B.A.P - Lettere bagnate

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«Abbiamo fatto tutto il possibile...». Il dottor Yongguk, un uomo che fino a poche ore prima mi era sembrato così imponente ora sembrava accartocciato su sé stesso. La sua voce risultò metallica alle mie orecchie, quasi fosse un robot la cui unica funzione fosse quella di ripetere quelle parole.
I miei occhi iniziarono a bruciare come l'inferno e grosse lacrime tonde si gettarono a capofitto lungo le mie guance. «Mi dispiace.» aggiunse il medico prima di far cenno a un infermiere di avvicinarsi e sussurrargli qualcosa. Poi si allontanò a grandi falcate. L'infermiere era Daehyun, l'avevo già visto altre volte. Mi fece sedere e con uno dei suoi dolcissimi sorrisi mi pose tra le mani una cioccolata calda. Forse avrebbe voluto dire qualcosa, ma venne chiamato da un altro infermiere, Himchong o una cosa così, per trasportare una barella. Si allontanò rivolgendomi un sorriso di scuse.
Non so per quanto tempo rimasi lì seduta a piangere e fissarmi le scarpe, ma mi accorsi di essere stata ferma a lungo quando mi si sedette accanto un addetto della pulizia. «Ascolta... io sono Zelo, un amico di Youngjae. Lui mi ha dato questa, prima di entrare in sala operatoria, e mi ha detto di dartela.» sussurrò porgendomi una busta. Lo guardai negli occhi e lui rispose al mio sguardo con un'espressione triste che lo faceva sembrare un bimbo. «G-Grazie.» dissi con voce roca. «Ora io devo tornare al lavoro, ma tu non piangere più, ok?» dissi alzandosi. Seguii i suoi movimenti con lo sguardo e, infine, annuii. Quando fu sparito in uno dei numerosi corridoi dell'ospedale, aprii la lettera.

Luce dei miei occhi,

Oggi devo morire. Potrei dirlo con mille belle frasi e girarci attorno con altrettanti giochi di parole. Ma non servirebbe a molto, no?
Insomma, oggi smetterò di vivere.
Ma questo non è il giorno peggiore della mia vita. Oh, no, il giorno di gran lunga peggiore è stato quando ti ho fatto credere di non amarti più. Mi dispiace averti ingannata. Io mi sento vuoto dentro, da quando ho inscenato quella freddezza nei tuoi confronti. In realtà volevo che fossi tu a lasciare me, per non sentirmi in colpa, ma tu mi amavi davvero. Come io amo te adesso. Mi dispiace anche di aver distrutto i nostri progetti per il futuro: la casa in campagna, i bambini, i viaggi... Credimi, se ci penso mi viene ancora voglia di spaccare la penna che ho in mano, ma non potrei mai. Primo perché non ne ho la forza e secondo perché è la penna che mi hai regalato. Ricordi? La prima volta che ci siamo visti, in quel caffè. Me l'avevi data per appuntare il numero di telefono.
Potrei stare qui per ore, letteralmente per ore, a scriverti di tutte le cose che vorrei dirti, ma temo di non avere abbastanza tempo e... e ho paura, tanta paura, perché la sala operatoria è pronta.
Scusami se sul foglio ci sono delle sbavature, ma non riesco a non piangere. Prima di andarmene definitivamente vorrei almeno avere occasione di salutarti, ma non credo mi sarà possibile a questo punto.
Voglio compiere un'ultima buona azione: donerò a chi ha ancora qualche speranza ciò che di me si può salvare. Continuerò a vivere, in qualche modo.
Ora ti lascio, ho già tolto anche troppo tempo ai dottori.

Ricordati di me,

Tuo.

P.S.
C'è una piccola probabilità che io sopravviva, ma questa operazione è molto rischiosa, perciò non voglio illudere né me né te. Abbi cura di te stessa. Ti amo.

La mia vista venne offuscata da una nuova ondata di lacrime e sentii il bisogno di correre, ma quando sentii delle mani sulle mie spalle il mio unico istinto fu quello di farmi avvolgere in un abbraccio caldo. Jongup mi tenne stretta e cercò di consolarmi, nonostante anche lui stesse piangendo.

-tempo dopo-

Mi sedetti alla scrivania, presi carta e penna e iniziai a scrivere:

Amore della mia vita,

Ti farà piacere sapere che ho ricevuto la tua lettera. Ricordi quando ti dicevo che eri un pessimo attore? Ritiro tutto. Davvero, sei stato bravo, ci sono cascata. Ma forse dicendomi la verità ti sarei stata vicina anche nelle tue ultime ore, non credi? Tranquillo, non sono qui a scrivere per rimproverarti, sono solo considerazioni. In realtà ti scrivo per raccontarti un po' di come sta andando la mia vita.
Mi sono sposata. Io e Jongup abbiamo avuto degli splendidi marmocchi. Il nostro primo maschietto sai come l'abbiamo chiamato? Youngjae. Viviamo in una casa in campagna e abbiamo deciso di viaggiare presto per far vedere il mondo ai ragazzi. Abbiamo anche un cane, si chiama Leila. Ricordo che tu odiavi i cani.
Sono quello che si potrebbe definire "felice". Ma ciò che nessuno sa è che io sono ancora tua. So che manterrai il segreto, perciò te lo dico. Io... Youngjae... Non me ne frega niente se sei morto o cosa. Mi dispiace per Jongup... insomma, lui mi ama veramente, ma io non posso dire lo stesso. Ovviamente non deluderò le sue aspettative, sarò una mogliettina felice. Ma sappi che mi manchi terribilmente. Ora sono io a dovermi scusare con te per il foglio bagnato, come facesti tu in quella prima lettera.
Se mai riceverai questa lettera, sappi che queste saranno le ultime parole che sentirai da me. Poi cercherò di pensarti il meno possibile e di concentrarmi al massimo sui miei figli. Non prenderla male, so che capirai, ma io non posso continuare a pensarti. Tu non hai colpa, è tutta colpa mia.

Stammi bene, lassù,

Tua.

P.S.
Forse ho alzato un po' il gomito con il whisky, ma è tutto a posto, tanto i ragazzi sono al lago a pescare con Jongup oggi. Ti amo.

Misi giù la penna e piegai il foglio su cui avevo scritto per poi infilarlo in una busta con tanto di francobollo e indirizzo. Un indirizzo abbastanza breve a dire la verità: Paradiso. Fatto ciò la feci scivolare nel cassetto che tenevo sempre chiuso a chiave. Mi stesi sul letto e pian piano scivolai nel sonno.

Mi svegliai un paio di ore dopo: ero ancora sola in casa, ma la mia famigliola sarebbe rientrata da un momento all'altro. Mi tirai su controvoglia e mi avvicinai al mio comodino per legarmi i capelli. Mi accorsi immediatamente che sopra vi era un foglietto azzurro vagamente familiare. Era il foglio su cui Youngjae aveva appuntato il numero al nostro primo incontro. Lo presi in mano e sorrisi, sforzandomi di tenere dentro le lacrime. Ma quando lo girai e lessi non potei fare a meno di scoppiare in lacrime.













Ti amo.

Tuo.


BANG! K-Pop One-ShotsWhere stories live. Discover now