Capitolo 25

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Due settimane dopo...

- Come sta la mia bambina?

Osservo Martina appoggiata con l'orecchio sulla pancia di Sara, entrambe sdraiate sul letto della sua camera. Alzo gli occhi al cielo mentre continua a dire altre cose con una vocina acuta e facendo i grattini sul suo stomaco ancora perfettamente piatto.

- Lo sai che é appena grande quanto un fagiolino, vero? E, che non é assolutamente detto che sia femmina.

Martina alza di scatto la testa fulminando la riccia con lo sguardo. - Questo non vuol dire che non mi senta, non é vero piccolina della zia? - mormora ancora una volta rivolta alla pancia. - É sicuramente una femmina, fidati.

Lo dice con un tono talmente convincente che non mi stupirei se tra nove mesi dovesse spuntare una piccola bambina. Quella ragazza quando si impunta su qualcosa, é in grado di sovvertire tutti gli ordini dell'universo.

- Josh vorrebbe un maschio - afferma Sara mentre i suoi occhi si riempiono di dolcezza mentre pronuncia il suo nome. Josh non scherzava quando diceva che si sarebbe preso cura sia di Sara che del bambino. Subito dopo il test di gravidanza e la scoperta che effettivamente lei era incinta, si é presentato a casa dei genitori di Sara, informandoli su tutto. Si é comportato da vero uomo e, se all'inizio i suoi genitori  l'hanno presa molto male (soprattutto suo padre, che si é incazzato a morte che la sua bambina fosse rimasta incinta prima del matrimonio) in queste ultime settimane stanno cominciando a digerire la notizia e si fidano del ragazzo.

Grazie al lavoro di infermiera della mamma di Sara, é riuscita ad ottenere un appuntamento per fare un'ecografia. Eravamo tutti presenti. Io, Martina, i ragazzi, i genitori di entrambi. Martina e le madri sono scoppiate a piangere quando la ginecologa ha indicato sullo schermo il punto in la piccola creatura stava nascendo. A quanto pare aveva cominciato già due settimane e mezzo prima che facessimo il test.

- Josh non ha alcuna voce in capitolo - replica con una smorfia. - Non é lui che dovrà affrontare i nove mesi di gravidanza.

- Ti ricordo che non sarai nemmeno tu.

- Si, ma io sarò quella che la farà diventare uno schianto, i ragazzi faranno la fila per lei. Non é vero, piccolina?

Sara sospira rassegnata, lanciandomi un'occhiata che dice "ti prego, aiutami". Ridacchio e continuo ad osservare in silenzio quella scena comica, mentre le mie due amiche non smettono di discutere a proposito di conventi, di verginità fino a cinquant'anni (Sara, nelle veci di Josh) e del fatto che Louis Vuitton dovrebbe creare una linea di moda per neonati (Martina).

Teo: Casa libera. Vieni a farmi compagnia?

Mi affretto a digitare una risposta.

Io: Arrivo.

- Teo? - fa Sara lanciandomi un'occhiata. Annuisco. Immagino che abbia intuito che fosse lui dal modo in cui ho cominciato a sorridere come un'idiota, ma non é colpa mia. Non riesco a controllarlo.

- Ha casa libera.

Si leva un coro di uh uhh uh prima che scoppino a ridere complici.

- Cercate di non fare troppo rumore, per i vicini - dice maliziosa. Scuoto la testa imbarazzata.

Possibile che con lei, se un ragazzo e una ragazza vogliono passare qualche ora da soli bisogna arrivare per forza al sesso? Ma, non pensa ad altro?

- Ci vediamo domani, okay?

Mi alzo dalla sedia accanto alla scrivania per rimettermi le scarpe.

- Divertitevi! - le sento urlare. Esco dalla camera e prendo gli scalini per uscire di casa.

