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La musica, a seconda delle esigenze, ha il potere di ripararci dal rumore o quello di salvarci dal silenzio. E come nella più perfetta e semplice delle proprietà matematiche, il suo risultato sulla nostra vita non cambierà mai. Nell'angolo di una sporca metrò o in mezzo a una distesa di fiori profumati.

Può chiamarsi Green Day oppure Chopin. Può scaldare il sangue, ma anche raffreddare i pensieri. Essere lo specchio di un'anima confusa, persa tra i gironi di un inferno di facce e dolori comuni, e poi invece rappresentare finalmente il riflesso di una giornata di sole, così intensa che sembra possa durare un'esistenza intera.

Sottolinea e rafforza però, se vuole, aiuta a creare opposti, provocando ora un sorriso capace di sovrastare gli sbuffi, ora qualche sbuffo in grado di attutire i pianti.

La musica ci muove e ci smuove allo stesso tempo, arriva alla pancia seguendo un processo naturale, siccome quando eravamo là dentro qualcuno col nome di mamma e papà di sicuro ce l'ha fatta ascoltare intensamente da fuori.

Convinti entrambi che un concerto in un parco di una grossa città o un vinile nel giradischi di casa ci avrebbero aiutati a nascere migliori, oltre che più simili a loro, quantomeno nei gusti musicali. E così, in qualche parte del mondo dove si parla lo spagnolo, ci sarà sicuramente chi al primo mama ci avrà sentito dentro soprattutto un attacco dei Queen.

Per regola, poi, certa musica si scrive sui muri più larghi soprattutto quando nasce da quelli di una minuscola stanza e alcune note arrivano a essere cantate a squarciagola verso il cielo in particolare se chi le ha pensate vedeva già il firmamento dentro ai suoi fogli di carta.

Le canzoni non sono nient'altro che costellazioni di destini, per chi vuole unire i punti: un piccolo carro che accoglie i fortunati vincitori e uno un po' più grande quando trova spazio per gli infiniti vinti.

Sono insieme terapia e condanna rispetto a quello che succede fuori, ma anche cura e malattia di qualcosa che loro stesse provocano, quando succede che la musica quasi ti uccide, ma poi è la stessa che ti aiuta a salvarti.

Lei va, per assurdo, contro ogni principio della fisica, rendendo suoi schiavi sia lo spazio, sia il tempo. E riesce così a nascondere in un verso anche una storia intera. Una vita lunga cent'anni o un'avventura di una sola ora.

Dilata e restringe, comprime ed espande, tutto in pochi secondi. È la relatività che nemmeno Einstein ha studiato, quella gravità che la mela di Newton non potrà mai spiegare.

Arte o follia, figlia di rari talenti o di pazzi scatenati, la musica alla fine parla la lingua di tutti e si trasforma in realtà facendosi ubiqua, alla faccia di qualsiasi religione. Nello stesso momento sarà infatti mia e soltanto mia, ma anche tua e solamente tua, senza che nessun dio lo potrà mai contestare.

È tanto la voce di chi l'ha persa e non sa più come trovarla, quanto il sottofondo di chi, tra i dubbi degli altri, sta cambiando strada, ma cerca comunque una bella colonna sonora come accompagnamento, magari per cancellare le distrazioni che si sente intorno.

È il riparo dai fastidi, quando vuoi lasciare tutto fuori, e la zona di comfort che sa come accoglierti quando un posto nel mondo che sentivi tuo sembra ormai diventato oltremodo scomodo.

Buffo da pensare, ma succede pure che, il più delle volte, la gente ti domanda soltanto che cosa ascolti e non il perché, quasi dimenticandosi che può esistere una canzone per ogni preciso momento e che si potrebbe trovare un momento per ogni singola canzone.

Io nella musica ci ho visto il nome del mio amore, persino quando il brano parlava palesemente di un'altra, e ci ho nascosto le paure di un esame universitario, anche se il pezzo era una stupida ballata dance.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 21, 2023 ⏰

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