Atto II - Una vita normale?

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Sono passati due giorni da quando Michy ha assistito alla tragedia. Quest'ultimo non ha cambiato nulla della sua quotidianità; ha continuato ad andare a scuola e non risulta mentalmente cambiato. È tornato sulla scena del crimine per cercare qualcosa, ma la polizia tiene tutto sotto controllo, imponendogli anche l'obbligo di rimanere a casa dopo aver terminato le lezioni. Tuttavia, ciò che ha veramente cambiato Michy è il senso di rimorso per non essere riuscito a fare nulla.In classe, non risulta più attento e non risponde alle domande dei professori. Continua a scrivere e riscrivere quello che è successo, cercando di comprenderne qualcosa. Come dice Haruki Murakami, anch'esso ha bisogno di imprimere qualcosa su carta per comprendere.

Tuttavia, questa calma mentale viene rotta da un momento all'altro."Ehi!" Una voce femminile proveniente davanti a lui, mentre quest'ultimo era preso a scrivere un'altra pagina degli avvenimenti della strage successa; lui risponde con un timido e menefreghista "Ciao?". Diciamo che la differenza di tono dei due saluti era abissale: uno aveva salutato come se gli fossero morte tre persone davanti e allo stesso tempo non gli faceva né caldo né freddo, lei aveva vomitato un arcobaleno dalla felicità.

"Cosa ti succede?" Disse lei con voce sempre contenta ma preoccupata, e lui sempre con una totale indifferenza, "Niente". Diciamo che un discorso del genere sarebbe terminato subito se non fosse che la ragazza in questione si era totalmente interessata al ragazzo pragmatico."Ma come niente, sembra come se hai visto un morto", il ragazzo non rispose, anzi quasi sorrise vista la sua situazione. Lei continua dicendo, "Solitamente in classe rispondi sempre, hai sempre un'aura potente vicino a te, in questi ultimi giorni sembra come se avessi perso la tua personalità". Lei nel mentre si avvicinò sempre di più al ragazzo fino al punto di prendere una sedia e sedersi vicino al banco con lui. Inutile dire che i professori non dissero nulla, visto che si stava parlando di quel ragazzo perfetto in tutto. Lui quasi sconcertato dalle parole della ragazza, non tanto dalle parole in sé, ma dal fatto che qualcuno si fosse accorto di lui in altri sensi e non solo del fatto che sia uno studente modello, ma come persona con dei sentimenti.

In realtà, lei parlava semplicemente del fatto che lui solitamente sia inavvicinabile, invece ora no, ma questo Michy non lo sa.Comunque, "Piacere Michele" disse lui. Lei ridendo rispose "Alessia, piacere". Lui, domandandosi del perché ridesse, visto che si trovava al quarto anno di liceo e non sapeva come si chiama una sua compagna di classe, non fosse tanto strano, non chiese nulla."Quindi che succede?" Continua il discorso la ragazza, ma lui forzatamente ripete comunque "Nulla, veramente".Il ragazzo fu obbligato dalla polizia a non dire nulla a nessuno, per non creare panico nelle persone vicino a lui, visto che aveva assistito a un possibile assassino seriale. Era meglio non rischiare di alzare polveroni."Va bene, allora faccio finta che non hai nulla!" La ragazza si allontana dal ragazzo, e lui, sempre con un sorriso e gli occhi concentrati a scrivere, lancia un leggero sguardo verso di lei. Corpo minuto, capelli lunghi e color cenere, sembra una ragazza normale, se non fosse per i suoi occhi grigi che si incrociarono con quelli del ragazzo. Un leggero brivido segue lungo tutta la schiena di Michy, e l'immagine dell'assassino gli passa davanti, rigido e tremolante. Non riesce più ad alzare lo sguardo fino alla fine delle lezioni.