Teo viene ad aprirmi con il suo sorriso mozzafiato, trascinandomi dentro la sua enorme villa. Mi afferra per i fianchi e le sue labbra calano sulle mie mentre sento la porta chiudersi dietro di noi. Mi bacia con foga, com se ne avesse bisogno quanto l'aria che respira.

Allaccio le braccia intorno al suo collo e sorrido contro la sua bocca. I suoi denti mi mordono leggermente il labbro inferiore prima di lasciarmi e porre fine a quel bacio umido.

- Ciao anche a te - sussurro guardando i suoi occhi splendere e le sue labbra incurvarsi verso l'alto.

Piego la testa di lato. - Stai bene?

- Ora si - dichiara sempre parlando sottovoce. - Mi sei mancata tanto.

Ho dedicato così tanto tempo a Sara che é quasi una settimana che non passiamo qualche ora insieme, solo noi due. Anche lui mi é mancato davvero tanto.

Mi stampa un altro bacio e mi prende per mano. Qualche minuto dopo sono seduta sul letto della sua camera.

- Calcio? - gi chiedo alzando un sopracciglio. Anche lui guarda il suo schermo piatto su cui l'immagine di una partita é in pausa.

- FIFA 16, principessa - mi spiega prendendo in mano il joystick della sua console. - Vuoi fare una partita? - mi chiede scherzando.

Alzo le spalle. - Perché no?

Teo mi passa l'altro controller con un sorrisetto prima di sedersi accanto a me. - Preparati a perdere - mi dice baciandomi la guancia.

Gli faccio la linguaccia in attesa del fischio d'inizio.

Neanche due minuti dopo lui mi fa il primo goal. Guardo a bocca aperta la replica del suo giocatore che avanza tranquillo verso la mia porta senza che la mia squadra faccia niente (anzi, credo che quello che stessi controllando al momento stesse girando in tondo).

- Hai barato!

Teo scoppia a ridere. - Non é colpa mia se sei proprio una schiappa.

E, cavoli, lo sono davvero. Perché alla fine della partita, il risultato é di cinque a due. E sono sicura che i due goal che ho fatto mi sono stati regalati (anche perché nel primo caso é stato Teo a guidarmi e nel secondo si é fatto autogol, patetico).

- Avresti potuto almeno farmi vincere. Che razza di gentiluomo sei? - borbotto offesa.

- C'é il premio di consolazione.

- Ah si?

Annuisce. Poggia una mano sul mio stomaco e mi sdraia sulla schiena contro il materasso.

Il mio premio di consolazione é molto, molto più piacevole della vittoria. Sospiro mentre ancora una volta quando la sua bocca cattura la mia.

- Mi piaci davvero da morire, principessa - mormora a fior di labbra. - Cazzo, davvero troppo.

E il mio cuore scoppia. Sento i battiti aumentare e battere così tanto sulla mia cassa toracica che probabilmente li sente anche lui. - Provo la stessa cosa.

Il modo in cui la sua espressione si fa infinitamente felice dopo é la visione più bella che io abbia mai visto.

- Chiudi gli occhi - mi ordina dolcemente.

- Perché?

- Chiudili e basta, principessa.

Faccio come dice. Avverto subito la presenza del suo corpo che si allontana dal mio, e un brivido di freddo mi pervade tutta alla lontananza del suo calore. Poi qualcosa si appoggia alla base del mio collo. I miei occhi si spalancano e si fiondano alla scoperta di cosa sia quel piccolo oggetto delicato.

Un piccolo diamantino, simile a quelli incastonati negli anelli di fidanzamento, brilla sulla mia pelle. É legato ad un sottile fino quasi trasparente che Teo cerca di allacciarmi intorno al collo. Guardandolo così, sembra che il gioiello, dai mille riflessi arcobaleno, fluttui.

- É stupendo - dico senza fiato, sfiorandolo con le dita.

- Un diamante per la mia principessa.

Sorrido. - Grazie. É bellissimo.

- Questo - indica il diamante. - É il mio modo per rendere ufficiale che sei la mia ragazza.

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