Capitolo Quinto. "Segui Il Tuo Destino."

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Italia, 3 Novembre 2015

Era notte fonda.

Myriam, che avrebbe dovuto essere a letto da un pezzo, era seduta davanti alla finestra in camera sua, ad osservare la città immersa nella notte.

I suoi pensieri, però, volavano liberi oltre quella finestra.

Volavano verso Alistair.

“Toglitelo dalla testa” le aveva consigliato una volta Dina. “Non farà altro che causarti problemi.”

Ma Myriam non riusciva a dimenticare quella serie di domande che le aveva rivolto, quasi si conoscessero da anni.

“Cosa vuole da me?” si chiese, rabbrividendo.

                                                                    ∞★∞
                                                                  
La mattina seguente, mentre Myriam, Tasha e mia mamma facevamo colazione, qualcuno suonò al campanello.

«Apro io!» gridò Tasha, alzandosi da tavola e precipitandosi al portone d'ingresso.

Nostra madre scosse la testa sorridendo. «Fai piano!» esclamò divertita.
Ma subito si fece seria.
«Sii educata, chiunque sia. Capito?» disse con freddezza, rivolgendo a Myriam uno sguardo glaciale.

La ragazza annuì e si alzò educatamente da tavola per raggiungere la sorella.

Tasha aprì la porta e la sorella rimase immobile alla vista delle due enormi figure che si stagliavano su di loro.

Una delle due era una donna alta e slanciata, con la pelle abbronzata, occhi e capelli scuri e i tratti del volto morbidi. I suoi grandi occhi erano gentili ma severi.
Indossava un lungo abito turchese aderente scollato, che risaltava la sua armoniosa silhouette.

I suoi lunghi capelli scure erano mossi e vaporosi, le sue sopracciglia erano sottili ma marcate, le sue labbra carnose e ricoperte di rossetto.

Accanto alla donna vi era un'uomo più basso e tarchiato, ma pur sempre più alto delle due gemelle.
Aveva i capelli brizzolati e una folta barba del medesimo colore. La sua pelle era candida come quella di Tasha, e anche gli occhi erano identici a quelli della ragazza.

Indossava una camicia verde con una fantasia a scacchi e un paio di jeans blu scuri.
Apparentemente, era più vecchio della donna.

«Lilith,» la madre delle due gemelle li osservava in modo ostile. «Arnold. Cosa volete?»

Improvvisamente Myriam capì chi fossero: i “famosi” zii strambi di cui le due gemelle avevano sentito molto parlare, ma che non avevano mai conosciuto.

Arnold era il fratello maggiore della loro madre, mentre Lilith era la moglie, sua rivale per chissà quale motivo che le sorelle non comprendevano.

«Leyla, sorellina mia!» esclamò Lilith correndo ad abbracciare la cognata. Questa rimase rigida nella stretta della donna.
«Non saremo mai sorelle» sibilò Leyla, a denti stretti, ma l'altra fece finta di non sentirla.

Nel tornare da suo marito, Lilith inciampò.
«Perdonami cara» si scusò. «Non sono abituata ai tacchi, per dipiù con questa gonna...  ma questa è un'occasione speciale».

Myriam rimase in ascolto, interessata.

«Tua figlia ha un dono speciale» continuò Lilith. «E noi siamo qui per lei.»

«Tasha?» Myriam notò che sua madre aveva pronunciato quella frase con tono speranzoso.

Arnold sorrise. «No, Leyla. Myriam.»

Wild Soul. Spirito Selvaggio [IN REVISIONE]Where stories live. Discover now