Michy, tornando a casa, non riesce a smettere di pensare a ciò a cui è stato spettatore. Vuole andare in fondo alla questione, ma allo stesso tempo ne è impressionato. Può una ragazza così solare essere la possibile figlia di un assassino? Inizia a dire tra sé e sé: "Forse ha cercato di avvicinarmi appositamente? Forse il padre mi sta cercando e mi vuole adescare?" Gli passano mille pensieri per la testa fino a quando apre la porta di casa e un lampo di genio lo colse. "Se seguissi il loro gioco, forse potrei capire di più sulla situazione..." Aveva trovato la soluzione al caso: cercare di avvicinarli il più possibile all'assassino tramite la figlia, poi scoprire e poter vendicare le anime perdute.L'unico problema è che il ragazzo non sa minimamente come si possa instaurare un rapporto con una persona. Non l'aveva mai fatto, soprattutto con una ragazza. Non che per lui cambiasse qualcosa, ma sicuramente avrebbe reso il risultato più complicato. Ci pensò talmente tanto che non si accorse dell'orario e dovette svegliarsi per andare a lezione. Aveva passato una notte insonne su questo dilemma.

Ora il ragazzo, oltre a sembrare solo un cadavere, questa volta poteva esserlo veramente. Inoltre, la ragazza che gli interessava quel giorno mancava da scuola e quindi non è riuscito a portare avanti il suo piano. D'un tratto, durante la pausa pranzo, una voce interrompe il triste e silenzioso ripensamento di non aver dormito la notte per una cosa del genere; "Sei il ragazzo della strage?" una voce maschile forte, senza troppi se o ma. Michy quasi impietrito da tale sfrontatezza, ma allo stesso tempo lo apprezza, risponde "Mi conosci allora, comunque, Michele, grazie". "Luca, sono il figlio del poliziotto che ti ha interrogato", rispose.

La sera della strage, Michy venne interrogato da un poliziotto gentile ma allo stesso tempo che cercò di manipolare, fallendo."Non hanno detto di dover tenere la cosa segreta?" Continua Michy. "Certo, ma i fatti comunque girano in famiglia", rispose il ragazzo con fare serio; "Allora, cosa vuoi?" Michy con voce più dura e guardandolo negli occhi. Il ragazzo davanti a lui era abbastanza alto, stazza molto muscolosa. Teorizzò tra sé e sé che facesse palestra o sport. Inoltre, i capelli lunghi e la barba lo facevano sembrare più grande di 17 anni. "Niente, volevo solo che faccia avesse uno che aveva fatto spettatore ad una strage, e togliendo le occhiaie mi sembri abbastanza bene", continua Luca con un fare sorpreso. "In effetti pensavo di reagire peggio. In realtà voglio capire chi sia il vero assassino, è anche la causa delle occhiaie", disse Michy con un'aria stanca e indifferente; e continua "Allora? Avete scoperto qualcosa?". Luca fece cenno di no con la testa. "Hanno smantellato l'intera zona ma non hanno trovato nulla e la pioggia ha portato via i colpi dell'arma e ha tolto qualsiasi traccia della moto, non abbiamo praticamente nulla", i due si guardarono e... suonò la campanella. Smisero di parlare ma prima Michy gli chiese il numero di telefono, una mossa che anch'esso non si aspettava di fare, ma gli avrebbe fatto comodo il numero del figlio del poliziotto; quest'ultimo lo scambiò tranquillamente.

Le lezioni finirono, e Michy, costretto a tornare a casa per patto con la Polizia, tale limitazione sarebbe terminata oggi. Da domani sarebbe stato libero di muoversi come voleva e avrebbe cominciato l'investigazione per scoprire chi ha ucciso quelle persone. La sera stessa, a Michy, arriva un messaggio di Luca con scritto "Domani sei libero, giusto? Dobbiamo trovare qualcosa su questa faccenda, ci sei?". Michy non se lo sarebbe fatto ripetere due volte.

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⏰ Poslední aktualizace: Nov 14, 2023 ⏰

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