono il mio corpo minuto. Li contamino con la mia figura da bambola di porcellana. Sembro così tanto perfetta nel mio involucro esterno che nessuno potrebbe sospettare di quanto sia orribile la mia anima. 

È dannatamente frustrante potermi scrutare crudelmente da dentro, rispecchiandomi in un vuoto senza fine. I passi si susseguono e mi permetto di avanzare, danzando. I movimenti delicati del mio corpo proseguono e mi faccio a pezzi. Provando e riprovando ancora, non dandomi mai per vinta poiché la mia testardaggine ha sempre la meglio. Punto lo sguardo altrove, andando oltre con la mente. Se mi concentro ancora una volta sul mio riflesso, rischio di perdermi in un loop tragicamente scostante. Mi concedo dei brevi attimi che sembrano un'infinità di tempo e mi fisso nuovamente sulla mia figura, rimirando vuotamente i molteplici specchi che mi accerchiano tutt'intorno. Con la coda dell'occhio percepisco chiaramente tutte le possibili rifrazioni di me stessa che, maligne, mi puntano gli occhi addosso inviandomi di rimando uno sguardo cinico e maledettamente giudicante.

Loro sanno. Conoscono il mio segreto...

Gli specchi creano tante sfaccettature della mia immagine che, frammentata si sparge in ogni angolo di superficie riflettente, raffigurandomi per intero. Le mie copie sogghignano, storcano le labbra nella loro derisione silenziosa. Io le guardo e subisco, ma qualcosa s'intromette. Quel qualcosa mi fa scattare in un moto di rabbia che ho sempre represso e reagisco nell'unico modo che so fare meglio: Odiandomi.

La musica sembra sussurrarmi qualcosa. La sua melodia mi disturba nel suo crescendo delicato composto da archi e violini.

Ribellandomi alla coreografia di base, immagino che ad ogni mio passo compiuto possa distruggere le mie controfigure con la punta delle mie scarpette di danza. Nella mia mente riesco a infrangere quei dannati specchi che mi ritraggono, intrappolando per sempre la mia immagine al loro interno così da imprigionarla al di fuori di ogni mio pensiero. Il rumore della rottura è assordante ma è quando si spaccano in tantissimi pezzettini che riesco ad infrangere l'altra parte che mi rappresenta, ferendomi. Mi taglio coi cocci rotti senza smettere mai di sanguinare. Per me, non è mai abbastanza! Ma nonostante la mia insistenza, la mia mente rimane ancorata al mio sentimento di odio più profondo. Vorrei farla finita spegnendo ciò che sento quando, le forze si esauriscono e vengono meno. Ed io mi arrendo, giacendo senza alcun controllo sul parquet di legno levigato.

Per il mio corpo inerme non c'è più nulla da fare mentre per la mia anima dannata non esiste alcun rimedio per condurla al silenzio eterno. Quella continua ad esistere ricordandosi dei suoi peccati. Condannata a vagare sulla Terra, nel vortice tormentoso di un'esilio infinito che si ripete. Si aggira nell'altro lato del velo, in quell'ignoto fatto di luci e ombre. Nessuno la vede. Nessuno può sentirla urlare. Solo io. E non posso fare niente per salvarla. Per riportarla alla luce, facendola riemergere dalla sua oscurità. Io me la raffiguro luminosa e splendente come la polvere di stelle.

Noi crediamo che le stelle più brillanti siano quelle più vive perché riluccicano nel firmamento e invece non è così. Loro sono morte da tempo, ma la loro scia di luce continua a brillare nel cielo notturno. Ed è così che dovrebbe essere per tutti: Nascere o magari rinascere per brillare. Dovremmo solo ricordare ciò che si è fatto in passato e non commettere mai più gli stessi errori anche se questo è impossibile. Sbagliare è umano e per chi non riesce a fare ammenda e perdonarsi, non esiste alcuna redenzione per le anime cattive, quelle che fanno del male. E la mia anima ha il colore del nero, acceca nel suo abisso più oscuro ed ha ferito una persona. L'unica che sentivo davvero mia.

Così, delusa da me stessa, guardo ancora la mia immagine intrappolata in uno specchio, chiudo gli occhi e il mio riflesso non c'è più e d'un tratto per magia, è proprio come se non esistessi. Evitare i propri sentimenti non li rende meno reali...

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L'angolo dell'Autrice:

Ciao Lettori Miei, 

in questo periodo mi sento un po' sola. A parte i drammi che sto vivendo e che non sto qui a raccontarvi, ho bisogno di staccarmi un po' e concentrarmi su altro. La A Stars è giunta al termine e anche per questo mi sento persa e poco considerata da voi (Insomma, dopo varie pressioni giustamente ricevute per finirla; vi siete allontanati tutti ed ho pensato anche che magari, non vi sia arrivata e che dovrei smetterla di scrivere. Ho pensato persino di cancellare tutto ma, una parte di me non ci riesce. Scrivere è un processo che mi fa stare bene in certi momenti e quindi, ci ho rinunciato, poiché non credo di poterlo fare). Spero che tutto vi vada sempre per il meglio! Io sto cercando di evadere scrivendo e correggendo questa mia nuova storia nata da tempo ma rivisitata adesso perché la mia testa come ben sapete, era occupata da Helena e Chad. Questa storia doveva essere più "semplice" ma alla fine dei conti, ragionandoci dopo tanto tempo, ho deciso tutt'altro e se ne vedranno di tutti i colori. A chi ancora crede in me e si è affezionato a quello che elaboro: Mi auguro comunque che possa piacervi! 

Un abbraccio e una Buona Lettura!

P.S.: Mi sto prendendo il mio tempo perché non voglio correre per chi ancora non è giunto alla fine della A Stars, quindi se vado a rilento è per questo e anche perché devo revisionare alcuni capitoli scritti mille anni fa. 

-Clelia. 

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